Marchionne alla presentazione di Balocco (Ansa)
I conti sono a posto, e questo è già un grande risultato. Il futuro invece per ora è carico soprattutto di proclami, nuovi modelli e aspettative. Certamente ambiziose, forse anche troppo, perché la strada verso una produzione più elevata e soprattutto elettrificata sembra più difficile da affrontare rispetto al traguardo, vicinissimo, del prossimo quinquennio.
È questa l’impressione che traspare al termine del Capital Market Day di Balocco, la presentazione del piano industriale 2018-2022 di Fiat-Chrysler davanti a centinaia di investitori e operatori internazionali. Il Gruppo investirà 9 miliardi di dollari sull’elettrificazione delle proprie vetture, agevolando la totale dismissione dei motori diesel addirittura entro il 2021 e progetta di lanciare 29 novità di prodotto (4 dei quali solo per la Cina) tra restyling e nuovi modelli. La notizia più attesa è in realtà una conferma: a fine giugno Fca raggiungerà una posizione finanziaria netta positiva, azzerando l’indebitamento e completando un’opera di risanamento iniziata nel 2004.
Lo ha annunciato Sergio Marchionne presentandosi con la cravatta per la prima volta dopo 10 anni, onorando una scommessa fatta tempo fa con i giornalisti e citando Oscar Wilde: «Una cravatta ben annodata è il primo passo serio nella vita», ha detto l’amministratore delegato del Gruppo che lascerà il suo posto a metà del prossimo anno.
Quello che è certo è che Fca nei prossimi cinque anni sarà molto diversa da quella che è stata a poco tempo fa. Marchionne non parla da anni di obiettivi di vendita dopo avere a lungo segnalato ripetutamente la cifra di 5 milioni di vetture anno come la soglia critica di sopravvivenza per un costruttore dalle ambizioni globali. E questo è il vero punto della questione. Fca oggi è una multinazionale sana e potente, che immatricola 4,7 milioni di vetture l’anno e che ha risanato il bilancio, ma che sta progressivamente cambiando, abbandonando la vocazione che aveva quando era solo Fiat di costruttore di vetture popolari e con un target di massa per diventare un produttore premium, votato al mercato del lusso e convinto di investire solo su prodotti e marchi di alta redditività.
Per questo nei prossimi cinque anni saranno Jeep, Maserati e Alfa Romeo i suoi asset strategici, con Fiat che guadagnerà una novità, la 500 Giardiniera (elettrica), anche sul mercato italiano, ma perderà la Tipo oltre alla Punto e resterà solo con due famiglie di modelli: Panda (solo a benzina) e 500 (anche elettrica e ibrida) destinate al mercato europeo. Nemmeno citata la Lancia.
Decisamente ambiziosi i programmi globali per gli altri brand. Jeep lancerà due modelli all'anno fino al 2022: tutti avranno un'opzione elettrificata ed elevati livelli di connettività. Nella regione Emea (Europa, Africa e Medio Oriente) sarà eliminato il diesel. Lo ha detto Mike Manley, responsabile del brand Jeep durante la sua presentazione. "Consolideremo il marchio per resistere alla concorrenza. Nei prossimi cinque anni entreremo in tre nuovi segmenti: quello dei piccoli Suv, dei pick up e dei grandi Suv", ha spiegato.
Manley ha aggiunto che Jeep oggi vende 1,9 milioni di pezzi l’anno, e ha quadruplicato le vendite nel mondo rispetto al 2014, raggiungendo l'obiettivo prefissato quattro anni fa. La previsione è che nel 2022 per ogni 12 Suv venduti a livello mondiale, uno sarà Jeep. Maserati, invece, punta a vendere 100 mila vetture nel 2022, raddoppiando la cifra del 2017, generando un margine del 15%. Sono previsti 6 nuovi lanci.
L’obiettivo è stato indicato da Tim Kuniskis, responsabile dei brand Maserati e Alfa Romeo, che ha confermato che sarà finalmente commercializzata l’Alfieri, lo splendido coupè (con versione cabrio) ammirato tre anni fa come concept. Sarà la Ferrari a fornire tutti i motori alle nuove Maserati. Particolare attenzione, ha spiegato Kuniskin, sarà dedicata alla elettrificazione. «Ogni modello ne sarà fornito a veri livelli, e se vi sembra che stiamo prendendo di mira Tesla, è proprio questo che abbiamo in mente…». Molto impegnativi anche i piani per Alfa Romeo, con la previsione di lanciare 7 nuovi modelli nei prossimi 5 anni, tra cui la nuova Giulietta, la supercar 8C e il ritorno di un nome storico, la GTV.
Terminerà invece la produzione della MiTo. Kuniskis ha annunciato che la casa del Biscione punta a vendere 400mila unità l’anno nel 2022: oggi ne immatricola 170 mila. Non ci saranno più Alfa Romeo diesel: i motori gasolio saranno sostituiti da powertrain ibridi plug-in, mentre non sono previste nel piano versioni completamente elettriche. Generica invece l’illustrazione dei piani relativi agli accordi per sviluppare le tecnologie della guida autonoma.
Chi si attendeva l’annuncio di un nuovo accordo con un importante partner strategico, è rimasto deluso. Fca ha però confermato di aver ampliato la collaborazione avviata nel 2016 con Waymo (Google) aprendo al futuro arrivo anche sui prodotti di serie della guida autonoma: 62mila Chrysler Pacifica ibride saranno destinate nei prossimi tre anni a questo obiettivo.