
La presentazione del progetto di Fondazione Cariplo ZeroNeet
Anna ha lasciato la scuola a 16 anni perché aspettava una bambina, Nikolaj si è ritirato un anno prima perché per lui, iperattivo, stare tante ore seduto era troppo difficile, Elena, nonostante una laurea in geografia, non riusciva a trovare un impiego e stava cadendo in depressione. Sono tre Neet (giovani che non studiano e non lavorano) che sono riusciti, grazie ad iniziative mirate e a tanta determinazione, a trovare la loro strada senza farsi risucchiare dalla paura di non farcela. Anna si occupa di comunicazione, Nikolaj è stato assunto come barista e Elena dopo un corso di formazione fa la programmatrice. Le loro vicende personali, raccontate in un video trasmesso nel corso della presentazione dell’iniziativa ZeroNeet lanciata ieri da Fondazione Cariplo in collaborazione con IntesaSanpaolo, sono la prova che cambiare rotta si può, intercettando il disagio che si cela dietro ai numeri.
In Italia i Neet sono 1,4 milioni: ragazzi tra i 16 e i 29 anni con un orizzonte piatto davanti. «Neet non si nasce si diventa - è il grido d’allarme lanciato da Benedetta Angiari, responsabile del progetto -. Ci sono una serie di concause che incidono: insuccessi scolastici, famiglie disfunzionali, povertà. Tutti elementi che spingono verso l’isolamento questi ragazzi che si chiudono in casa e passano le giornate sul divano». Ma intervenire si può cercando di intercettarli con campagne mirate sui social, tramite la rete di associazioni del Terzo settore o le segnalazioni da parte di genitori e amici. L’obiettivo di Fondazione Cariplo che ha deciso di stanziare 20 milioni di euro, altri 10 arrivano da IntesaSanPaolo, è far uscire da questa condizione di inattività non desiderata 20mila ragazzi. Si parte dalla Lombardia, dove i Neet sono 157mila, ma l’obiettivo è creare un modello nazionale e centrare quel parametro del 9% indicato dalla Ue come un parametro accettabile per il nostro Paese. «Vogliamo unire le forze e applicare metodi ed esperienze che hanno funzionato per scalare i numeri e dare un segnale importante di vicinanza alle giovani generazioni, ai ragazzi e alle loro famiglie - ha sottolineato il presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Azzone -. Non possiamo stare a guardare, agiremo su due fronti: da un lato la prevenzione, evitando che altri ragazzi escano dalla scuola e finiscano in un vicolo cieco da cui poi è più difficile farli uscire; dall’altro sostenendo l’ingresso nel mondo del lavoro di coloro che sono oggi bloccati in questo tremendo limbo, sospesi in una vita che non lascia spazio al futuro». Il progetto ha come finalità anche quella di aiutare le imprese oggi alle prese con una mancanza di personale drammatica, causata dall’inverno demografico che solo in Lombardia porterà ad avere 670mila lavoratori in meno. «I giovani e il loro talento - ha detto il ceo di IntesaSp Carlo Messina - sono le nostre terre rare. Il nostro Paese oggi soffre di problemi demografici. Questo è un problema per il capitale umano del nostro Paese. Ci sono 1,7 milioni di posti che le aziende stanno cercando in Italia e un 1,4 milioni di giovani che non hanno una prospettiva né di studio, né di lavoro. Sono cose sulle quali è importante intervenire».
Il progetto per il contrasto al fenomeno dei Neet rientra nell’ambito della programmazione per il 2025. Le risorse a disposizione dell’ente passano da 150 a oltre 215 milioni di euro. Una parte consistente verrà destinata a tre grandi programmi che hanno un orizzonte temporale triennale: oltre ai Neet il tema della disabilità e il particolare del “dopo di noi” e quello della prima infanzia. Il cambio di prospettiva è stato dettato dal desiderio di affrontare in maniera trasversale alcune emergenze del Paese, assumendo un ruolo di regia e coinvolgendo altre realtà. Qualcosa di analogo era stato già fatto con il progetto Qubì contro la povertà infantile: in sette anni sono stati stanziati 27 milioni di euro e sono stati aiutati 30mila bambini.
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