Un treppiedi Manfrotto all'opera (via Flickr https://flic.kr/p/ShytpJ)
Manfrotto era la tipica azienda che rischiava di essere annientata dalla concorrenza cinese. Tra i leader mondiali negli accessori per la fotografia, la società vicentina fondata alla fine degli anni ’60 dal fotoreporter Lino Manfrotto realizza da mezzo secolo treppiedi, luci e borse professionali, prodotti che in Cina potevano prendere, analizzare e quindi riprodurre senza badare troppo ai brevetti e risparmiando decine di milioni di euro sui costi di ricerca e sviluppo. Soprattutto in questi anni che hanno cambiato radicalmente il settore della fotografia, con l’irrompente sviluppo tecnologico degli smartphone.
Rilocalizzazione in corso
Invece i numeri dicono che i ricavi di Manfrotto, dal 1989 entrata a fare parte del gruppo britannico Vitec, nel 2016 sono saliti del 17,5%, a oltre 151 milioni di sterline, e nei primi sei mesi di quest’anno sono cresciuti di un altro 14%. Per il 95% il fatturato arriva dall’estero, circa il 35% proprio in Asia, con la Cina in forte crescita. Manfrotto, cioè, sta vendendo ai cinesi treppiedi fatti in Italia. Di più: «Pochi giorni fa nello stabilimento di Feltre abbiamo avviato la produzione di un nuovo treppiede che si chiama Befree Advanced, che lanceremo sul mercato a novembre e che sarà prodotto interamente in Italia. Inoltre nello stabilimento sono stati realizzati investimenti tali che consentiranno di riportare in Italia parte della produzione attualmente realizzata in Cina» racconta Marco Pezzana, Ad del gruppo dal 2009.
La storia degli ultimi anni di Manfrotto è esemplare per come un certo tipo di Made in Italy abbia straordinarie capacità di adattamento. «Negli ultimi quattro anni - spiega Pezzana – abbiamo visto un esponenziale cambiamento degli apparecchi per produrre immagini e video. La necessità di produrre contenuti visivi è la più alta di sempre, davanti a questa sfida ci siamo detti: rispondiamo accelerando la nostra capacità di innovazione». Tra il 2014 e il 2017 l’azienda ha investito 10 milioni di euro per nuove tecnologie produttive nel polo produttivo di Feltre, nel bellunese, puntando su lean manufacturing (il processo produttivo che elimina ogni spreco), robotizzazione e industria 4.0.
Robot e dipendenti
Il personale (Manfrotto occupa 529 dipendenti in Italia) è stato riqualificato, con innovazioni importanti anche sul lato del welfare: Pezzana rivendica la firma del primo contratto integrativo aziendale basato sul merito, concordato con i sindacati sulla base di un meccanismo di valutazione della performance del singolo dipendente elaborato assieme all’Università di Pisa. L’assemblaggio è ancora fatto a mano, ma con tempi di produzione ridottissimi secondo i principi lean: «Il nostro treppiede 190 quando sono entrato veniva assemblato in mezz’ora, oggi siamo sotto i 3 minuti, e il prodotto è molto più sofisticato ». Con il risultato che «oggi qualunque supporto treppiede fabbricato in Italia con un valore di mercato al di sopra dei 100 euro riusciamo a produrlo in maniera più cost effective in Italia rispetto a un paese low cost».
L'innovazione protegge da chi copia
Con questa forza di innovazione di prodotto e processo l’azienda si è presentata sul mercato cinese, avviando nel 2012 un ufficio di rappresentanza che gradualmente si è allargato fino al ruolo di autentica filiale commerciale. «In Oriente l’essere made in Italy conta tantissimo, come garanzia non solo di qualità ma anche di innovazione e design. È un simbolo di status per la nuova classe media emergente ». Funziona: l’azienda oggi è esportatore netto sull’ipercompetitivo mercato cinese e, anche grazie ad accordi strategici con marchi come Sony ed Apple, ha un ritmo di evoluzione e sviluppo di prodotti che le danno un vantaggio difficile da colmare per gli imitatori a basso prezzo. Vale per i treppiedi ma anche per le borse, settore in cui Manfrotto è entrato da pochi anni ma ha già conquistato una quota di mercato del 10%.