L'agroalimentare cresce in Italia e all'estero - Archivio
Negli ultimi 12 mesi il settore agroalimentare ha registrato notevoli miglioramenti, anche a livello internazionale. L’Italia, infatti, è stata il terzo esportatore mondiale, dietro solo a Germania e Paesi Bassi. È cresciuto anche il numero di italiani che ha bevuto vino, in particolare nella fascia 18-41 anni, con un aumento di sei punti percentuali (dall'84% al 90% del totale). I nostri prodotti sono stati molto apprezzati anche all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada: lo scorso anno, infatti, 600 milioni di bottiglie – pari a 2,7 miliardi di dollari e una crescita sul 2020 del 17% - hanno lasciato l’Italia. Proprio l'anno scorso è stato registrato il record storico dell’export agroalimentare: oltre 52 miliardi di euro. Con il settore enologico, che, con oltre sette miliardi di euro, ha rappresentato il 14% del totale. Inoltre sono cresciuti a doppia cifra anche la carne e i derivati, il caffè, la cioccolata, i formaggi, l’ortofrutta fresca, l’olio extravergine d'oliva, i derivati del pomodoro e la pasta.
Ma per avere successo, il bollino Made in Italy non è più sufficiente. È fondamentale raccontare una storia e – se si decide di entrare anche nei mercati esteri – adeguare prodotto e strategia ai consumatori di ogni Paese. Le aziende, dunque, hanno bisogno di professionisti con competenze specifiche. Uno di questi è sicuramente il food & beverage manager, la persona che si occupa di tutte le attività legate alla promozione di un prodotto: gestione della comunicazione, dei punti vendita, delle attività di marketing e, ovviamente, di tutta la strategia commerciale per ampliare il mercato. Il reddito annuo lordo, per questi professionisti è molto interessante, poiché è compreso tra i 60mila e i 70mila euro. Ci sono, poi, ottime opportunità per l’export manager, che gestisce la distribuzione e la vendita all'estero dei prodotti direttamente o tramite una rete di distributori/agenti. Il suo reddito è solitamente compreso tra i 60mila e gli 80mila euro. Cresce anche la richiesta per il responsabile Logistica e Magazzino. È il professionista che gestisce la spedizione, lo stoccaggio, la conservazione e la consegna dei prodotti in Italia e all'estero, interfacciandosi con fornitori e Gdo-Grande distribuzione organizzata. In termini economici, parliamo di una retribuzione compresa tra i 50mila e 60mila euro.
Quando si parla di eccellenze italiane non può mancare un riferimento al vino che registra, secondo gli ultimi dati di Coldiretti, un fatturato pari a 11 miliardi di euro, sia grazie al mercato interno sia grazie alle esportazioni. Il nostro Paese, dunque, si conferma leader mondiale, a discapito di Francia e Spagna. «Se analizziamo questi numeri – spiega Emanuele Franza, director di JHunters, brand di Hunters Group – ci rendiamo conto di quanto questo settore sia cruciale per la nostra economia e per il mercato del lavoro. Ma non dobbiamo pensare che le opportunità siano legate solo alle attività in vigna, c’è un indotto notevole che vi ruota intorno: l’agricoltura, l’industria, il commercio, la ristorazione, la logistica e i trasporti, giusto per citare quelli più affini. La filiera del vino coinvolge tante e diverse professionalità, tra tradizione e innovazione: oltre al food & beverage manager, infatti, ci sono una serie di opportunità per chi si occupa dell’internazionalizzazione, per il responsabile Spedizioni o il responsabile finanziario». Soprattutto in un momento come quello attuale, nessuna azienda può permettersi di non avere una strategia di vendita a livello internazionale. La richiesta di export manager, infatti, è cresciuta notevolmente nel corso del tempo: si parla di una crescita del 30%. L’export manager si occupa dell'analisi dei mercati esteri per capire dove sia meglio investire e in che modo trasformare un’azienda locale in un’azienda internazionale. È un profilo fondamentale per le imprese, soprattutto per quelle che operano nel settore del Food & Beverage, ed è per questo che le retribuzioni sono abbastanza alte anche per i profili più junior.
Incubatore, candidature aperte fino al 30 maggio
Fino a lunedì 30 maggio è possibile partecipare alla call Io ci credo, il progetto promosso dall’incubatore In Cibum Lab a sostegno dei giovani innovatori italiani impegnati nel food e nel foodtech. La call è alla terza edizione ed è destinata all’accelerazione e al finanziamento sia di progetti in fase di costituzione sia di imprese già operative in ambito food. L’opportunità è aperta alle imprese che presentano progetti food-related con esplicita priorità a quelle costruiti su soluzioni digitali e innovazioni relative a economia circolare, nutraceutica, innovazioni in ambito agricolo, soluzioni di packaging bio-based e soluzioni innovative per la Gdo. La call si divide in due sezioni:
- emerging talent per le imprese in fase di costituzione (il partecipante all’iniziativa sarà il socio fondatore) che presentano la loro idea imprenditoriale al fine di vederne supportata la fase di lancio e accelerazione;
- start up accelerator per le imprese già costituite che richiedono un supporto per l’accelerazione della propria idea verso il mercato. In questa sezione sono ammesse le società italiane costituite in forma di Srl (anche semplificata) o Spa e le società estere che s’impegnano ad aprire una sede in Italia, in caso di esito positivo della selezione, per accedere al programma d’incubazione.
Per partecipare è necessario accedere alla pagina dedicata https://foodtech.incibumlab.it/iocicredo (BIT.LY https://bit.ly/3O8s958) e compilare l’executive summary completo del link del video di presentazione caricato su YouTube. È inoltre richiesta la sottoscrizione preliminare della lettera d’intenti e del term sheet con le condizioni di accesso e d’investimento. Le candidature potranno essere inviate entro e non oltre le ore 12 del giorno 30 maggio 2022.
Assunzioni in MacDonald's e Nims
McDonald’s continua a crescere e a rafforzare il legame con l’Italia, confermando il valore del suo contributo al rilancio del Paese. Nel 2021 l’azienda ha registrato un fatturato in crescita del 37% rispetto al 2020, confermando il segno positivo anche sul 2019. Una crescita che si traduce in +20% di investimenti nell’agroalimentare del nostro Paese, dove negli ultimi due anni sono stati aperti 60 nuovi ristoranti e assunte 5mila persone. In Italia oggi sono 640 i ristoranti McDonald’s, diffusi capillarmente lungo tutta la Penisola e in continua crescita: l’obiettivo per il triennio 2022-2025 è di circa 200 nuove aperture. Un incremento strettamente collegato alla creazione di nuovi posti di lavoro, con una prospettiva di assunzioni di oltre 5mila persone nel corso del 2022 e di 12mila persone nei prossimi tre anni. Una popolazione vasta ed eterogenea, composta oggi da 27mila dipendenti di cui il 62% è rappresentato da donne - che sono anche il 50% degli store manager - il 55% da giovani sotto i 29 anni e il 15% da cittadini stranieri. Con un investimento diretto di quasi 240 milioni di euro l’anno, McDonald’s continua a puntare sul comparto agroalimentare made in Italy: l’85% dei fornitori è rappresentato da aziende italiane e ogni anno vengono acquistate oltre 100mila tonnellate di prodotti del nostro territorio.
Invece Nims, azienda padovana parte del Gruppo Lavazza e specializzata nella distribuzione e vendita del caffè in capsula e delle macchine del caffè in Italia, presenta la professione del personal shopper del caffè e apre la campagna di reclutamento. In un momento di congiuntura economica e occupazionale complessa, Nims offre, per giovani e non solo, un’opportunità importante e concreta di lavoro flessibile e meritocratico e una carriera in un settore in grande crescita. Il mercato del caffè in Italia infatti continua a puntare sul porzionato, che si conferma il segmento più dinamico nello scenario italiano. L’azienda si dimostra una realtà di successo e sempre alla ricerca di nuove risorse per sviluppare il suo business. Diventare personal shopper del caffè è un’opportunità unica di formazione e carriera nel mondo del lavoro. Si tratta di una figura professionale innovativa, unica e peculiare, che sarà adeguatamente formata per sviluppare competenze specifiche e particolari qualità umane come la capacità di ascolto, la disponibilità e la capacità di entrare in sintonia con il cliente. L'esperto del caffè e incaricato alla vendita sarà attento a tutte le nuove tendenze del settore, con una grande conoscenza sul caffè, le sue origini, le sue peculiarità e le sue tipologie.