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Se il primo mandato di Galletti è stato duramente segnato dalla pandemia, questo rinnovo arriva in un momento altrettanto delicato per le imprese emiliano-romagnole, alla prova della ripresa post alluvione. Ma prima di guardare al passato, il presidente di Ucid pensa al futuro, in particolare alle sfide che il sistema imprenditoriale deve affrontare oggi: «Le transizioni gemelle – ecologica e digitale – annunciano impatti importanti sul mondo dell’impresa: da un lato si promette competitività, dall’altro si temono esiti occupazionali negativi e rischi per la tenuta del tessuto produttivo. Promuovere cultura di impresa oggi significa promuovere un equilibrio vincente tra rischi e opportunità, fornendo strumenti intellettuali e morali per accompagnare le trasformazioni e governare il cambiamento». Davanti alle sfide che ci attendono, «intendiamo aprirci e condividere i valori e il pensiero che ispirano Ucid con chi vorrà fare davvero cultura dell’impresa e del lavoro», ha detto Galletti. E se gli anni del primo mandato hanno visto anche l’acuirsi del conflitto russo-ucraino proprio alle porte dell’Europa, con conseguenze importanti sulle nostre imprese, a preoccupare maggiormente, oggi, secondo Galletti «sono i continui rialzi dei tassi di interesse», ma «abbattersi non fa parte della cultura di impresa del nostro Paese» ha assicurato.
Un impegno, quello di Ucid, che si ispira ai principi della Dottrina sociale della Chiesa, che trovano concreta applicazione nella quotidianità dell’operato delle aziende: «Continueremo con nuove energie e nuove risorse in questo solco», ha proseguito Galletti, assicurando di continuare «a promuovere l’impegno per il bene comune come scopo ultimo dell’attività imprenditoriale, in dialogo con imprese, istituzioni e società civile».
E l’impegno per il bene comune è stato esortato anche dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, che è intervenuto in assemblea: «Senza etica, l’economia rischia di perdersi e di allontanarsi dai propri obiettivi, che attengono alla cura della casa comune», ha osservato. «Oggi la Dottrina sociale della Chiesa è paradigma che ci differenzia e, insieme, ci offre l’occasione di essere portatori di uno stimolo che riguarda tutti. Ucid è un baluardo del pensiero sociale cattolico, che oggi rappresenta un patrimonio collettivo, a partire dal quale promuovere dialogo e partecipazione» ha osservato il cardinale, che ha poi declinato le tre parole chiave dell’imprenditoria cattolica: distintività, gratuità, rilevanza. «Gli imprenditori cattolici non devono omologarsi alle regole utilitaristiche del mercato, ma essere portatori di umanità», ha detto. Quanto alla gratuità, ha ricordato che il fine dell’economia non è il mero profitto, ma sono appunto i valori della Dottrina sociale, che riportano il mercato in un’ottica di solidarietà. Infine, la rilevanza: gli imprenditori cattolici devono poter fare la differenza, «non devono essere una nicchia, ma una voce forte e decisa, capace di entrare nel discorso pubblico», ha esortato in conclusione Zuppi.