sabato 10 agosto 2019
"Medicine and surgery" in lingua inglese e "Scienze e tecnologie alimentari e gestione di filiera”
L'Università Campus Bio-medico di Roma

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Un’Università che risponde alle esigenze del mercato del lavoro. È così che si presenta l’Università Campus Bio-medico (Ucbm) di Roma, con all'attivo 11 corsi di laurea. L’Ateneo quest’anno si arricchisce di due nuovi corsi: uno in "Medicine and surgery" in lingua inglese pensato per la dimensione globale dei nuovi medici e Scienze e tecnologie alimentari e gestione di filiera” nato per colmare il vuoto di professionisti dell'alimentazione vocati allo sviluppo del settore agroalimentare e di valorizzazione del made in Italy.

Per i corsi già avviati, i dati sull’occupazione del 2018, a distanza di un anno dalla discussione della tesi, messi a confronto con la media nazionale (XXI Indagine sulla Condizione occupazionale dei Laureati - Rapporto Almalaurea 2019), premiano i laureati dell’Ucbm di Roma. La laurea in Infermieristica conseguita all’Ucbm a distanza di 12 mesi registra un tasso di occupazione del 75%, rispetto al 72,1% nazionale. Anche per il corso triennale in Scienze dell'alimentazione e della nutrizione umana, il bilancio è positivo: il tasso di occupazione dei laureati al Campus supera di sei punti la media italiana (25% rispetto al 19,1%).

Saldo superiore netto di quasi sette punti anche per la laurea magistrale dello stesso corso: il confronto è fra il 66,7% del Campus rispetto al 59,5% del resto d’Italia. Positiva è pure la distanza fra il tasso di occupazione per la laurea in Ingegneria Biomedica all'Ucbm di Roma (90,9%) e la media nazionale (88,7%). Lievemente superiore invece il tasso per il corso di Ingegneria Chimica per lo Sviluppo Sostenibile (nata con una spiccata proiezione verso i temi più sensibili e innovativi della tutela dell'ambiente, dell'economia circolare e degli obiettivi dell'Onu dell'Agenda 2039) che per Ucbm è del 86,7% mentre a livello nazionale è del 86,5%.

Secondo l'indagine a cura dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, dal titolo I fabbisogni professionali delle imprese. L’analisi della domanda di professioni del futuro: hard e soft skill, fra le professioni vincenti nel periodo fra il 2012 e il 2017 altamente qualificate compare l’infermiere che registra una crescita di 37mila occupati, pari al 5,4%. L’ingegnere ha visto una crescita di 11mila unità, uguale al 5,8%.

A livello internazionale, secondo il report del Wolrd economic forum (Wef) sulle professioni del futuro, nel settore sanitario la figura che fra il 2013 e il 2017 è cresciuta di più è il software engineer. Quella dell’ingegnere di energie rinnovabili, in base alla indagine del Wef, nel 2018 rappresenta una forza lavoro pari al 16% che salirà al 31% nel 2022.

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