venerdì 9 agosto 2024
Un emendamento al nuovo Codice della strada punta ad allungare di due anni la vita lavorativa dei camionisti. Una risposta alla carenza di autisti. I sindacati non sono d'accordo
Sono pochi, così i camionisti dovranno lavorare fino a 70 anni
COMMENTA E CONDIVIDI

Camionisti in pensione a 70 anni. Una prospettiva che apre un complesso dibattito. Un emendamento al decreto legge sul nuovo Codice della strada eleverebbe le possibilità di guidare i mezzi pesanti, ora fissata a 65. Al momento superato questo limite la validità della patente non è più di 5 anni, ma di soli 2 anni. Il rinnovo però è soggetto alle verifiche dei requisiti fisici e psicofisici da parte della Commissione medica locale (CML).

Quindi, cosa si può guidare dopo i 65 anni? Superata quest’età, le patenti delle categorie C e CE consentono la guida di autotreni e autoarticolati con una massa complessiva a pieno carico non superiore a 20 tonnellate. Questo limite è dettato dall’articolo 115 del Codice della Strada. La legge prevede che, per guidare autotreni e autoarticolati con una massa superiore alle 20 tonnellate fino al compimento massimo dei 68 anni, è necessario ottenere un attestato di possesso dei requisiti fisici e psichici dopo una visita medica specialistica annuale. Questo attestato consente al conducente di superare il limite delle 20 tonnellate fino ai 68 anni di età.

La normativa potrebbe però cambiare se passasse l’emendamento. Il perché del prolungamento del periodo in cui è possibile guidare è spiegato nel problema della carenza di autisti: nel nostro Paese ne mancano circa 20mila e quelli che lavorano hanno un’età che si avvicina ai 52 anni.

Il quadro è chiaro: tra quelli mancanti - e che non si riesce a sostituire - e quelli che tra 13 anni potrebbero lasciare il volante chi sposterà più in generale le merci nel nostro Paese? E che ricadute ci saranno sulle consegne alimentari, nella grande distribuzione in primis? Se gli scenari sono confusi è certo che l’innalzamento dell’età pensionabile non piace alle parti sociali. «Siamo assolutamente contrari alle modifiche contenute nell’emendamento al nuovo codice della strada, presentato in Senato, dalla maggioranza» hanno dichiarato Filt-Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti aggiungendo che «in questo modo si nega al personale viaggiante coinvolto, che opera in condizioni di particolare difficoltà, il diritto al riconoscimento dei presupposti del lavoro usurante e se ne peggiora la condizione lavorativa complessiva. Con questo intervento inoltre si andrebbe contro i più elementari principi di tutela della sicurezza sul lavoro per i lavoratori e, più in generale, si peggiorerebbe la sicurezza stradale per tutti i cittadini».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI