Una decisione “deplorevole”. Non si è fatta attendere la replica di Pechino rispetto alla mossa dell'agenzia di rating Fitch, che ha messo il debito sovrano della Cina in outlook negativo a causa dei crescenti rischi per le finanze pubbliche del colosso asiatico. Per Fitch, l’economia cinese fronteggia un’incertezza maggiore rispetto al passato, davanti a cambiamenti relativi ai nuovi modelli economici, la frenata della crescita e un debito maggiore. Il downgrade di outlook segue peraltro una mossa simile da parte di Moody’s lo scorso dicembre, in un momento in cui l’economia cinese, la seconda al mondo, sta ancora cercando di mettersi in traiettoria dopo la pandemia di Covid. A marzo il Paese ha fissato un obiettivo di crescita economica del 5% entro il 2024, un traguardo ambizioso che il governo ha ammesso sarà difficile da raggiungere, basti pensare alla crisi dell’immobiliare, alla debolezza della domanda esterna dei suoi prodotti e all’elevata disoccupazione giovanile.
"Gli ampi disavanzi fiscali e l'aumento dell'indebitamento pubblico negli ultimi anni hanno eroso i margini fiscali dal punto di vista del rating", ha spiegato Fitch, aggiungendo che "è sempre più probabile che la politica fiscale svolga un ruolo importante nel sostenere la crescita nei prossimi anni, il che potrebbe mantenere il debito su una tendenza al rialzo". Il downgrade dell’outlook è stato motivato anche con la prospettiva di una crescita del deficit, atteso al 7,1% del Pil nel 2024, il livello più alto dal 2020 a oggi. Il prodotto interno lordo cinese, per Fitch, rallenterà inoltre il passo al 4,5% nel corso del 2024, rispetto al +5,2% del 2023. Secondo un rapporto del National Institution for Finance and Development, il rapporto debito Pil della Cina è salito a un livello record del 287,8% nel 2023, 13,5 punti in più rispetto all’anno precedente. Nonostante l’outlook negativo, Fitch ha comunque confermato il rating della Cina ad "A+", una decisione che riflette "l'economia ampia e diversificata del Paese, le solide prospettive di crescita del Pil rispetto ai suoi pari, il suo ruolo integrale nel commercio globale di beni, le solide finanze esterne e lo status dello yuan come valuta di riserva".
Il ministero delle Finance cinese ha ampiamente criticato la decisione dell’agenzia di rating: "È chiaro dai risultati che il sistema di indicatori della metodologia di rating sovrano di Fitch non riflette in modo efficace e proattivo gli effetti positivi delle politiche fiscali sull'economia cinese, per rilanciare la crescita economica e stabilizzare il rapporto di leva finanziaria macro in modo lungimirante”, ha sottolineato il ministero in un comunicato.