venerdì 18 ottobre 2024
La crescita del terzo trimestre si ferma al +4,6% su base annua, ma è comunque superiore alle stime degli analisti: rally dei listini di Shanghai e Shenzhen. Pesa l'immobiliare, ma salgono i consumi
Lavoratori degli impianti della Dayu Water Group a Jiuquan, in Cina

Lavoratori degli impianti della Dayu Water Group a Jiuquan, in Cina - Reuters

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La crescita del terzo trimestre cinese è la più debole da un anno e mezzo a questa parte (+4,6% su base annua), soprattutto a causa della crisi dell’immobiliare, ma il dato è comunque superiore alle attese degli analisti, tanto che la Borsa di Shanghai ha fatto segnare un +2,91% e quella di Shenzhen un +4,09%, e anche Hong Kong segue la scia con un +3,61%. Ancora cauta, invece, Tokyo, che registra un marginale +0,18%.

Nel comunicare gli ultimi dati sul Pil, l'Ufficio nazionale di statistica cinese (Bns) ha citato un "ambiente esterno complicato e difficile (...) e nuovi problemi nello sviluppo economico interno". Gli analisti si aspettavano in media una crescita del 4,5%. Il 4,6% ufficiale è ancora inferiore al +4,7% del periodo aprile-giugno, e soprattutto rappresenta la crescita più debole dall'inizio del 2023, quando la Cina stava appena uscendo dalla sua politica sanitaria "zero Covid", che aveva paralizzato viaggi e consumi, e quindi strangolato l'attività economica.

Un segnale incoraggiante, tuttavia, è che le vendite al dettaglio, il principale indicatore dei consumi delle famiglie, sono rimbalzate su base annua a settembre (+3,2%), dopo il +2,1% di agosto. In risalita, a settembre, anche produzione industriale (+5,4% contro +4,6%) e occupazione (5,1% contro 5,3%). Si tratta di un barlume di speranza dopo gli indicatori deludenti relativi a inflazione, investimenti e commercio. Secondo Sheng Laiyun, numero due dell'Ufficio nazionale di statistica, nel quarto trimestre la Cina avrà “maggiori opportunità di implementare le politiche annunciate e i governi locali stanno ora preparando piani per questo. Stiamo anche migliorando la struttura dell'economia, in particolare le nuove forze produttive di qualità".

Di fronte al rallentamento dell'economia, nelle ultime settimane le autorità cinesi hanno annunciato una serie di misure, in particolare per raggiungere l'obiettivo ufficiale di una crescita di "circa il 5%" entro il 2024. Questi annunci includono tagli ai tassi di interesse, in particolare per i mutui per le abitazioni esistenti, e l'allentamento delle restrizioni all'acquisto di case.

Le principali banche cinesi, tra cui Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China e Agricultural Bank of China, hanno annunciato oggi che "i tassi di interesse sui depositi in yuan saranno abbassati", secondo quanto riportato dalla televisione statale Cctv. Si tratta della seconda riduzione di quest'anno. Il governo ha assicurato di avere "piena fiducia" nel raggiungimento dell'obiettivo di crescita annuale, ma analisti e investitori sembrano aspettarsi di più, in particolare maggiori aiuti finanziari diretti per stimolare l'economia. La recente serie di annunci è un passo "nella giusta direzione - evidenzia Benson Wu, economista di Bank of America Global Research -. "Detto questo, la portata e la forma dell'aiuto finanziario non sono ancora chiare. Ci sono ancora diversi punti che devono essere chiariti prima di poter fare una valutazione dettagliata dell'efficacia di queste politiche".

Il principale ostacolo all'attuale ripresa è la persistente crisi del settore immobiliare. Per lungo tempo motore della crescita cinese, il settore è ora in grave difficoltà, con costruttori indebitati, edifici incompiuti e prezzi in calo, anche nelle principali città. A settembre, i prezzi delle nuove case sono aumentati nel corso dell'anno solo in due delle 70 città di grandi e medie dimensioni analizzate.

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