Sotto inchiesta le modalità di reclutamento del personale da parte del colosso della logistica Dhl - Ansa
La Procura di Milano ha sequestrato d'urgenza oltre 20 milioni di euro alla Dhl Supply Chain Italy nell'ambito di un un'indagine su una presunta frode fiscale. Il sequestro è stato eseguito dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, su delega dei pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri. L'operazione, denominata "Mantide", è scaturita da un'indagine svolta dalla Gdf in collaborazione con il settore Contrasto Illeciti dell'Agenzia delle Entrate. Sono state eseguite perquisizioni nelle provincie di Milano, Monza-Brianza, Lodi e Pavia, a carico delle persone fisiche e giuridiche coinvolte. Alla società del settore logistica è stata notificata anche un informazione di garanzia in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione a presunti illeciti penali commessi dai dirigenti.
Stando agli accertamenti degli investigatori delle Fiamme Gialle, sarebbe emerso che i rapporti di lavoro con Dhl Supply Chain Italy sarebbero stati "schermati" da un consorzio che si avvaleva a sua volta di 23 società cooperative, che si avvicendavano nel tempo trasferendo la manodopera dall'una all'altra, omettendo sistematicamente – sempre secondo quanto emerso dalle indagini – il versamento dell'Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale nei confronti dei lavoratori. In partica dall'inchiesta è emerso che, attraverso società di intermediazione e "finte cooperative", sarebbero stati creati "meri serbatoi di manodopera". L'inchiesta avrebbe fatto emergere «una complessa frode fiscale caratterizzata dall'utilizzo di fatture soggettivamente inesistenti, da parte della multinazionale, e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, effettuata in violazione della normativa di settore».
Dhl Italia, indagata insieme a Antonio Lombardo attuale presidente del cda e consigliere delegato di Dhl Supply Chain (Italy) e dell'ex numero uno Fedele De Vita, deve rispondere di"gravi condotte che agevolano lo sfruttamento dei lavoratori e che determinano pratiche di concorrenza sleale", oltre che di violazioni sul fronte tributari per la dichiarazione fraudolenta o l'emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Secondo i pm il "meccanismo fraudolento", ossia l'uso di cooperative che "fungono da meri 'serbatoì di manodopera" su cui vengono 'scaricatè le ritenute del lavoro dipendente e dei contributi previdenziali e assicurativi, sarebbe ancora in atto, "con rilevantissime perdite per l'erario e situazioni di sfruttamento lavorativo che perdurano, a tutto vantaggio di Dhl".
Sarebbero 1.573 i soci lavoratori/dipendenti occupati presso le cooperative dal 2016 al 2019. Dai dati acquisiti in base a banche dati, "appare possibile concludere per la sussistenza di un fenomeno di illecita somministrazione di manodopera da parte dei fornitori del Consorzio Industria dei Servizi, artatamente dissimulata tramite laveste formale di contratto d'appalto", si legge nel decreto. Secondo la procura "l'architettura fraudolenta ruota attorno a unsistema di appalti e subappalti simulati, utilizzati allo scopo di schermare l'unico oggetto del rapporto tra le parti, vale a dire la somministrazione di manodopera da considerarsi, irregolare.
Dal colosso della logistica non arrivano per il momento considerazioni nel merito dell'inchiesta. "Confermiamo che questa mattina Dhl Supply Chain (Italy) SpA è stata informata dalla Procura della Repubblica di Milano di un'indagine per presunte irregolarità fiscali. La conformità è ed è sempre stata un principio fondamentale di tutte le unità aziendali Dhl e guida tutte le nostre azioni - spiegano dalla sede centrale in Germania -. La Società, ritenendo di aver sempre operato nel pieno rispetto della normativa fiscale italiana, fornirà agli inquirenti tutta la collaborazione necessaria per chiarire in modo tempestivo e soddisfacente la propria posizione".