martedì 17 settembre 2024
La start up italiana creata per effettuare pagamenti digitali si è ritagliata un ruolo di rilievo grazie al business del welfare aziendale. E dopo i ticket pasto, ora punta anche sui buoni acquisto.
Lavoratori in pausa pranzo

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Un anno fa, Satispay entrava a pieno titolo nel settore del welfare aziendale inaugurando i suoi buoni pasto digitali, senza commissioni elevate per gli esercenti né tassazione per i lavoratori e le imprese. Dodici mesi dopo, l’avanzata della giovane start up di pagamenti elettronici continua grazie al lancio di un nuovo strumento: i buoni acquisto. Quinta essenza dei cosiddetti "fringe benefit", ossia i benefici accessori concessi dal datore di lavoro accanto alla retribuzione, segnano l’ultima frontiera del modello inaugurato dalla tech company. Che adesso punta a obiettivi ancora più ambiziosi.

L'annuncio della novità è arrivato nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Ceo e co-fondatore Alberto Dalmasso nella sede milanese dell’azienda, nata nel 2015. La platea delle 37 insegne della grande distribuzione che accettano i ticket Satispay si allarga oltre i supermercati Tigros e MD e gli ipermercati per integrare anche i colossi Esselunga e Carrefour. Con i buoni acquisto si punta invece a contribuire al miglioramento del benessere dei dipendenti in migliaia di aziende, offrendo un supporto nella gestione del carovita.

Anche per il nuovo servizio sono previste le innovazioni già introdotte con i buoni pasto: una vasta rete di accettazione, la possibilità per i lavoratori di usufruirne dal proprio cellulare in maniera facile e veloce, la deducibilità al 100% per le imprese e l’esenzione dalle tasse per i dipendenti. Oltre alla possibilità di estendere il benefit anche alle partite Iva. Un approccio premiato dai dati: nell’ultimo anno, i ticket pranzo Satispay sono stati adottati da circa 12mila aziende in tutta Italia per un totale di più di 50mila dipendenti, e risultano spendibili in 75mila esercizi sul territorio - di cui 2000 supermercati-. Con tempi di incasso e commissioni abbattuti (solo 0,20 euro a partire dai 10 euro di spesa), che risolvono uno storico cruccio dei titolari. Valgono da 1 a 25 euro, contro un valore medio nazionale di 6,75 euro, sono ecologici perché immateriali e, soprattutto, se ne può fare ricorso anche al di fuori dell’orario lavorativo, a cena o nei fine settimana.

Grazie ai buoni acquisto, di solito erogati dalle imprese una volta l’anno o al trimestre per aiutare i lavoratori nella quotidianità, la company punta a risultati ancora migliori. Già testati fra i mille utilizzatori acquisiti nei mesi scorsi durante la fase di prelancio, saranno caricati sulla sezione dedicata dell’applicazione Satispay e potranno essere usati in 170mila esercizi direttamente dall’app, anche tramite gift cards ed e-commerce. Dureranno dodici mesi dall’emissione e li si potrà spendere in beni alimentari, abbigliamento, cura della persona, eventi culturali, viaggi, tempo libero, carburante, ricariche telefoniche o elettronica di consumo. Il valore, fa sapere la società, verrà stabilito dal datore di lavoro in base alla soglia esentasse definita dalla norma Art.51 Comma 3,4. Per dare un’idea, nel 2024 gli importi hanno raggiunto i 1.000 euro per i dipendenti senza figli a carico e i 2000 per i colleghi con prole. Anche in questo caso sarà concessa la deducibilità totale alle aziende, con commissioni aggiuntive azzerate per gli esercenti e incasso in un solo giorno lavorativo. Ma a caratterizzare i Satispay Buoni Acquisto più di ogni altra cosa sarà una rete di accettazione cinque volte superiore alla media, grazie ai già citati benefici economici e ad un’interfaccia digitale intuitiva, che permetterà di identificare negozi ed esercizi dove è consentito usarli e scegliere di effettuare il pagamento con questa modalità.

«Il nuovo strumento vuole essere una risposta concreta ai bisogni primari dei lavoratori e, inoltre, hanno anche una caratteristica di premio al merito che ci piace (...). Dopo gli straordinari risultati dei ticket e l’importante ritorno positivo registrato dalla rete di accettazione, lavoreremo al massimo per replicare lo stesso successo anche sui buoni acquisto» ha commentato Dalmasso a margine della presentazione. In generale, i "fringe benefit" sono sempre più diffusi. Il 41% dei dipendenti italiani usufruisce dello strumento più basico, i buoni pasto, che costituiscono il principale compenso aggiuntivo erogato dalle imprese (dati Edenred- Osservatorio Welfare Aziendale). Nonostante le commissioni tocchino quasi il 15%. «Si sta chiedendo di limitarle, è una questione centrale. Noi facciamo la nostra parte creando un buono facile da spendere e l’obiettivo è arrivare al 20% della quota di mercato» annuncia sul tema.

Per queste ragioni, investire nel campo del welfare può rivelarsi oggi una scelta strategica vincente. E, in un paese sempre più vecchio, Satispay intende sfruttarla aggiungendo al mosaico delle aree di intervento il tassello fondamentale dei fondi pensionistici e sanitari. Come è il Ceo stesso a spiegare: «Vorremmo farlo per la nostra generazione, quella dei giovani che accedono oggi al mondo del lavoro. Stiamo già cercando dei partner per faro e crediamo che l’innalzamento al tetto del fringe porterà a una destinazione delle somme alla “parte più nobile” dell’assistenza aziendale».

Intanto, i numeri della start up nata per pagare e scambiare denaro digitalmente continuano a crescere. Quasi 5 milioni di utenti totali e 350mila esercizi aderenti, per un fatturato annualizzato arrivato a 70 milioni di euro a fine 2024. «Il 10% dei ricavi è opera dei ticket e l’anno prossimo questa percentuale dovrebbe raggiungere il 35%, con grande impatto sulle cifre finali. I buoni pasto restano il nostro focus».



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