Uno sciopero da anno zero. In occasione del black friday, la protesta sindacale entra per la prima volta in uno dei templi dell'innovazione economica, lo stabilimento logistico di Amazon di Castel San Giovanni (Piacenza), una delle tre astronavì italiane del colosso americano dell'e-commerce. Uno stabilimento che movimenta un giro d'affari impressionante. I sindacati chiedono che una parte di questi soldi tornino ai lavoratori, attraverso un premio di produttività (che non sia il bonus una tantum per il periodo natalizio proposto dall'azienda) e un livello di retribuzione che vada oltre il livello minimo previsto dal contratto nazionale. A Castel San Giovanni, Amazon impiega circa 4mila persone, di cui 1.600 con contratti da dipendenti (tra cui 500 a tempo indeterminato). A loro si aggiungono centinaia di altri lavoratori in somministrazione, chiamati per i picchi di lavoro.
Picchetti con decine di lavoratori davanti ai cancelli, sciopero per tutta la giornata e per alcuni lavoratori (circa 500) stop agli straordinari fino alla fine dell'anno. Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno organizzato scenato una protesta pacifica ma la fabbrica delle consegne non si è bloccata grazie ai lavoratori interinali. Secondo i sindacati l’adesione è “soddisfacente“: circa il 50% al primo turno di lavoro. L’azienda invece la stima al 10%. Alla protesta hanno aderito anche 9 siti in Germania. Sostegno anche dai lavoratori in Francia. "Il sindacato europeo - spiega Francesca Benedetti, segretaria Fisascat Cisl di Piacenza - ci ha comunicato che anche i 9 siti Amazon in Germania si sono uniti alla nostra protesta e quindi e stanno praticamente bloccando la produzione". Un segnale importante per i sindacati perché dà più valore alla protesta e fa capire che "non è solo il sito di Castel San Giovanni che ha problemi con questa azienda che condiziona la vita delle persone e crea delle condizioni di lavoro che non sono assolutamente compatibili con la nostra cultura fatta di tutele".
Maria Grazia Furlan, segretario generale della Cisl su Twitter definisce "giusta la protesta di Fisascat e Felsa. Il lavoro non è una merce. Non va calpestata la dignità dei lavoratori. Amazon apre un confronto con il sindacato per corrette relazioni industriali, stabilità occupazionale, salari dignitosi". Accanto ai sindacati confederali ci sono anche i Cobas che chiedono una protesta più radicale. "Non basta lo sciopero, nel giorno del black friday serve il blocco delle merci e la chiusura dei cancelli" è la richiesta degli autonomi, un paio di decine, presenti davanti ai cancelli. Le forze dell'ordine, all'arrivo dei Cobas, si sono schierate in tenuta antisommossa. I Cobas, con i megafoni, hanno chiesto agli altri sindacati di presentarsi "uniti contro i padroni di Amazon". I lavoratori precari, come previsto, non hanno aderito allo sciopero. "Sono assunti con contratti mog (monte ore garantito, ndr.) sono rinnovati a fine mese e di conseguenza non se la sono sentita di rischiare il proprio posto di lavoro" ha detto la segretaria Felsa Cisl Piacenza, Mariapaola Mazzoni, davanti ai cancelli del sito logistico di Amazon a Castel San Giovanni denunciando il ricatto a cui sono sottoposti: "contratti a breve termine, rinnovati di volta in volta e senza certezza. Ormai i lavoratori somministrati sono diventati una costante all'interno della vita lavorativa di Amazon, ma non hanno neppure la tranquillità di avere un contratto a tempo indeterminato".
I sindacati piacentini hanno cercato di convincere il maggior numero dei quasi duemila dipendenti a tempo indeterminato ad aderire allo sciopero, ma non senza difficoltà: Amazon - ammettono i sindacati - non è un posto di lavoro dalla forte tradizione sindacale. I lavoratori sono molto giovani e fanno parte di una generazione che ha molta più dimestichezza col lavoro interinale che con le tessere del sindacato. Ma sono soprattutto i lavoratori temporanei, assunti per brevi periodi dalle agenzie interinali e poi "somministrati" ad Amazon per far fronte ai picchi di lavoro, quelli più deboli, che non hanno neanche lontanamente il diritto di scioperare. "Noi ci battiamo anche per questi ragazzi - ha sottolineato Fiorenzo Molinari della Filcams-Cgil - ma non ci aspettiamo il loro supporto". Per un lavoratore interinale aderire a uno sciopero equivale al rischio di non essere più chiamato. È anche per questo che Amazon Italia confida oggi di rispettare "le promesse che facciamo ai nostri clienti".
L'anno scorso, nel black friday, a Piacenza vennero evasi un milione e 200 milaordini. Nel polo logistico piacentino, uno dei più grandi d'Europa, negli ultimi anni non sono mancati scontri durissimi, blocchi e picchetti. Un anno fa un operaio è morto dopo essere stato investito da un camion che stava cercando di non far partire. I lavoratori non chiedono solo uno stipendio più alto del minimo contrattuale che applica Amazon, ma anche condizioni di lavoro migliori. "Non ci sono situazioni eclatanti - ha raccontato Molinari - ma è un lavoro che dal punto di vista psicofisico è molto usurante: sembra di essere nella fabbrica di cioccolato di Willy Wonka". Ogni giorno, per movimentare i pacchi, i lavoratori di Castel San Giovanni percorrono fra i 17 e i 20 chilometri. La società si difende dicendo che "i salari dei dipendenti di Amazon sono i più alti del settore della logistica e sono inclusi benefit come gli sconti per gli acquisti su Amazon.it, l'assicurazione sanitaria privatae assistenza medica privata e offerte opportunità innovative di corsi professionali finanziati con presiti da parte dell'azienda.