Tanti giovani puntano a diventare imprenditori digitali - Archivio
Il 2021 si è chiuso con un ritrovato slancio delle attività imprenditoriali che, tra gennaio e dicembre, hanno fatto registrare 332.596 nuove iscrizioni (il 14% in più rispetto all’anno precedente). Dopo la frenata imposta nel 2020 dal blocco e dalla fase acuta dell’emergenza Covid, il rimbalzo della natalità non ha però coinciso con un pieno recupero del dato pre-pandemia, mantenendo un divario di circa 20mila aperture in meno rispetto al 2019 e di circa 50mila in meno rispetto alla media del decennio ante-Covid. Alla ripresa delle iscrizioni non ha fatto eco il ritorno a un fisiologico flusso di cancellazioni dai registri camerali. Come rilevato da Movimprese fin dall’inizio della pandemia, anche nel 2021 le sospensioni o le restrizioni all’esercizio di diverse tipologie di attività economiche determinano un effetto “surplace” nelle chiusure di aziende. Le 246mila cessazioni di attività rilevate tra gennaio e dicembre dello scorso anno costituiscono il valore più basso degli ultimi 15 anni, persino più contenuto di quello già record registrato nel 2020. Il saldo annuale è quindi positivo e pari a +86.587 unità, ancora influenzato dagli effetti della congiuntura sanitaria. In particolare, la perdurante tendenza alla contrazione del flusso delle cancellazioni suggerisce molta cautela nella valutazione degli scenari di medio termine dell’evoluzione della struttura imprenditoriale del Paese. Il Mezzogiorno è l’area del Paese che registra nel 2021 il maggior numero di iscrizioni: quasi 109mila le nuove imprese nate lo scorso anno, a fronte di circa 72mila cessazioni. Il risultato mostra un saldo positivo di poco meno di 37mila unità, che per un terzo si deve al risultato della Campania (+12.732). Il Nord Ovest segna un incremento dello stock di imprese di oltre 20mila unità, grazie a 91mila iscrizioni e 70mila cancellazioni. A spiccare in quest’area è la Lombardia con 14mila imprese in più in un anno. A seguire il Centro, con un saldo complessivo di poco meno di 20mila imprese dovuto a 72mila iscrizioni e 52mila cessazioni. Il Lazio traina la cresciuta di imprese tra le regioni centrali, con 14mila imprese in più. Il Nord Est, infine, registra il minor incremento dello stock di imprese (oltre 9mila unità), differenza tra 60mila iscrizioni e 51mila cessazioni. Veneto ed Emilia Romagna le regioni con i saldi più elevati.
Crescono le start up innovative
Cresce l’imprenditoria innovativa nel nostro Paese. È la fotografia che emerge dall’analisi dei dati del terzo trimestre 2021 su start up e pmi innovative, che il Mise-Ministero dello Sviluppo economico pubblica con il report realizzato insieme a Unioncamere e Infocamere e il Rapporto del Fondo di Garanzia redatto in collaborazione con Mediocredito Centrale. Dal report emerge che i numeri delle start up innovative sono in costante crescita. I dati aggiornati al 1° ottobre 2021 infatti confermano una crescita della popolazione: le start up iscritte al registro delle imprese sono 14.032, in aumento di 540 unità rispetto al trimestre precedente (+3,3%), costituendo il 3,6% di tutte le società di capitali di recente costituzione. La maggioranza ovvero, il 75,2% di start up innovative, fornisce servizi alle imprese in settori digitali, (di cui il 37,9% nella produzione di software e consulenza informatica, il 14,2% attività di R&S, l’ 8,6% in attività di servizi d’informazione), minori le percentuali per il manifatturiero 16,4% e solo il 3,1% opera nel commercio. Sono 2.600, il 18,5% del totale, le start up innovative a prevalenza giovanile (under 35). Si tratta di un dato di quattro punti percentuali superiore rispetto a quello riscontrato tra le nuove aziende non innovative (15,1). Le start up innovative sono inoltre sostenute significativamente dal Fondo di Garanzia per le pmi: dal 2013 al terzo trimestre 2021, il Fondo ha autorizzato 11.788 operazioni di finanziamento per quasi due miliardi di euro, a favore di 6.074 start up (alcune hanno ricevuto più di un prestito). Nello stesso periodo, per le pmi innovative le operazioni sono state 4.539, con valori in aumento rispetto al secondo trimestre. Il Fondo di Garanzia ha garantito credito verso 1.263 pmi innovative per un totale di finanziamenti di oltre un miliardo e trecento milioni di euro, con un incremento di circa 100 milioni di euro rispetto al trimestre precedente. Complessivamente il Fondo ha garantito finora circa 3,4 miliardi di euro in favore di Start up e pmi innovative. Dall’analisi dei dati emerge che le aziende innovative crescono su tutto il territorio nazionale: la Lombardia si conferma al timone nazionale con 3.755 start up innovative (26,8% del totale nazionale, in particolare la sola città di Milano pesa per il 18,8%). Seguono il Lazio (con 1.633, start up, il 11,6% del totale) e la Campania (con 1.245 start up, il 8,9% del totale), a conferma di un fermento imprenditoriale esteso in tutto il Paese. Il primato per la maggiore densità di imprese innovative invece tocca al Trentino-Alto Adige, dove circa il 5,9% di tutte le società costituite negli ultimi cinque anni è una start up.
Gli studenti di Bologna e Ravenna a scuola di start up
Gli studenti di alcune superiori di Bologna (e una di Ravenna) potranno andare a scuola di start up. Tutto è nato dall’intuizione di Startup Pack e del suo co fondatore Pietro Maria Picogna, che ha dato vita a un percorso di 82 ore dedicato appunto agli studenti del triennio finale. Dal 31 gennaio al 10 febbraio, grazie a un accordo con i licei Copernico e Galvani di Bologna e Alighieri di Ravenna per l’inserimento del progetto all’interno dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Pcto) obbligatori, nelle ore curricolari di lezione, i ragazzi avranno a che fare con la risoluzione di problemi comuni, talvolta della vita di tutti i giorni, attraverso l’ideazione e la progettazione di una startup innovativa. A guidarli in un corso intensivo quanto interattivo, saranno i giovani di Startup Pack e i colleghi e le colleghe degli altri partner, ovvero ZeroCO2 (fondata da Andrea Pesce con l’obiettivo di far nascere nuovi alberi nelle regioni del mondo vittime di deforestazioni), Aurora Fellows (progetto under 21 per investire sui talenti delle nuove generazioni) e Jebo (la Junior Enterprise dell’Alma Mater).
Alcune buone pratiche di start up
Angelo Laudati è il fondatore e ceo di Bitmetrica (https://www.bitmetrica.it/), web agency compresa nel 3% delle realtà nel mondo che detengono il titolo di Google Premier Partner, insegnante di Digital marketing presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza e la Luiss Guido Carli, autore dei libri La pubblicità con Google e Bing,, Da Zero a Digital, Google Ads per E-commerce e ideatore della scuola BeDigital Academy. La crisi del 2009 gli ha dato lo stimolo per puntare tutto sul digitale e coniugare la sua passione per la tecnologia e l’amore per il marketing. Nel 2016 la svolta: con l’acquisizione della realtà da parte di una multinazionale, ad Angelo viene prospettata la possibilità di diventare Digital Marketing Manager per l’Europa. Non intravedendo in questo nuovo ruolo la possibilità di crescere, Laudati lascia l’azienda. Da qui l’inizio di un percorso da freelance che nel 2018, in soli due anni, lo porta all’avvio di un’impresa che oggi conta nove risorse che lavorano da diverse parti del mondo - dall’Italia al Brasile. Sin dai primi passi nel mondo del lavoro autonomo, Angelo Laudati è coinvolto in molti progetti. In pochi mesi le richieste di consulenza esplodono fino ad indurre, nel 2018, la nascita di Bitmetrica, web agency che supporta la crescita di pmi e startup attraverso servizi mirati.
Secondo FisioScience, la piattaforma nata per formare i fisioterapisti del futuro, grazie al web e ai sistemi di geolocalizzazione, trovare i contatti di fisioterapisti nelle vicinanze è sempre più semplice. Ma il loro numero cresce di anno in anno: in Italia a fine 2020 superavano i 63mila. Questo comporta un’accesa competizione nel territorio dell’online tanto che la vera difficoltà per un paziente sta nel riuscire a scegliere chi contattare. Per questo, se inizialmente la mission di FisioScience era principalmente quella di potenziare le competenze di fisioterapisti e studenti di fisioterapia tramite corsi a distanza, ora la startup punta a garantire una formazione dalla A alla Z, che dia la possibilità ai propri utenti di migliorarsi anche in quei campi che non si studiano in facoltà: marketing, legal e fisco. Nella piattaforma FisioScience Club ogni iscritto avrà a disposizione webinar realizzati da consulenti legali e fiscali che avranno l’obiettivo di chiarire i principali dubbi nello svolgimento della professione, dai temi della privacy a quelli legati alla libera professione, fino all'apertura di uno studio fisioterapico. Per quanto riguarda i corsi di marketing sanitario, questi ultimi saranno tenuti da professionisti della comunicazione specializzati in ambito medico, che aiuteranno i futuri fisioterapisti a crearsi un proprio brand, migliorare la propria visibilità e distinguersi dalla concorrenza. E da quest’anno FisioScience, grazie all’accreditamento ottenuto dal ministero della Salute, è entrata a far parte degli enti abilitati a erogare formazione in tutte le classi delle 22 professioni sanitarie riconosciute in Italia. Per il 2022, l’obiettivo di FisioScience è di allargare il team fino a 50 collaboratori e superare i 500mila euro di fatturato.