domenica 6 giugno 2021
Eustachio Santochirico nella sua "Uccio Matera Lab" produce oggetti di cartapesta
Eustachio Santochirico

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«Tutto è nato inseguendo una passione. Fin da bambino mio nonno mi accompagnava a vivere i momenti più intensi tra fede e folcklore della nosta festa patronale di Matera, la festa della Bruna, celebrata da più di sei secoli ogni 2 luglio. Quasi per gioco negli anni 2000, ancora fanciulli con gli amici del quartiere, ci divertivamo, nelle calde estati, a costruire dei piccoli carri di cartapesta che riproducevano in piccolo la festa della Bruna». Eustachio Santochirico, 32 anni, è orgoglioso delle sue radici. Grazie al Progetto Policoro ha messo in piedi una sua bottega artigianale: Uccio Matera Lab. Nel 2005 aveva partecipato a un corso di formazione in una delle botteghe storiche che si occupava della costruzione del carro del 2 luglio. Da allora è nata una collaborazione continuata circa 11 anni. «Ad approfondire l’esperienza di fede – continua – sicuramente c’è stato e ora come allora il movimento Gen, un gruppo giovanile del Movimento dei Focolari. L’impegno verso gli altri mi ha portato a occuparmi di animazione di comunità nel mio territorio attraverso il Progetto Policoro promosso dalla Cei. Successivamente con dei progetti di gemellaggi promossi da Caritas sono stato impegnato per un anno ad Amatrice dopo il terremoto del 2016 a lavorare nel tessuto sociale della comunità del Centro Italia». Nel 2018, ritornato a Matera, si è rimesso a lavorare al suo primo sogno: costruire il carro della Bruna. Da ormai due anni è impegnato nella realizzazione di prodotti di cartapesta e terracotta insieme con alcuni dei ragazzi diversamente abili presenti nell’organico di una cooperativa sociale. Dopo aver partecipato altre due volte al bando per la realizzazione del carro della Bruna, lo scorso 2019 è arrivato il verdetto tanto atteso, quello dell’affidamento del progetto. «Nell’equipe di lavoro – conclude – ho voluto fin da subito inglobare questa esperienza di artigianato solidale che coniugava la parte artistica e artigianale con quella dell’animazione sociale. L’ibridità della squadra tutta nuova ha rappresentato anche uno nuovo modo di fare economia, concentrando liberi professionisti, impresa artigianale e impresa sociale».

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