lunedì 7 ottobre 2024
In un anno, secondo l'osservatorio Moneyfarm, la spesa complessiva fra scuola e attività extra è cresciuta del 4%. Mentre per laurearsi nelle grandi città servono dai 60 agli 80mila euro.
Una studentessa china sui libri

Una studentessa china sui libri - cc Pixabay

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Crescere i figli comporta un impegno non da poco. Ma farli studiare, anche in tempi di inflazione al ribasso, rischia di diventare per molti un compito economicamente insostenibile. Nel 2024, la cifra media che i genitori italiani devono sborsare per educare la prole dal nido alla laurea è aumentata del 4% in un anno, fino a raggiungere i 140mila euro. Circa la metà della spesa serve a coprire gli studi universitari, soprattutto per chi decide di iscriversi ad un ateneo fuori sede. E soprattutto se la destinazione è Milano.

A rivelarlo, è la terza edizione dell’osservatorio sul costo dell’educazione in Italia promosso da Moneyfarm. La società di consulenza finanziaria indipendente ha aggiornato anche quest’anno i dati relativi alle 160 attività contenute nel suo paniere di riferimento, per monitorarne l’impatto sulle tasche delle famiglie. Il quadro che emerge parla chiaro: nonostante l’incremento dei prezzi rallenti attestandosi all’1,1% (dato annuale ad agosto secondo le stime preliminari Istat), non diminuisce il caro istruzione a tutti i livelli. Anzi, in due anni lo sforzo richiesto per garantire ai figli una formazione completa dalla prima infanzia all’ingresso nel mondo del lavoro ha subito un incremento del 9,7%. Ovvero, a questa voce il bilancio familiare segna ormai un extra esborso di oltre 500euro all’anno, a fronte di un percorso lungo più o meno vent’anni.

Traina i rincari l’istruzione scolastica e universitaria privata (+4%), ma lo scenario è trasversale a prescindere dal tipo di formazione scelta in base alle aspirazioni personali e alla disponibilità economica. E a seconda che si opti per un percorso standard in scuole e atenei pubblici con una quantità limitata di attività extracurricolari o si decida per l’iscrizione in istituti d’elite, università estere di alto profilo e corsi musicali/sportivi in strutture prestigiose, rivela l’indagine, i costi totali sono compresi in una forbice tra i 57mila e i 750mila euro a studente. Tutti in crescita, con percentuali dal 2% al 5% e un aumento rispetto al 2023 fra i 1.470 e i 15.660 euro. A guidare la classifica c’è però il percorso “STEM”, quello cioè legato alle materie scientifiche (+4,7%), preferibile per assicurarsi un futuro lavorativo nel settore economico e tecnologico. La scuola dell’infanzia è invece il ciclo di studi che registra l’incremento di prezzo maggiore (+5,9% di media), seguita dalle superiori (+4,3%).

Nei 160 titoli del paniere rincarate complessivamente del 3,9% sono incluse anche tutte quelle attività collaterali – come lo studio delle lingue straniere, lo sport e i corsi ludico-ricreativi- considerate necessarie allo sviluppo della persona, in cui oggi si impegnano gran parte dei ragazzi.

Ma è dopo l’esame di maturità che i sacrifici di una vita presentano un conto ancora più salato. Terminata la scuola dell’obbligo, l’investimento più pesante è rappresentato dalle tasse universitarie e dalle spese necessarie al mantenimento fuori casa per coloro che scelgono di immatricolarsi in un’altra città da nord a sud. Milano, non sorprende, si conferma anche quest’anno la sede più cara, dove cinque anni di studi in un ateneo pubblico arrivano a costare, sommando i costi di alloggio, vitto, retta e qualche capriccio, ben 82.160 euro (peraltro il 2,14% in più del 2023). Pconvenienti eppure non per questo meno costose Padova, Napoli e Bari, in cui mantenersi fino alla laurea magistrale comporta un esborso dai 63mila ai 66mila euro, con punte del +10% in più sullo scorso anno. Nel capoluogo campano, calcola Moneyfarm, nel periodo considerato il prezzo per l’affitto di una stanza singola è addirittura cresciuto di quasi il 20%. In effetti, il caro affitti gioca un ruolo primario nell’impennata dei prezzi, incoraggiato tra le altre cose dalla scarsità dell’offerta di immobili e dalla concorrenza delle locazioni a breve termine.

Unalternativa efficace al prolungato salasso, avverte la società, potrebbe essere rappresentata dalla pianificazione finanziaria di queste spese secondo strategie che sfruttino l’ampia durata del processo educativo. Con investimenti coerenti e adeguati alla situazione di ciascun nucleo, per ridurre rischi e preoccupazioni.



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