lunedì 10 giugno 2024
Crescono del 12% le occasioni per i professionisti del settore. Tra questi: Energy manager, data scientist, data analyst, informatico ambientale, progettista e installatore
Più occupati con la filiera dell'idrogeno

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Energy manager, Ege-esperto in gestione dell'energia, data scientist, data analyst, informatico ambientale, progettista e installatore, permitting manager, project manager, machine learning engineer e sales engineer. Sono solo alcune delle figure più richieste nel settore dell'idrogeno.

L’energy manager è il professionista del risparmio energetico. Si occupa di valutare il consumo di un’azienda e di realizzare progetti che aumentino l'efficienza e riducano i costi legati all'energia. La sua retribuzione annua lorda è solitamente compresa tra 60mila e 90mila euro. L’Ege-Esperto in gestione energetica, invece, ha il compito di supportare le imprese nella gestione razionale dell’energia per ottimizzarne l’efficienza. La retribuzione si aggira intorno tra i 35mila e i 60mila euro lordi all’anno, in base alla seniority.

I data scientist e i data analyst sono professionisti dell’analisi e della gestione dei dati. Sono figure molto importanti che le aziende spesso faticano a trovare e per questo le retribuzioni sono molto interessanti: tra i 35mila e i 45mila euro, in base all'esperienza. Sempre in ambito tech troviamo, poi, l’informatico ambientale, uno specialista nel settore della meteorologia, dei controlli e del monitoraggio ambientali.

«Non mancano – spiega Gionata Aldeghi, Manager Renewables & Energy Efficiency Division e Industry Leader di Hunters Group – opportunità di lavoro anche per progettisti e installatori di impianti per la produzione dell’idrogeno che, con il diffondersi sempre maggiore del processo di decarbonizzazione, saranno sempre più richiesti e avranno sempre maggiori occasioni, anche perché, non essendoci al momento percorsi di formazione specifici in questo settore, coloro che hanno competenze in ambito idrogeno saranno davvero preziosi ed estremamente corteggiati».

Il progettista elettrico, solitamente laureato in ingegneria elettrica, si occupa della progettazione e del collaudo degli impianti elettrici presenti in un edificio. È un ruolo di grande responsabilità, con uno stipendio decisamente interessante: dai 30mila ai 35mila euro lordi annui per figure più junior, fino ad arrivare a 65mila e 70mila euro per i manager o i responsabili di team. Il permitting manager, invece, ha il compito di richiedere agli enti preposti tutte le autorizzazioni indispensabili per la costruzione degli impianti. Il suo compenso è compreso, di solito, tra i 30 e i 60mila euro lordi all’anno, a seconda della seniority.

Il project manager segue e coordina tutto il progetto, dall’avvio alla realizzazione. La retribuzione si attesta tra i 35–40mila euro per profili più junior e può salire fino a 65–80mila euro per responsabili di grandi commesse.

Il machine learning engineer si occupa dello sviluppo di dashboard, della creazione di algoritmi di machine learning per analisi avanzate, dello sviluppo di database e framework di supporto ai task analitici, dell’analisi di fattibilità dei progetti di integrazione di nuovi dati/tecnologie; per i profili junior la retribuzione annua lorda si attesta sui 35mila euro e per i profili senior parte dai 50mila euro. Il sales engineer, infine, è responsabile dello sviluppo dei rapporti commerciali con i clienti (attuali e potenziali), del monitoraggio dell’andamento delle relazioni e dello sviluppo di strategie per ampliare il business. La retribuzione è compresa tra i 50 e i 60mila euro all’anno, a cui spesso si aggiunge una componente variabile.

​Dai dati dell'Osservatorio Hunters Group emerge un quadro confortante. Con gli Hydrogen Valley, ovvero hub in cui si produce e si sfrutta l’idrogeno finanziati grazie al Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questi progetti – che sono già attivi, da nord a sud – mirano a sostenere la produzione e il consumo di questa energia verde sfruttando le risorse rinnovabili del nostro territorio. «Questi hub – precisa Aldeghi – creeranno nuovi posti di lavoro, soprattutto ad alta specializzazione e daranno una forte spinta anche all’economia dei territori sui quali sorgeranno. Nei prossimi 12 mesi, infatti, cresceranno del 12% le richieste di professionisti con competenze negli ambiti dell’efficienza energetica, delle fonti di energia rinnovabile e, come abbiamo visto, legate alla produzione, alla conservazione e all’utilizzo dell’idrogeno. È un’occasione estremamente importante che non possiamo permetterci di sprecare se vogliamo che il nostro Paese diventi uno dei leader nella produzione e nell’utilizzo dell’idrogeno verde».




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