giovedì 23 novembre 2023
Il numero uno Zhao ha patteggiato: andrà in carcere per 18 mesi. La piattaforma però resterà operativa e per gli analisti, benché enorme, la sanzione è "gestibile" e rimuove un rischio dal mercato
Il fondatore di Binance, Zhao Changpeng

Il fondatore di Binance, Zhao Changpeng

COMMENTA E CONDIVIDI

Può una multa da 4,3 miliardi di dollari essere tutto sommato accolta con favore da chi la riceve e da un intero mercato? Può, se si parla di criptovalute e se le conseguenze del caso che hanno portato a quella multa avrebbero potuto essere ben peggiori per chi dovrà pagarla e per il comparto stesso. Il caso in questione è quello di Binance, la maggior piattaforma di scambio di criptovalute al mondo su cui da tempo le autorità Usa indagavano per violazione di leggi anti-riciclaggio e trasferimenti di denaro verso Paesi sottoposti a sanzioni come Iran e Siria e verso gruppi terroristici come Hamas. Il suo numero uno, Changpeng Zhao, si è dichiarato colpevole martedì in un tribunale di Seattle, patteggiando di fatto all’interno di un accordo con i procuratori che prevede, appunto, una multa di 4,3 miliardi nei confronti di Binance, 50 milioni dei quali verranno pagati direttamente da Zhao. Un’enormità, una delle multe più alte nei confronti di una società Usa e un colpo certo duro all’immagine dell’industria cripto, che ancora sconta la recente condanna all’ex capo di Ftx, Sam Bankman-Fried, per frode e cospirazione. Eppure, ragionano diversi analisti e legali Usa, non solo la multa per Binance avrebbe potuto essere di gran lunga superiore, ma la stessa piattaforma avrebbe potuto rischiare anche la chiusura, terremotando di fatto un intero sistema.

Lo stesso Zhao, uno degli uomini più ricchi del mondo, ottiene così di mantenere quasi intatta la sua immensa fortuna personale che ammonta a oltre 10 miliardi di dollari e le sue azioni in Binance, creatura da lui fondata nel 2017. Sono oltre 100mila le transazioni sospette su cui le autorità Usa hanno acceso un faro, transazioni che secondo l’accusa hanno contribuito al finanziamento di organizzazioni come Hamas e al-Qaeda. Inoltre, Binance non avrebbe mai riferito alle autorità le transazioni che avvenivano su siti che consentivano la vendita di materiale pedo-pornografico. Per dirla con il procuratore generale Usa Merrick Garland, “Binance ha semplificato ai criminali il trasferimento di fondi rubati e altre procedure illegali. Ha fatto di più che non sottostare a leggi federali, fingendo di attenervisi”.

Per Zhao, nato in Cina e trasferitosi in Canada all’età di 12 anni, potrebbe arrivare dal Dipartimento di giustizia una pena di 18 mesi, mentre Binance pagherà 1,8 miliardi di dollari entro i prossimi 15 mesi e altri 2,51 miliardi di dollari in seguito, come parte dell’accordo. “Devo prendermi le mie responsabilità, questa è la cosa migliore per la nostra comunità, per Binance e per me stesso”, ha detto il miliardario, sicuramente consapevole che, affrontando un processo e di fronte alla gravità delle accuse, la pena avrebbe potuto essere di gran lunga superiore. “L’accordo sembra disegnato per dare a Binance la chance di sopravvivere e al tempo stesso di rimuovere Zhao, un protagonista collegato in maniera intrinseca a un certo modello di business”, sottolinea Yesha Yadav, professore di legge alla Vanderbilt University. “Rischiava condanne ben più serie, l’accordo è abbastanza favorevole per lui”, concorda Daniel Silva, dello studio legale Buchalter ed ex procuratore federale.

Ciononostante, un’ammissione di colpevolezza da parte di un amministratore delegato resta una rarità e sottolinea la spinta dell’attuale amministrazione Usa a rendere meno opaco un mondo come quello delle criptovalute. Binance, e l’intero settore, dovranno necessariamente incrementare l’attività di monitoraggio su ciò che accade all’interno delle piattaforme di scambio. Il settore ha accolto comunque con un benvenuto il patteggiamento di Zhao, proprio perché consente a Binance di continuare ad operare, rimuovendo al tempo stesso potenziali rischi più ampi dal mercato. Martedì il Bnb, la criptovaluta nativa di Binance e quarta principale criptovaluta, martedì ha guadagnato il 4,6%, dopo il +6% del giorno prima. Il bitcoin, principale criptovaluta, negli ultimi sei mesi ha fatto segnare un +36%. Il mercato in qualche modo ritiene il pagamento della multa di 4 miliardi “gestibile per Binance”, per dirla con Anatoly Crachilov, di Nickel Digital Asset Management, cliente della stessa Binance.

Impossibile sapere a quanto ammontino le riserve liquide di Binance, che si dice libera da debiti e “profittevole”. Ancora il mese scorso Binance controllava circa un terzo dei contratti di acquisto e vendita delle criptovalute e metà del trading sui derivati. Uno “status” così importante che un suo crollo avrebbe conseguenze quasi letali per l’intero mercato delle cripto. Un mercato che già era stato scosso dal dossier Ftx, che ha visto il suo fondatore 31enne Bankman-Fried condannato con l’accusa di aver rubato e utilizzato miliardi di dollari dei suoi clienti. Ftx ha presentato istanza di fallimento ai sensi del Chapter 11 (la principale norma fallimentare del codice statunitense), a causa della crisi di liquidità provocata dalla vendita dei propri token. Da più parti si sono nel frattempo levate voci, negli ultimi mesi, per una maggiore regolamentazione di un settore che ha reso milionari gli investitori della prima ora ma che ha già mostrato più di una crepa.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: