Il maestro cartapestaio Uccio con i ragazzi della cooperativa Oltre l'arte
La manualità applicata al sociale può dare nuova linfa alla lavorazione tradizionale della cartapesta e della terracotta. E’ un progetto dal sapore antico quello portato avanti da Eustachio Santochirico, detto Uccio, un giovane maestro cartapestaio di Matera, autore del carro trionfale che lo scorso luglio ha sfilato tra i Sassi, in occasione della festa della Madonna della Bruna, patrona della città, dopo due anni di stop forzato per la pandemia. Nel 2019 Uccio e un gruppo di amici, tra i quali la sua futura moglie, hanno deciso di accogliere l’appello di Papa Francesco ad unire le forze per creare una nuova economia più equa che partisse dalle persone. Una sfida non semplice in una terra dove il decidere di restare è già un atto di fiducia nella possibilità di un cambiamento. Uccio è il direttore artistico di un laboratorio artigianale gestito da una Cooperativa sociale che dà lavoro a tanti ragazzi con la sindrome di down. Un’esperienza nata proprio dopo l’incontro con EoF. “Oltre l’arte Matera” nasce dal progetto Policoro della Cei e si occupa di accoglienza ai turisti non solo nella città dei Sassi ma anche in alcune zone della Provincia. Tra le molte attività della cooperativa, nella quale lavorano 60 persone di cui 12 con sindrome di Down, c’è il laboratorio di artigianato solidale di cui Uccio è direttore artistico. Con lui lavora una “squadra” di dodici persone, tra cui sei ragazzi speciali. Insieme danno vita a un progetto sociale inclusivo oltre che artistico.
“Nel 2021 è stato rigenerato lo spazio di una parrocchia nel quartiere La Nera che è stato trasformato in un hub sociale che produce artigianato ma fa anche attività educative - spiega Santochirico -. Creiamo piccoli manufatti di cartapesta e organizziamo laboratori per turisti e per le scuole. I ragazzi hanno un regolare contratto di lavoro, sono loro i protagonisti. Il laboratorio è un esempio riuscito di ecologia integrale. L’argilla l’acquistiamo mentre per la cartapesta utilizziamo scarti di tipografia, sacchi della farina dismessi e altri materiali che ci vengono donati da associazioni o privati. Molto spesso scegliamo le periferie con alti livelli di povertà abitativa per fare le nostre attività aperte al pubblico. Spingiamo i ragazzi a sognare, i bambini si sporcano le mani con la terracotta e la cartapesta, fanno le cose insieme”. Con i liceali viene sviluppato un progetto più complesso, vengono letti alcuni testi di EoF per provare a capire il significato di questo cambiamento economico, i concetti di bene comune e di felicità. Ci sono poi progetti per i turisti ancora a livello di esperienze embrionali.
“È ancora tutto in divenire, ho unito la mia passione per questo lavoro con la disponibilità della cooperativa. I maestri sono i ragazzi sono loro a spiegare agli alunni e ai turisti come si lavorano questi materiali” aggiunge il maestro cartapestaio. Nelle aree della Basilicata promuovere il cambiamento spesso significa recuperare le antiche tradizioni. Uccio ha fatto rete con altri giovani imprenditori raccogliendo e mappando le diverse realtà. “Abbiamo capito che ci accomuna immaginare qualcosa che ancora non è, con molti siamo rimasti in contatto anche dopo EoF. Vivere la Basilicata è una scelta di cambiamento a prescindere dalla fede politica - conclude Santochirico -. Ci sono progetti di agricoltura sociale, percorsi naturalistici, street art per trasformare paesini abbandonati in un museo a cielo aperto. Facciamo insieme un lavoro corale per migliorare il contesto che viviamo, abbiamo tanta voglia di guidare questa trasformazione mettendo in comune i nostri talenti”.