Deutsche Bank e Commerzbank hanno deciso di interrompere i colloqui per una fusione perché i benefici non sembrano sufficienti a controbilanciare i rischi di esecuzione, i costi di ristrutturazione e le necessità di capitale legate a un'operazione di così larga scala. Lo hanno annunciato, dopo sei settimane di trattative, le due banche. Dopo l'annuncio Commerz cede il 2,6% alla borsa di Francoforte, mentre Deutsche balza del 2,3%.
L'operazione fin da subito aveva incontrato un percorso a ostacoli e ha sollevato forti critiche da parte di sindacati e autorità di vigilanza. In particolare i sindacati temevano la perdita di 30.000 posti di lavoro. Il governo tedesco, guidato dal ministro delle Finanze Olaf Scholz, ha spinto invece per la creazione di un campione nazionale e ponesse fine agli interrogativi sul futuro di entrambe le banche, che faticano a riprendersi dalla crisi finanziaria.
A questo punto Commerzbank diventa appetibile per un'acquisizione straniera e sia Unicredit sia ING Groep hanno espresso interesse per la seconda banca tedesca, come riferito da alcune fonti nelle scorse settimane. Per contro il mancato raggiungimento di un accordo aumenterà la pressione su Deutsche Bank affinché apporti ulteriori cambiamenti radicali, come tagli alla sua banca di investimenti negli Stati Uniti, chiesti dai regolatori e da alcuni grandi investitori. Deutsche sta già valutando un accordo per la sua divisione di asset management. In una nota Deutsche Bank assicura che continuerà a esaminare tutte le alternative per migliorare la redditività nel lungo termine e il ritorno per gli azionisti. Alcuni importanti azionisti di Deutsche Bank hanno messo da subito in dubbio la logica dell'accordo e si sono dichiarati non disponibili a iniettare denaro extra nella banca, cosa che la Bce avrebbe chiesto per poter dare il via libera all'operazione. Anche le agenzie di rating hanno evidenziato i rischi dell'operazione.