mercoledì 27 settembre 2023
La società fintech italiana leader nei pagamenti via smartphone punta ai Fringe benefits dove gli equilibri sembravano consolidati. Commissioni ridotte e pagamento a un giorno per gli esercizi
La nuova sede di Satispay nel quartiere Isola a Milano

La nuova sede di Satispay nel quartiere Isola a Milano - ANSA

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Comprare un biglietto del treno online, noleggiare un auto con una carta di credito o pagare un caffè al bar direttamente con la App Satispay sullo smartphone. La rivoluzione dei pagamenti digitali, sulla spinta dovuta alla pandemia da Covid-19, oramai ci circonda, mostrando quanto ci è slegati dall’uso del denaro contante, che per retaggio culturale, ma anche la presenza dell’economia in “nero” in diverse zone del Paese ha sempre avuto un ruolo centrale.

Veniamo ad alcuni numeri dell’Osservatorio Carte di Credito e Digital Payments: nel 2022 il valore complessivo del transato tramite carte di credito è aumentato, sebbene dal 2020 a oggi sia continuato a diminuire il numero assoluto di carte attive: in Italia da 15,2 milioni nel 2021 si è scesi a 13,4 milioni nel 2022, con un valore delle transazioni effettuate che supera i 101 miliardi di euro a fronte di un tasso di crescita del +20%. In costante aumento anche l’utilizzo della funzionalità contactless della carta di credito, con il 33% dei titolari che la utilizza più di 6 volte al mese (era pari al 25% del 2022). In salita anche la frequenza di utilizzo media, pari a 4.5 volte al mese contro le 4.2 dell’anno precedente. E pure il sistema dei pagamenti dilazionati, «Acquista ora, paghi più tardi» ha registrato un tasso di crescita annuo a doppia cifra, che dovrebbe raggiungere oltre 3 miliardi nel 2026.


Pagamenti sempre più digitali, sale l’uso di carte

33%
i titolari di carta di credito che utilizzano il pagamento contactless più di sei volte al mese

66 euro
il valore medio di un’operazione di pagamento effettuata con carta di credito

13,4
I milioni di carte di credito utilizzate in Italia. In diminuzione rispetto ai 15,2 milioni dell’anno precedente

In questo contesto digitale l’azienda tech italiana Satispay ha avuto un ruolo dirompente con la creazione nel 2015 di una piattaforma di pagamenti via telefono collegata a un conto corrente bancario attraverso il sistema di addebiti e accrediti automatici. E con un fatturato netto che rispetto allo scorso anno è raddoppiato arrivando a 28 milioni di euro, oggi ha rilanciato i suoi obiettivi, presentando il servizio Satispay Buoni Pasto, primo passo per inserirsi nel sistema di Welfare e nel mercato dei cosiddetti fringe benefits, vale a dire dei “benefici accessori” che si affiancano alla retribuzione principale del lavoratore dipendente.

Adottato tra gli strumenti di Welfare da tante grandi aziende il buono pasto è ancora troppo poco diffuso tra le PMI e i professionisti con Partita Iva, e in Italia soffre di disfunzioni e sbilanciamenti del mercato, gravando soprattutto sugli esercenti che li accettano e si trovano a sostenere commissioni elevate che mediamente si aggirano tra il 12% e il 15%, con tempi di incasso fino a 120 giorni. Si tratta di condizioni che li rendono poco graditi a bar, ristoranti e alimentari che, se non li rifiutano, spesso ne limitano l’accettazione al solo pranzo, escludendo le fasce orarie serali e i giorni festivi, con un evidente svantaggio per i lavoratori che vorrebbero usarli sempre.

Grazie all’efficienza del suo network di pagamento, Satispay ha spiegato che non applicherà alcuna commissione aggiuntiva ai piccoli esercenti sui buoni pasto permettendo loro di incassarne il valore in un solo giorno lavorativo, secondo il normale modello e pricing di Satispay: zero commissioni fino ai 10 euro e soli 20 centesimi per importi superiori.

Con l’obiettivo, dunque, di portare trasparenza ed equità «Satispay Buoni Pasto cambia totalmente le regole del gioco e punta ad avviare una trasformazione del comparto. L’obiettivo è creare uno strumento apprezzato sia dagli utenti sia dagli esercenti che, come soggetti chiave del tessuto imprenditoriale locale, non devono essere caricati da commissioni insostenibili, oggi pagate per evitare di perdere la clientela» ha spiegato Alberto Dalmasso, co-founder e Ceo di Satispay. «Per le aziende che lo adotteranno rappresenterà anche una chiara scelta etica, orientata a generare ricadute positive sia per i propri dipendenti sia per gli esercizi commerciali di prossimità» ha concluso il Ceo di Satispay che ha previsto di nei prossimi 5 anni di andare a coprire una fetta del mercato dei buoni pasto del 30%.

Dal primo ottobre oltre 70.000 operatori del food e della ristorazione che sono già parte della rete Satispay saranno abilitati ad accettare i buoni pasto di nuova generazione. Parallelamente, sono già stati attivati alcuni partner della grande distribuzione. In questo modo l’utilizzo dei buoni pasto di nuova generazione potrà avvenire sempre da parte dei lavoratori, nei ristoranti a cena o nei giorni festivi superando di fatto le eventuali limitazioni definite dai pubblici esercizi. Infine, i buoni pasto Satispay hanno una validità di ben due anni e l’elenco di tutti gli esercenti affiliati sarà visibile sull’app Satispay.

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