venerdì 16 agosto 2024
Sono ancora poche le aziende che utilizzano sistemi di Ia: solo il 4,4% di piccole imprese italiane a fronte del 24% di grandi imprese
Cresce la presenza dell'Ia in azienda

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Serviranno sempre più manager disposti ad accettare l'Ia-Intelligenza artificiale in azienda. Soltanto così potrà essere colmato il divario tecnologico. Oltre alla formazione e agli investimenti, l'integrazione tra risorse umane e Ia dovrà fare i conti con l'abbattimento dei pregiudizi. Nonostante il mercato dell'utilizzo di sistemi di Ia sia in forte sviluppo, sono ancora poche le aziende che li utilizzano: solo il 4,4% di piccole imprese italiane a fronte del 24% di grandi imprese, in calo rispetto ai valori del 2021. Nel nostro Paese (dati Anitec-Assinform) il mercato dell'Intelligenza artificiale nel 2023 ha raggiunto un volume di circa 674 milioni di euro (+55% sul 2022) ed è previsto che raggiunga i 1,992 miliardi nel 2027 (tasso di crescita medio annuo 31,1%). Emerge che i principali ambiti di utilizzo dell'intelligenza artificiale nelle aziende italiane sono il supporto al processo decisionale (40,1% delle imprese) e il text mining (39,3%). Più indietro la generazione di linguaggio naturale (29,4%) e l'utilizzo di Ia per robot, droni e veicoli a guida autonoma (17,1%). Mentre, secondo Eurostat 2023, solo il 5% delle imprese italiane con almeno dieci dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di Ia, contro una media dell'8% nell'Unione Europea.

Tuttavia l'utilizzo dell'Ia si sta diffondendo con percentuali significative anche nell'ambito della gestione delle risorse umane. Il dato è confermato da una indagine di Aidp-Associazione italiana per la direzione del personale - tra i propri iscritti, composti da direttori del personale e i professionisti del settore. All'indagine, curata dal Centro ricerche guidato dal professore Umberto Frigelli, hanno risposto ben 621 professionisti. Il 39% delle aziende afferma di fare un uso abituale dell'Ia nell'ambito delle proprie attività, contro il 61% dei rispondenti che ha risposto negativamente. Il 48% prevede di introdurre entro il prossimo anno sistemi di Ia. Il 27%, delle aziende, inoltre, ha dichiarato di aver acquistato un'app di Ia. Chat Gpt rimane allo stato, la più nota e diffusa (72%), ma cresce anche l'utilizzo di Microsoft Copilot (45%) seguita da Gemini (11,2%). Rispetto ai tradizionali ambiti di attività della gestione delle persone, prevale un utilizzo dell'Ia nelle attività di formazione (30,5%), di selezione e reclutamento (30%) seguite a distanza da valutazione della performance (7,5%) e gestione amministrativa delle posizioni dei dipendenti (7,5%). Più in generale, inoltre, l'Ia viene utilizzata anche per creare testi (60%), realizzare presentazioni (42,2%), automatizzare compiti ripetitivi (40%), analizzare grandi volumi di dati (23,5%) e per fare ricerche (19%). Il 74% dei rispondenti valuta positivamente i vantaggi prodotti delle applicazioni di Iaper la creazione di contenuti personalizzati per i dipendenti. Il 68%, inoltre, esprime un giudizio positivo e di fiducia, sulla base della propria esperienza personale, rispetto all'affidabilità delle risposte e degli output dei sistemi di Ia. Poco più del 55%, tuttavia, ritiene di comprendere, con varie sfumature, gli impatti potenziali dell'IA nei processi aziendale di gestione delle persone contro il 45% circa che esprime un parere opposto.

Manager e Ia, un sodalizio vincente

Come cambia il ruolo del manager con l'Ia? Il fatto che l’Ia possa automatizzare alcuni compiti ha un risvolto che forse abbiamo trascurato: permette ai manager di concentrarsi maggiormente sulle competenze trasversali, sulla gestione delle persone e sulla creazione di ambienti di lavoro più sani.​ «Se è vero – spiega Davide Boati, Senior Executive Director di Hunters Group, società di ricerca e selezione del personale – che le macchine riescono a fornire informazioni più precise e puntuali e sono più efficienti quando si tratta, magari, di analizzare una enorme quantità di dati, dobbiamo ammettere che i manager sono fondamentali per creare relazioni di valore, una cultura aziendale e nell’ascolto. In futuro, grazie all’intelligenza artificiale, sarà sempre più facile avere del tempo in più per concentrarsi sulle persone, sul loro benessere e sulle loro esigenze». L’Ia non sostituirà il lavoro di un manager, lo integrerà. Il futuro del lavoro è quello in cui robot e esseri umani lavoreranno fianco a fianco, aiutandosi a vicenda a svolgere il lavoro in modo più semplice, più rapido e migliore. Nell'era dell'intelligenza artificiale, i manager devono sviluppare e affinare una serie di soft skill che li aiutino a navigare attraverso le opportunità offerte dalla tecnologia avanzata. Tra queste competenze, cinque sono cruciali:

Empatia: con l'automazione dei compiti ripetitivi, i manager devono essere in grado di comprendere e rispondere ai bisogni e alle preoccupazioni del loro team, creando un ambiente di lavoro positivo e di supporto. L'empatia aiuta i manager a identificare e affrontare tempestivamente i segnali di stress e insoddisfazione tra i membri del gruppo e li rende in grado di gestire i conflitti in modo più efficace, valutando le diverse prospettive.

Capacità di adattamento: l'Ia e la tecnologia evolvono rapidamente, per questo i manager devono essere flessibili e pronti a imparare e implementare nuove soluzioni, oltre a guidare il team attraverso questi cambiamenti.

Pensiero critico: i manager devono essere in grado di valutare criticamente i dati forniti dall'Ia, prendere decisioni informate e risolvere problemi complessi che richiedono un giudizio “umano”.

Interpretazione dei dati: strettamente collegata al pensiero critico è la capacità di analizzare e interpretare i dati, oggi essenziale per prendere decisioni informate. I manager devono comprendere i dati generati dall'Ia, identificando tendenze, modelli e anomalie che possono influenzare le decisioni aziendali. Prendere decisioni supportate da un'analisi rigorosa dei dati riduce i rischi associati alle decisioni aziendali e permette di usare queste informazioni per giustificare le scelte e dimostrare il valore delle proprie strategie.

Capacità di ispirare e motivare: essere in grado di ispirare e motivare il proprio team è una competenza fondamentale per un manager. Questa soft skill non solo favorisce un ambiente di lavoro positivo, ma è anche cruciale per il successo a lungo termine dell'azienda. Quando un team si sente motivato e apprezzato, tende a essere più creativo, impegnato nel proprio lavoro e fidelizzato. Avere delle risorse valorizzate e soddisfatte riduce il turnover in azienda e promuove una cultura aziendale positiva.

La formazione contro la mancanza di talenti

L’Italia si posiziona al terzo posto, dopo Stati Uniti e Messico, nella classifica dei Paesi con il più elevato livello di talent shortage, pari al 47%. Questo dato evidenzia un ampio divario tra i professionisti richiesti dal mercato e quelli disponibili, rendendo più difficile per le aziende trovare risorse con le competenze necessarie a ricoprire determinati ruoli. Nonostante l’80% dei manager riconosca tale problema e il 46% stia valutando quali soluzioni applicare, solo il 10% delle aziende si sta attivando concretamente , segno evidente che nel Bel Paese la strada da percorrere è ancora lunga. Ma come adattare la formazione a questo ritmo frenetico e ridurre quindi la carenza di talenti? Antonello Spinetti, ceo di Begear, società operante nel mondo It da oltre 20 anni sia in ambito consulenziale sia nella formazione e specializzata nello sviluppo di soluzioni innovative in ambito Hr, non ha dubbi: la soluzione è la formazione adattiva, combinando Ia e approccio human. «2.160.000 secondi, 600 ore, 25 giorni, è questo il tempo medio che impiega un recruiter per trovare una risorsa adatta al ruolo - racconta Spinetti -. Al giorno d’oggi le aziende, complici l’irrefrenabile innovazione tecnologica e la perpetua nascita di nuovi business, si trovano a navigare in un sistema sempre più competitivo e diversificato, all’interno del quale anche le risorse stesse fanno fatica a emergere e a stare al passo con le nuove competenze. In particolare nel settore It, la crescente digitalizzazione delle imprese ha aumentato la domanda di profili altamente specializzati, portando negli ultimi dieci anni a ingenti investimenti per la formazione. Tuttavia, l’offerta formativa si è spesso rilevata obsoleta e poco allineata alle esigenze del mercato. È quindi necessario migliorare il sistema di upskilling e reskilling, implementando una formazione adattiva, capace di rispondere ai trend di mercato». Per rimanere al passo con l’evoluzione del mercato, è fondamentale ridurre la percentuale di talent shortage. A tal fine, è necessario rinnovare il comparto Hr che, supportato dalla tecnologia, deve aggiornare i sistemi di upskilling e reskilling interni. Per Begear, la soluzione risiede nella commistione tra Ia e approccio human nei processi di selezione e formazione delle risorse, con tre punti fondamentali:

● Utilizzo dell’intelligenza artificiale per la conduzione ottimale della fase di recruitment. Si tratta di un processo che vede l’affiancamento al professionista Hr di un tool o un avatar educato a condurre l’intervista conoscitiva su standard metodologici specifici, capace di esaminare in maniera precisa le competenze richieste per il ruolo ricercato. È così possibile definire un profilo completo del candidato e ancor più minuzioso, in sinergia con la sensibilità del manager di integrare il tutto con l’analisi delle soft skills della potenziale risorsa.
● Personalizzazione estrema dei percorsi di crescita delle risorse per allinearsi agli obiettivi di business e per rispondere alle esigenze aziendali.
● Allineamento continuo in merito alle novità e allo sviluppo tecnologico, partendo da una formazione interna del personale sulle competenze attraverso un investimento nelle ore di formazione da dedicare alle differenti figure professionali, selezionando corsi avanzati che possano dare un reale valore aggiunto alle competenze già presenti come aggiornamenti sull’IA e tool strategici di gestione.

Cogliere tutte le opportunità offerte dall’Ia generativa imparando ad applicarla nei flussi di lavoro per aumentare efficienza, creatività e produttività, ottimizzare le campagne di marketing e sfruttare al meglio i tool per designer: questi gli obiettivi principali di Generative AI per Marketers, Designers e Creativi, percorso formativo che unisce momenti on line e off line, con uno spiccato approccio pratico e con la partecipazione di alcuni dei massimi esperti del settore in Italia. Il progetto, realizzato in partnership da Iab Italia ed Edulia dal Sapere Treccani, è già online su https://genai-iab.edulia.it/. 19 ore di formazione di alto livello fra lezioni on demand, webinar live dove interagire con ospiti e docenti e workshop in presenza per imparare a scrivere copy con ChatGPT, generare immagini con Midjourney e Dall-E, realizzare video con CapCut, impostare una strategia Seo efficace, inserire l’Ia nei flussi di Meta e di Google Analytics, sfruttare a pieno la potenzialità di tool come Canva e Photoshop. Una vera guida pratica e non solo teorica all’utilizzo sia tecnico che creativo dell’Ia generativa e delle sue principali applicazioni. L’iscrizione al percorso formativo, possibile entro venerdì 18 ottobre 2024 per un massimo di 120 posti, comprende anche l'ingresso a entrambi i giorni di Intersections, evento sistemico dedicato al mondo del marketing, della comunicazione e della creatività.

Per affiancare le pmi italiane nel loro percorso di scoperta dei benefici dell’Ia, Google ha attivato Ia per il Made in Italy: un progetto che, attraverso risorse, consulenze personalizzate e corsi di formazione senza costi - on line e sul territorio - si propone di accompagnare le aziende verso un’integrazione efficace dell’Ia nelle proprie attività, con un focus particolare su quattro settori chiave del made in Italy - metalmeccanico, abbigliamento, arredamento e agroalimentare. Il progetto si articola in vari step, il primo dei quali consiste in una fase di analisi della maturità digitale del proprio business, che è possibile realizzare con AI Smart Report. Basato su una ricerca condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano, AI Smart Report è uno strumento senza costi che grazie all’analisi di 177 tecnologie Ia su vari settori del made in Italy permette di individuare quelle più utili per la propria realtà. Nei settori analizzati, l'introduzione di soluzioni basate sull'Ia può garantire significativi miglioramenti nell’efficienza, che in alcuni casi possono portare a una riduzione anche del 10% di specifiche voci di costo. A titolo di esempio, pensiamo al costo delle materie prime, ai consumi energetici e simili.

In questo senso può aiutare anche la diffusione della cultura d'impresa e della divulgazione di libri che tentano di spiegare il fenomeno dell'Ia nel mondo del lavoro. Da segnalare Atlante della tecnologia invisibile. È un saggio di Federica Spampinato (Guerini e associati) sui temi dell'alfabetizzazione digitale e tecnologica. Si tratta di un progetto a cui ha lavorato intensamente negli ultimi anni e che tira le somme di un'esperienza decennale sul campo. Il rapporto tra persone e tecnologie digitali è sempre più pervasivo e complesso, e gli oggetti della nostra quotidianità sono portali che ci fanno accedere a una dimensione di comunità invisibile che non sempre siamo in grado di contestualizzare e di decifrare. A partire da questo rapporto sublime, cioè attraente e problematico insieme, il libro offre un nuovo codice illustrato per stimolare l’immaginazione e abbattere bias e pregiudizi per rendere autentico, consapevole e vantaggioso il nostro utilizzo degli strumenti tecnologici attuali e futuri. Atlante della tecnologia invisibile, libro illustrato per adulti e giovani, si pone come collante tra le generazioni e oltre qualunque divario digitale, per offrire strumenti di senso e di decodifica che possano aumentare la conoscenza, stimolare il pensiero critico e l’autonomia decisionale nell’abitare la virtualità.

È in libreria per Luiss University Press Tutti i mondi che vedo. Curiosità, scoperta e meraviglia all'alba dell'intelligenza artificiale di Fei-Fei Li, professoressa presso il Computer Science Department della Stanford University, dove ha diretto l'AI Lab ed è co-direttrice dello Human-Centered AI Institute. È stata vicepresidente di Google e Chief Scientist of Artificial Intelligence and Machine Learning di Google Cloud. Autrice di oltre trecento pubblicazioni scientifiche e creatrice di ImageNet, il suo contributo ai campi più avanzati della cognitive Ia, del deep learning, alla visione artificiale e del robotic learning la rende oggi una delle più importanti personalità scientifiche al mondo. Definita la "madrina dell'IA" e insignita di numerosi premi e riconoscimenti, è stata inserita da Forbes nella lista delle 50 donne più importanti in ambito Hi-tech e dal Time tra le 100 più influenti figure della Ia.

«Questa breve guida è stata pensata per chi lotta contro il tempo e la mancanza di ispirazione. Che tu sia un professionista con un carico di lavoro opprimente o un artista in cerca di quella scintilla per accendere la tua immaginazione, l'intelligenza artificiale generativa può diventare la tua spalla, un potente strumento a tua disposizione». Con queste parole Emanuele Bezzecchi, descrive il suo libro: Intelligenza artificiale - Farsi le domande giuste, capire gli scenari futuri e usare in modo smart l'IA generativa (Vallardi editore), una sorta di manuale per non addetti ai lavori in cui cerca di spiegare i principi di base dell'Ia. Il libro è una sorta di roadmap per rispondere a tutti gli interrogativi sull'Ia e sfruttare al meglio (e senza paura) le potenzialità di questa tecnologia. Quello di Bezzecchi è un libro pratico che dà la risposta ai tanti quesiti che ci pone oggi la tecnologia, uno strumento agile e aggiornato per capire e affrontare le sfide che il futuro ci riserva.

L'opportunità degli investimenti nell'Ia

L'intelligenza artificiale e il cloud computing stanno guidando la trasformazione digitale dell'economia italiana. Le previsioni indicano che il valore di mercato dell'Ia triplicherà nei prossimi anni, mentre il cloud ha contribuito a una crescita del 9% nei Servizi Ict nel 2023. Queste tecnologie stanno democratizzando l'accesso a risorse avanzate, stimolando innovazione e competitività anche tra le pmi. L'impatto si estende ad altri segmenti: il software e le soluzioni Ict sono cresciuti del 5,8%, mentre i contenuti e la pubblicità digitale del 5,5%. Questa rivoluzione digitale promette di portare l'Italia verso una nuova era di prosperità economica guidata dall'innovazione tecnologica. La vera tendenza di questo periodo riguarda le società di software legacy, che vedono un aumento del valore di mercato: aziende come Sap e Oracle, ma anche Microsoft. Queste aziende hanno registrato un significativo aumento del proprio valore di mercato. Sap va oltre i 234 miliardi di dollari, con un aumento del 50% solo nell'ultimo anno. Per fare questo, è evidente l’incremento attraverso una transizione al cloud e una serie di partnership con Google e Nvidia. Il passaggio dal modello di licenza ad un modello basato su software-as-a-service (SaaS) ha portato ad una crescita del 24% delle entrate cloud nel primo trimestre del 2024. Anche Oracle ha anche registrato una crescita del 20% nelle entrate cloud nel recente trimestre fiscale, superando complessivamente un miliardo di dollari per le entrate totali del cloud, SaaS e IaaS combinati. Per la prima volta sono state superate le entrate delle licenze. Se queste aziende prosperano è semplicemente perché tutte le aziende clienti stanno passando al cloud e a sistemi come SaaS, cosa che per altro abilita in automatico l’adozione dell’intelligenza artificiale, soprattutto generativa, vero driver del mercato.

Il lancio di ChatGPT ha segnato una svolta per l’Ia e la sua diffusione, e la gamma di problematiche che questa tecnologia è in grado di risolvere continua a crescere a ritmo sostenuto. Nel suo report, intitolato Artificial intelligence: Sizing and seizing the investment opportunity, il cio di Ubs Gwm traccia un quadro di riferimento della catena del valore per l’universo investibile dell’Ia, descrivendo la creazione di valore nel settore dell’Ia con una prospettiva di tipo bottom-up. Secondo la ricerca, l’andamento dei vari segmenti della catena del valore può variare persino in un settore in forte crescita, a causa della rapidità dell’innovazione, dell’evoluzione delle dinamiche competitive e del maturare del sentiment degli investitori. Il report suddivide gli operatori della catena del valore dell’intelligenza artificiale in tre categorie stratificate che si rafforzano a vicenda:
• Società abilitanti: costituiscono la spina dorsale dello sviluppo di questa tecnologia e comprendono la produzione di semiconduttori, la progettazione di chip, i servizi cloud, i data center e l’alimentazione elettrica. Si prevede che entro il 2027 la creazione di valore sarà pari a 185 miliardi di dollari.
• Società di intelligence: trasformano in informazioni le risorse fornite dagli abilitatori in termini di calcolo ed energia e comprendono le aziende che sviluppano modelli linguistici di grandi dimensioni o che possiedono serie di dati da trasformare in informazioni utili. Data la base ridotta, questo segmento registrerà probabilmente la crescita più forte entro il 2027.
• Società di applicazioni: danno un uso specifico agli strumenti forniti dalle società di intelligence. Questa categoria offre probabilmente il maggior potenziale di redditività nel tempo, anche se in questa fase iniziale è difficile quantificare tale opportunità. Attualmente, il report prevede un mercato direttamente indirizzabile pari a 395 miliardi di dollari in termini di opportunità di ricavi per entro il 2027.

Il potenziale del mercato dell’Ia è vasto. La ricerca stima che la creazione di valore di questa tecnologia potrebbe ammontare a quasi 1.200 miliardi di dollari entro il 2027 e offre quattro considerazioni chiave per gli investitori che intendono cogliere questa opportunità di investimento:

• Essere sufficientemente investiti: molti investitori hanno costruito almeno una certa esposizione all’Ia negli ultimi mesi. Tuttavia, in virtù della crescita vertiginosa del settore molti portafogli sono complessivamente sottoinvestiti.
• Orientarsi a favore degli abilitatori: esiste il rischio che i timori di eccesso di capacità delle società abilitanti possano creare volatilità, ma, come emerge dai risultati del report, attualmente questo segmento offre la migliore combinazione di profili di crescita degli utili interessanti e alta visibilità, solido posizionamento competitivo, ottime opportunità di reinvestimento e valutazioni ragionevoli.
• Le mega cap svolgono un ruolo imprescindibile per l’Ia: finora la corsa all’intelligenza artificiale ha favorito in larga misura le maggiori aziende tecnologiche, ma a nostro avviso non si tratta di un errore, bensì di una caratteristica propria del nuovo panorama di investimenti nell’Ia. Ci aspettiamo che il mercato dell’Ia sia dominato da un oligopolio di monoliti e «fonderie» a integrazione verticale lungo la catena del valore.
• Non ci sono solo gli Stati Uniti: i monoliti tecnologici cinesi scambiano ancora a valutazioni simili ai livelli registrati prima del lancio di ChatGPT. Eppure stanno anche effettuando ingenti investimenti in intelligenza artificiale e, in ultima analisi, ci aspettiamo che la Cina sviluppi un ecosistema Ia diverso dal resto del mondo, con un notevole potenziale di monetizzazione.









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