Chi acquista gli immobili si impegna a ristrutturare entro un anno e ad ottenere i certificati necessari - .
Cinque assegni da 0,20 centesimi, in tutto un euro, per acquistare un palazzo di proprietà del Comune di Taranto nella Città vecchia. È quello che ha versato qualche giorno fa un giovane imprenditore ionico per acquisire un immobile nell’isola, con il sogno di far tornare tutta la sua famiglia a vivere dove vissero i suoi nonni. È il progetto, 'case a un euro', pensato dal Comune per ri- mettere a nuovo palazzi disabitati da decenni, in stato di degrado. L’amministrazione comunale ne possiede ben più di un migliaio nel borgo antico e nonostante per il risanamento della Città vecchia stiano arrivando ingenti fondi nazionali, tra cui 90 milioni del Contratto Istituzionale di Sviluppo, e regionali, i 20 milioni del social housing, è sul ritorno alla cultura dell’abitare i vicoli che si punta e per questo occorre l’apporto dei privati e dell’intera comunità.
«Provo un grande orgoglio per aver realizzato quello che sembrava irrealizzabile e che invece, grazie al lavoro della direzione Patrimonio del Comune di Taranto ha finalmente visto la luce», ha commentato il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci dopo la firma del primo rogito. Per gli immobili venduti al prezzo simbolico di un euro sono arrivate richieste anche da Stati Uniti e Brasile.
«Sono diversi gli investitori internazionali che hanno deciso di scommettere nel centro storico della città» è il commento dell’assessore comunale al ramo Gianni Cataldino. Dopo il primo bando ad inizio 2020, che riguardava tre antichi palazzi da cui ricavare una trentina di appartamenti, è arrivato il secondo, che si è chiuso a metà luglio scorso. In questo caso sono stati offerti 9 edifici 'cielo-terra', da cui ricavare circa 50 abitazioni.
L’impegno degli acquirenti è quello di ristrutturare entro un anno, occupandosi di ottenere tutte le autorizzazioni, anche quelle della Soprintendenza, se necessario, e utilizzare materiali ecosostenibili, a basso impatto energetico e ambientale. Bisogna poi garantire che in quei palazzi ci si torni ad abitare direttamente o costituendo case vacanza che possano far comunque crescere la realtà locale. «Per l’ultimo lotto – spiega Francesca Viggiano, assessora comunale ai Lavori Pubblici e fino a qualche settimana fa anche al Patrimonio – si è addirittura andati a sorteggio, perché c’erano più persone candidate, che dalla valutazione della commissione giudicatrice erano risultate prime.
Questo significa che sono stati presentati progetti di qualità e che chi li ha redatti per conto degli acquirenti aveva padronanza e contezza dei luoghi. Si tratta soprattutto di tecnici del territorio, professionisti tarantini che così hanno anche lavorato per la città». Tante storie si incrociano tra planimetrie e documenti, come quella di una giovane architetta brasiliana che ha scoperto Taranto e se ne è innamorata ma non era riuscita a candidarsi per il primo lotto, avendo presentato in ritardo la domanda. Ci ha riprovato per il secondo e, tramite sorteggio, è riuscita ad aggiudicarselo. E mentre si ipotizza un terzo bando, ieri è stata ufficialmente presentata la candidatura della Città vecchia a patrimonio dell’Unesco. Promossa dall’associazione 'Taranto Patrimonio nel Mondo', la proposta ora dovrà essere vagliata dagli organi istruttori della Commissione Italiana Nazionale per l’Unesco.