Emanuele Orsini, presidente designato di Confindustria - Ansa
«Il tema della competitività sarà un tema chiave, l’energia è un altro tema che metteremo al centro del nostro programma e la certezza del diritto». Lo ha sottolineato Emanuele Orsini, presidente designato di Confindustria, al termine del Consiglio generale. Dopo il passo indietro dell'altro candidato Edoardo Garrone, il Consiglio generale dell'associazione degli industriali ha scelto l’imprenditore emiliano in maniera compatta. Hanno votato in 173 su 187 aventi diritto: il manager ha raccolto 147 preferenze, 17 schede nulle, nove bianche. Durante il Consiglio generale del 18 aprile il presidente designato presenterà la squadra e il programma, mentre l'elezione si svolgerà nel corso dell'assemblea generale del 23 maggio.
La successione di Carlo Bonomi è stata ricca di colpi di scena. La designazione di Orsini è arrivata dopo mesi complessi per l'associazione degli industriali, con una campagna elettorale caratterizzata da polemiche e ricorso ai probiviri. Il tutto mentre lo scenario economico globale è ricco di complessità da affrontare: i contraccolpi del conflitto in corso da due anni in Ucraina, la crisi di Gaza, le tensioni nel Mar Rosso, la corsa dell'inflazione e i tassi di interesse elevati imposti dalle banche centrali per frenarla.
«Credo che Edoardo (Garrone, ndr) abbia fatto un atto di grande responsabilità e ci ha messo nella condizione di avere ancora più responsabilità – spiega il presidente designato –. Il passo indietro di Edoardo, una persona che stimo e rispetto tantissimo, con cui abbiamo avuto interlocuzioni, ha messo me nelle condizioni di poter scegliere la squadra in totale responsabilità per mettere al centro i capitoli del programma, per poter mettere le migliori persone affianco ai capitoli che andremo a costruire. È l’unico modo per poter far si che la squadra della nuova presidenza sia forte».
Orsini, a quanto è trapelato, dopo la designazione si è rivolto al “parlamentino” degli industriali sottolineando l’obiettivo di «unità», l’importanza di un passaggio che cancelli le divisioni, permetta ora di «guardare all’industria italiana del Paese tutti insieme», l’esigenza, emersa in questa fase elettorale, «di cambiare regolamento» per le elezioni. Si guarda quindi al 18 aprile, quando Orsini presenterà la sua squadra. «Cercherò di convincere i 26 che non mi hanno votato», ha detto il presidente designato. «Siamo riusciti, dopo una campagna elettorale molto complicata e difficile, a ricompattare Confindustria come è giusto che sia, perché Confindustria deve guardare avanti, deve guardare all’industria italiana del Paese», ha aggiunto Orsini. «Abbiamo costruito un programma che ovviamente per diversi capitoli andrà a susseguirsi con le vicepresidenze che andremo a formare da qui al 18 di aprile. Insomma, dobbiamo lavorare, quindi saranno momenti complicati, intensi, ma faremo il meglio per le nostre imprese, per le nostre aziende, perché questo dobbiamo fare», ha continuato il presidente designato.
Orsini ha ricordato che «le tre parole che abbiamo usato proprio nella costruzione del programma sono: dialogo, identità, unità. Dialogo: per noi è fondamentale, vuol dire mettere al centro le imprese. Identità, quindi far sentire l’ultimo nostro associato, ogni categoria, ogni associazione parte di un progetto perché solo in quel modo riusciamo a costruire un’identità di Confindustria. E unità: basta con divisioni come tra grandi e piccole, non esistono aziende grandi non nate piccole, abbiamo bisogno di unire». «Abbiamo bisogno – ha concluso il presidente designato di Confindustria – che le aziende grandi siano le nostre portabandiera nel mondo e che le aziende, comunque grandi, facciano crescere i piccoli perché solo in quel modo riescono a crescere le aziende».