Come rigenerare l’ex-Seminario di San Massimo di Verona, 17 ettari oggi semiabbandonati? Contiene persino un teatro-auditorium interrato da oltre 700 posti a sedere, sormontato dalla grande Chiesa di San Giuseppe. Vi è anche un piccolo compendio di edifici rurali, utilizzati in passato per la coltivazione della campagna circostante. La Chiesa di Verona, che ne ha la proprietà, ha lanciato un concorso di idee, insieme alla Fondazione San Zeno e, quindi, a Oniverse, il gruppo veronese che controlla otto marchi tra i quali Calzedonia, Intimissimi e Tezenis.
Ben 73 gli studi recapitati. Tre hanno vinto, guadagnandosi un premio di 50 mila euro da distribuirsi. Menzione d’onore per altri tre lavori. Come ha ricordato alla cerimonia di ieri il vescovo Domenico Pompili, la conclusione di questa raccolta di idee si colloca ad un mese esatto dalla visita di papa Francesco a Verona, e si pone come altro momento rilevante per la città e la diocesi scaligera, in continuità con alcuni temi cari al santo Padre, «promuovendo una visione di Chiesa aperta al dialogo, all’inclusione, alla tutela del territorio e dell’ecologia integrale».
Un processo rigenerativo sotto il segno della trasparenza, che vede coinvolta tutta la Comunità, chiamata dunque a coniugare le eredità e le memorie del passato e le sfide, quindi le potenzialità di sviluppo futuro. “Complice” virtuosa la Fondazione e l’impresa. Alla Diocesi, infatti, ha garantito il sostegno la Fondazione San Zeno, ente non profit nato a Verona nel 1999 dalla volontà di Sandro Veronesi, presidente di Oniverse, attraverso il bando aperto da dicembre 2023 a marzo 2024. Bando che non costituisce vincolo alla realizzazione delle proposte, ma fissa alcuni criteri imprescindibili: sostenibilità, tutela ambientale, cura del paesaggio, accoglienza e solidarietà come modelli relazionali.
Il 1° premio è stato assegnato alla proposta “Seminario extra” presentata da Pool landscape con gli architetti Ludovico Centis, Ilaria Forti, Francesco Laserpe e da Federico Vascotto. L’idea è destinare l’area ad attività di istruzione e di pratiche didattiche professionalizzanti di indirizzo agrario coinvolgendo gli istituti scolastici veronesi già attivi in questo settore. La vicinanza alla città dovrebbe favorire anche il coinvolgimento della cittadinanza con la possibilità di realizzare visite guidate a orti e serre e un mercato per la vendita dei prodotti. Il 2° Premio a(“Quartiere San Massimo”) è di Oasi architects Studio Associato con Almo Collegio Borromeo. La prospettiva è di un quartiere riqualificato “dal basso”, in cui una comunità intenda stabilirvisi e contribuisca direttamente al ripensamento del luogo. Il 3° premio lancia “SEMIinARIA”; lavoro di Bunch Studio di Architettura per un modello di integrazione dei giovani migranti, articolato e condiviso dal territorio.
L’intento è di sfuggire alla logica dell’emergenza per regolarizzare i flussi migratori, favorendo l’incontro virtuoso tra beneficiari e comunità di accoglienza e quindi, in prospettiva, agevolando l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.