Il contratto della ristorazione coinvolge oltre un milione di lavoratori - Fotogramma
Il rinnovo di un contratto nazionale non significa soltanto la (legittima) revisione della componente salariale. Serve anche ad adeguare l'impianto normativo, ad esempio per quanto riguarda gli inquadramenti, e a tutelare i lavoratori dai "rischi" del mestiere che possono essere di vari tipi. Lo dimostra la scelta innovativa di inserire per la prima volta in quello della ristorazione collettiva (che coinvolge oltre un milione di persone) interventi mirati sulle politiche di genere con misure di contrasto alle molestie e alle violenze sui luoghi di lavoro. Una novità sollecitata dai sindacati per dare risposte alle lavoratrici che sono la stragrande maggioranza in questo settore.
In cosa consistono queste misure? Innanzitutto in percorsi di formazione e informazione, tra i quali un'ora di assemblea retribuita dedicata e aggiuntiva. Previsti ulteriori 90 giorni di congedo retribuito al 100% per le donne vittime di violenza di genere, in aggiunta ai novanta previsti dalla legge, definita la possibilità di essere trasferiti in altre sedi di lavoro e di essere escluse da turni disagiati. Rivisitati, aggiornandoli alle norme di legge, gli articolati riferiti ai congedi di maternità e paternità obbligatori e facoltativi, migliorando le norme, anche in riferimento alle pari opportunità e alla parità di genere.
Per quanto riguarda la parte economica il rinnovo del contratto prevede un aumento salariale a regime da 200 euro, con la prima tranche di 50 euro che sarà corrisposta a giugno.
Sulla classificazione del personale è stato rivisto l'impianto esistente, aggiornando le figure professionali rispetto all'evoluzione dei vari comparti. In relazione alla richiesta sindacale di specificare, per le addette mense, il passaggio dal 6° livello al 6° super, dopo lungo confronto, le parti hanno confermato l'automatismo del passaggio, rivedendone le tempistiche. Per le lavoratrici e i lavoratori part time è stato confermato un esame congiunto volto al consolidamento del lavoro supplementare svolto in maniera continuativa.
Il contratto nazionale (scaduto nel 2021) Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva, Commerciale e Turismo siglato ieri dai sindacati di categoria con le associazioni datoriali Fipe Confcommercio, Legacoop Produzione e Servizi, Agci Servizi. Confcooperative Lavoro e Servizi ha espresso invece delle perplessità. Il presidente Massimo Stronati ha sottolineato che «Confcooperative non ha siglato il rinnovo ma posto una riserva alla firma» Soddisfazione in casa sindacale per la sottoscrizione dell'intesa. "Un risultato rilevante ottenuto dopo un negoziato articolato e complesso, sostenuto anche con la mobilitazione" dichiarano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, sottolineando "l'importanza di aver rinnovato il Contratto nazionale, definendo significativi aumenti salariali e positive modifiche normative, respingendo richieste di scambio diritti/salario. Una conquista importante per le lavoratrici e i lavoratori che riafferma la centralità e unicità del Contratto nazionale". Per il leader della Cisl Luigi Sbarra si tratta di "un'ottima notizia" che arriva dopo una lunga mobilitazione delle categorie e riguarda oltre un milione di lavoratrici e lavoratori delle 333 mila aziende del settore. "Premiata la caparbietà della Fisascat e degli altri sindacati. La strada per tutelare i salari penalizzati dall'inflazione è in primo luogo quella di rinnovare tutti contratti collettivi, introducendo nuove garanzie e tutele per tutti i lavoratori'' ha commentato sui social Sbarra.