venerdì 10 luglio 2020
I 900 milioni di euro di investimento per le "cloud region" su Milano e Torino servono a farsi spazio in un mercato che ha enormi potenziali di espansione, e recuperare su Amazon e Microsoft
L'attuale rete mondiale di Google Cloud

L'attuale rete mondiale di Google Cloud - Google

COMMENTA E CONDIVIDI

Google vuole farsi spazio sul serio nel mercato italiano del cloud computing. Sundar Pichai, ceo di Google e della capogruppo Alphabet, ha annunciato un investimento da 900 milioni di dollari in cinque anni «per accelerare la trasformazione digitale» dell’Italia. Nel pacchetto presentato dall’azienda americana ci sono programmi di formazione per aiutare 700mila persone e imprese a muoversi sul digitale e un milione di euro di donazione a Unioncamere per aiutare la trasformazione digitale di piccole e medie imprese in difficoltà. Ma il grosso dell’investimento servirà per realizzare l’area geografica del cloud di Google per il Nord Italia, con due “Google Cloud Region”, a Milano e Torino.

l cloud computing è l’attività con cui un provider, ad esempio Google, fornisce a un’impresa un’infrastruttura esterna su cui fare girare tutto o parte del suo sistema informatico. Sempre più aziende scelgono soluzioni di questo tipo perché rendono più agile ed efficiente la gestione dei sistemi. Pagano un canone di abbonamento al provider e risparmiano sui costi di proprietà e di aggiornamento dell’infrastruttura informatica, sia per i software che per gli hardware. Secondo i dati dell’Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, il 31% delle grandi aziende italiane ritiene “preferibile” usare il cloud per i suoi progetti digitali, l’11% addirittura lo vede come unica scelta possibile. Il mercato italiano per servizi di questo tipo è cresciuto lo scorso anno del 18%, per raggiungere i 2,77 miliardi di euro.

C’è ancora un enorme margine di crescita. Le nostre imprese, soprattutto quelle piccole e medie, sul digitale sono molto più indietro di quelle tedesche o francesi e hanno bisogno di recuperare per restare competitive. Crescere in Italia, per Google, è un modo per insidiare la leadership europea nel settore di Amazon e Microsoft.

Perché il cloud funzioni bene serve però che il centro su cui devono girare i sistemi non sia troppo distante dai computer dell’azienda. Google in Europa aveva creato sei basi per servizi cloud – a Londra, Zurigo, Francoforte, in Belgio, nei Paesi Bassi e in Finlandia – e con la nuova base italiana si avvicina alle aziende del nostro Paese. Lo fa con Tim, che realizzerà e gestirà i data center e le infrastrutture di connessione delle Cloud Region italiane di Google. La stessa Tim punta molto sulle prospettive dei servizi cloud in Italia e nei prossimi mesi creerà una divisione dedicata. C’è anche già un primo grande cliente, Intesa Sanpaolo, che a maggio ha firmato un “memorandum” con Google e Tim per la creazione delle due “Region Cloud” italiane e per usare i data center di Tim su cui la banca costruirà i propri servizi digitali.

L’investimento di Google conferma che l’Italia nonostante la crisi resta un mercato importante per i grandi gruppi internazionali. Un dato «accolto con soddisfazione» dal governo, come ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Può darsi che nei prossimi anni l’attività di Google in Italia porti anche qualche euro in più nelle casse dello Stato. Quasi tutti i ricavi europei del motore di ricerca oggi vanno a Google Ireland, mentre secondo le rilevazioni dell'ufficio Ricerche e Studi di Mediobanca, la filiale italiana Google Italy nel 2018 ha fatturato solo 106,8 milioni di euro con 15,3 milioni di risultato netto e 4,7 milioni di imposte. Se l’Europa riuscirà ad arrivare un accordo su una “web tax” da applicare ai ricavi delle attività digitali – tema da mesi sul tavolo del Consiglio europeo con l’obiettivo di produrre una proposta concreta entro dicembre – l’espansione italiana di Google darà qualche soddisfazione anche all’erario.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI