venerdì 13 dicembre 2024
Il futuro di questa fonte rinnovabile poco utilizzata finora si può allargare attingendo a tecnologie e competenza dell'industria del gas e del petrolio, su tutte la tecnica estrattiva del fracking
Come l’energia geotermica può essere protagonista nella transizione verde

Enel

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La geotermia può rappresentare una delle vie energetiche rinnovabili percorribili per il nostro futuro? Le nuove tecnologie per produrre energia geotermica, secondo l’agenzia internazionale per l’energia (Iea), hanno un potenziale ancora inesplorato e potrebbero contribuire a soddisfare la domanda mondiale crescente di elettricità. Secondo quanto riportato da Iea nel recente rapporto “Il futuro dell’energia geotermica”, questa antica fonte rinnovabile potrebbe soddisfare il 15% della crescita della domanda globale di elettricità da qui al 2050 se i costi dei progetti continueranno a diminuire. Ciò significherebbe l’impiego di una capacità geotermica pari a 800 gigawatt in tutto il mondo, con una produzione annuale equivalente all’attuale domanda di elettricità degli Stati Uniti e dell’India messi insieme.

In un momento in cui l’economia digitale e le applicazioni di intelligenza artificiale stanno crescendo fortemente, il rapporto dell’Iea evidenzia il potenziale della geotermia per aiutare ad alimentare il numero crescente di grandi data center che sostengono il settore tecnologico.

Oggi, la geotermia soddisfa soltanto l’1% della domanda globale di elettricità, ma esiste «quest’importante opportunità di attingere alle tecnologie e alle competenze dell’industria petrolifera e del gas», ha spiegato il direttore esecutivo dell’Iea, Fatih Birol. «La nostra analisi mostra che la crescita della geotermia potrebbe generare investimenti per un valore di 1000 miliardi di dollari entro il 2035». L’esperienza nell’utilizzo di tecnologie come la fratturazione idraulica (fracking, è una tecnica estrattiva che permette di sfruttare lo shale gas, impropriamente tradotto come “gas di scisto”) potrebbe essere particolarmente preziosa per lo sviluppo di sistemi geotermici avanzati. E pure le competenze dell’industria nella gestione di ambienti ad alta pressione e alta temperatura potrebbero essere applicate alle operazioni geotermiche. Va precisato che il fracking è un procedimento discusso e ricco di controindicazioni, dal rischio di terremoti a quello di contaminare le falde acquifere. Al tempo stesso, è ciò che ha reso gli Stati Uniti, in pochi anni, il Paese con la maggior produzione di gas naturale al mondo, rendendolo indipendente a livello energetico da Russia e Arabia Saudita, riducendo i costi dell’energia e facendo crollare le emissioni inquinanti pro capite.

Tornando alla geotermia, si stima che un elevato livello di trasferimento di conoscenze dall’industria petrolifera e del gas potrebbe ridurre i costi della tecnologia geotermica convenzionale fino al 50% e i costi della prossima generazione quasi dell’80%. Ciò potrebbe rendere le tecnologie di nuova generazione competitive in termini di costi fino a diventare un fattore chiave per la crescita futura. Resta centrale il nodo legato alle autorizzazioni e alla burocrazia amministrativa che si stanno rivelando un ostacolo per la realizzazione dei progetti geotermici, che possono richiedere fino a un decennio per essere pienamente operativi. Il rapporto sul futuro della geotermia, realizzato dalla Iea, suggerisce ai governi una semplificazione dei processi di autorizzazione consolidando e accelerando i passaggi amministrativi necessari per permettere di sviluppare il potenziale geotermico attraverso tecnologie di nuova generazione.

La geotermia convenzionale rimane oggi una tecnologia di nicchia, con la maggior parte della capacità installata in Paesi che hanno attività vulcanica o attraversano faglie tettoniche, il che rende le risorse più facili da raggiungere. I leader del mercato geotermico attuale sono Stati Uniti, Islanda, Indonesia, Turchia, Kenya e Italia. Secondo i recenti dati dell’ente gestore della rete elettrica in Italia, Terna, le fonti rinnovabili hanno coperto il 41,2% della domanda elettrica, ma la produzione geotermica nel nostro Paese arriva solo al 2,1% ed è interamente concentrata in Toscana. La più grande centrale geotermica di Europa, infatti, sorge a Lardarello, in provincia di Pisa: si tratta dell’impianto di Valle Secolo che ha una potenza installata di 120 MW.

la centrale geotermica Valle Secolo a Larderello, nel cuore del distretto della geotermia in Toscana. L’impianto è costituito da due turbine da 60 MW, per una potenza installata complessiva di 120 MW che ne fanno il più grande del distretto e uno dei più grandi al mondo

la centrale geotermica Valle Secolo a Larderello, nel cuore del distretto della geotermia in Toscana. L’impianto è costituito da due turbine da 60 MW, per una potenza installata complessiva di 120 MW che ne fanno il più grande del distretto e uno dei più grandi al mondo - Enel

La geotermia è un’energia rinnovabile che proviene dal calore della terra e che costituisce una risorsa sia dal punto di vista elettrico sia termico: in Italia è una peculiarità della Toscana, dove il know how si è sviluppato da 200 anni (i primi usi chimici risalgono al 1818 con Francesco Larderel; la prima produzione di energia elettrica al 1904) ed ha fatto scuola nel mondo. Con una potenza installata di 916 MW, il distretto geotermico è il più antico del pianeta ma anche uno dei più innovativi. Delle 34 centrali geotermoelettriche di Enel Green Power, 16 sono in provincia di Pisa, 9 nella provincia di Siena e 9 nel territorio provinciale di Grosseto. Questi 6 miliardi di KWh prodotti in Toscana, oltre a soddisfare quasi il 34% del fabbisogno elettrico regionale e a rappresentare il 70% dell’energia rinnovabile prodotta in Toscana, forniscono calore utile a riscaldare quasi 10mila utenti residenziali in nove Comuni geotermici, nonché aziende ed esercizi commerciali, oltre a 26 ettari di serre.

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