giovedì 14 settembre 2023
Dopo la pandemia c’è stato un aumento delle aperture di “store” fisici L’ultima quella di Hamleys a Milano. L’e-commerce vale un quarto delle vendite
I giocattoli non soffrono la crisi: fatturato in crescita e nuovi mega-store

ANSA

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La denatalità e l’inflazione non mettono al tappeto il mercato italiano del giocattolo che con un giro d’affari di 1,8 miliardi di euro è in crescita per il terzo anno consecutivo. A fare da traino, dopo la parentesi della pandemia, l’apertura di alcuni mega-store con l’arrivo anche di marchi stranieri. A Milano dopo l’americano Fao Schwarz nel dicembre del 2021 oggi in corso Vittorio Emanuele è arrivato l’inglese Hamleys, con il cuore in Regent Street e punti vendita in ormai 15 Paesi, in partnership con l’italianianissima Giochi Preziosi. I negozi fisici non sembrano temere la concorrenza dell’e-commerce, che rappresenta circa un quarto delle vendite, anzi sembrano vivere una nuova primavera.


Il primo semestre del 2023 si è chiuso con una crescita del 2% del valore del venduto. Un dato positivo diffuso da Assogiocattoli in occasione della giornata di presentazione delle novità dei principali marchi. Maurizio Cutrino, direttore della storica associazione che ha 200 associati e 8’0 anni di vita, spiega come il settore abbia dato prova di una grande solidità e capacità di rinnovamento. Nonostante le nascite siano in calo, al di sotto della soglia dei 400mila, l’attenzione verso l’universo dei più piccoli è massima. «La prima infanzia, che comprende anche passeggini, seggiolini auto e dispositivi di sicurezza sta andando molto bene, in generale calano leggermente le vendite in volume ma non in valore per la dinamica inflattiva - sottolinea Cutrino -. Tra i prodotti più venduti ci sono i giochi da tavolo e le carte, che intercettano anche un pubblico adulto, al secondo posto i peluche, un segmento che non conosce crisi, e al terzo i giochi pre-scolari come Sapientino e simili».

Secondo i dati della società di ricerca Circana, i volumi sono in ripresa, grazie ad attività promozionali e di fidelizzazione. Il grosso delle vendite, quasi il 70% si concentra negli ultimi due mesi dell’anno. I consumatori scelgono prodotti di fascia più bassa mentre sono in calo le vendite di quelli sopra i 30 euro. Subiscono una contrazione costruzioni, bambole e giochi da esterno, questi ultimi, probabilmente, anche per le incerte condizioni metereologiche della scorsa primavera-estate. Il negozio fisico offre come vantaggio la possbilità di avere una consulenza personalizzata spiega Cutrino. Ma anche di vivere un’esperienza e in questa chiave vanno lette le aperture di vere e proprie boutique del giocattolo, ideate per i bambini e per i genitori. L’ultimo fresco di apertura è il primo negozio Hamleys: 1300 metri quadrati (ristrutturati dal gruppo Lombardini22 ) su due piani. Sarà il primo di dieci store che apriranno in Italia in collaborazione con Giochi Preziosi: i prossimi saranno a Roma presso la galleria Sordi e a Napoli nel centro commerciale in direzione Pompei. «Il nostro non è un negozio di giocattoli e basta, c’è un po’ di experience e magia e attira anche gli adulti - sottolinea il fondatore Enrico Preziosi - . Il mercato dei giocattoli va sempre bene, sta crescendo, ma dobbiamo dare qualcosa di più, per ampiare la fascia d’età dei clienti». A Milano il negozio darà lavoro a circa 28 persone, mentre il gruppo ha annunciato che nei prossimi anni ci saranno un migliaio di assunzioni con l’apertura di altri negozi sia come Giochi Preziosi (al momento l’unico flagship è in piazza Duomo) sia come Giocheria, il marchio in franchising che comprende circa 400 punti vendita.

«Il mercato del giocattolo è resiliente. Nella storia ha sempre retto ogni cambiamento macroeconomico in modo molto piatto, quindi non ci sono slanci di crescita, ma neanche un decremento. I numeri anche di quest’anno mostrano come, per esempio, nonostante il calo generale ad agosto anche per il caldo, il mercato del giocattolo faccia segnare un -1% in volume» spiega il ceo di Giochi Preziosi Marco Lischetti. Nessuno scossone neanche dall’e-commerce come avviene per altri settori merceologici. «L’online non ci preoccupa, perché se calcoliamo un 25/30% di mercato coperto da Amazon, significa che abbiamo un 70% di mercato che possiamo coprire con il retail fisico» conclude Lischetti.


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