Le clausole Iva non scatteranno. A prometterlo dal Forum di Cernobbio di primavera organizzato da Confcommercio, è il vicepremier Matteo Salvini che dal palco ha lanciato una serie di rassicurazioni sulla tenuta del governo, sui passi avanti per la flat tax e su altre riforme, da quella delle chiusure domenicali all’introduzione della web tax europea, ma al tempo stesso di mantenere la linea dura con l’Europa in fatto di conti pubblici e di contributi per la Tav. Non sono mancate le frecciate polemiche all’alleato Luigi Di Maio che ieri mattina, mentre Salvini parlava a Cernobbio, stava firmando l’intesa tra Italia e Cina sulla nuova «Via della seta» con il presidente cinese Xi Jinping. «Non mi si dica che la Cina è un paese con il libero mercato» ha detto sottolineando di essere soddisfatto dell’accordo ma al tempo ribadendo che bisogna essere cauti «quando c’è in ballo la sicurezza nazionale, il trattamento dei dati sanitari e telefonici, la nostra privacy e l’energia che deve essere sotto controllo di organismi statali». «Lui ha diritto di parlare, io il dovere di fare i fatti» ha detto a proposito del collega vice-premier accusato di "invasione di campo" sui temi della sicurezza.
Ma il cuore del discorso è quello economico: se il 2019 sarà l’anno della stagnazione l’anno prossimo potrebbe essere quello della recessione vera e proprio. Il governo però sembra deciso a fare la sua parte. A partire dal temuto aumento dell’Iva. «Le clausole Iva non sono scattate e non scatteranno» ha detto Salvini. «Certo i numeri sono numeri – ha aggiunto – ma penso sia in corso una salutare riflessione in Europa». Quanto al reperimento delle risorse necessarie Salvini ha liquidato con una battuta definendo «l’oro di Dongo» i 23 miliardi necessari. «Serve un percorso rigoroso e credibile per scongiurare l’aumento che avrebbe conseguenze gravissime per famiglie e imprese» ha detto il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.
A preoccupare il leader leghista però è la crisi demografica che avrà conseguenze nefaste sull’economia. «Se non mettiamo gli italiani nelle condizioni di mettere al mondo figli nel 2050 l’Italia sarà una enorme casa di riposo». Salvini ha ribadito che parteciperà al forum delle famiglie di Verona, evento al quale la presidenza del Consiglio ha deciso di togliere il patrocinio. «Ognuno ha le sue idee» ha detto il leader leghista a proposito del premier Conte. «Sapevamo che fosse più vicino ai Cinque stelle, era nello loro squadra di governo – ha aggiunto – ma stiamo lavorando bene». «Se dipendesse da me questo governo arriva alla fine mantenendo tutti gli impegni presi» ha sottolineato Salvini.
Avanti tutta sulle altre riforme sul tavolo: le aperture domenicali, per «equilibrare il diritto all’acquisto e il diritto alla vita che viene prima» e la flat tax che dovrebbe partire nel 2020. «Ci sono diverse ipotesi: dall’aumento degli assegni familiari per i lavoratori atipici a ridurre l’aliquota Irpef sino ai 50mila euro di reddito» ha spiegato Salvini. Via libera anche alla web tax europea «purché non penalizzi i piccoli». Dal vicepremier è arrivata inoltre un’adesione convinta alla richiesta di maggiore "flessibilità" sui conti pubblici avanzata da Confcommercio tramite lo scorporo degli investimenti coi-finanziati dall’Europa dal deficit. «Saremo noi a salvare l’Europa, ma l’Europa si salva se cambia – ha detto ancora Salvini –. Io con questi vincoli non sono in grado di garantire benessere e piena occupazione». Il vicepremier ha ribadito il suo sì alla Tav (altro punto di scontro con il M5s) a patto che l’Europa aumenti la quota di contributo. Poi l’affondo nei confronti del presidente francese Macron che ha liquidato l’opera come un problema italiano: «Credo abbia qualche problemino a Parigi e dintorni, non gli faremo perdere tempo».