La società specializzata nel miglioramento del clima organizzativo Great place to work ha premiato le migliori aziende dove lavorare in Italia nel 2019 consultando oltre 40mila dipendenti. Delle 136 candidate, solo 50 sono entrate nell’ambita classifica dei best workplace: luoghi di lavoro in cui rispetto alla media italiana è valorizzato il welfare (+54%), si lavora più serenamente (+47%) e i manager sono visti come corretti ed etici (+46%).
Un ambiente di lavoro sereno a livello psicologico, che favorisce l’equilibrio fra lavoro e vita privata e premia con una promozione chi lo merita davvero, in cui i manager agiscono in modo onesto secondo una solida etica nella loro attività aziendale, dove poter anche usufruire di particolari benefit. È questo l’identikit del best workplace ideale secondo gli oltre 40mila dipendenti coinvolti dall’indagine di Great place to work Italia, che anche nel 2019, per il 18esimo anno consecutivo, ha presentato la classifica delle 50 migliori aziende del Belpaese dal punto di vista dell’ambiente di lavoro. Un prestigioso premio di livello internazionale e dal riconosciuto valore etico, reso ancor più importante dal fatto che è concretamente l’unico al mondo in cui sono proprio i lavoratori a giudicare in maniera autonoma e indipendente i propri datori di lavoro. L’indicatore utilizzato per stilare la classifica è il Trust Index, l’indice sintetico determinato dalla media delle percentuali di risposte favorevoli di tutte le domande del questionario utilizzato per raccogliere le reazioni dei dipendenti.
«Il metodo che utilizziamo per stilare la classifica è unico al mondo, perché si basa sulle opinioni e le considerazioni dei lavoratori, che rappresentano senza ombra di dubbio i maggiori esperti di clima aziendale all’interno dei luoghi di lavoro – ha sottolineato Andrea Montuschi, presidente di Great place to work Italia –. Sono proprio loro a determinare se la propria azienda possa ottenere la certificazione e qualificarsi fra i 50 best workplace. L’attenzione rivolta alla qualità della vita all’interno delle aziende è infatti molto variabile in Italia, tanto è vero che dalle nostre ricerche è emerso uno scarto importante tra le aziende best workplace e quelle candidate, ma non certificate “great place to work”: le best ottengono l’81% di feedback positivi, mentre le altre aziende si fermano al 59%, e la media in Italia è ancora più bassa: 44%».
Ma quali sono gli aspetti che stanno più a cuore ai lavoratori? Sono soprattutto i temi legati al benessere personale a farla da padrone: nei best workplace, infatti, i riscontri positivi sono più alti per quanto concerne la serenità delle ore passate in ufficio (76%, contro il 47% delle non certificate), la sensazione di lavorare in un ambiente familiare (81% vs 51%), la possibilità di vivere la giornata insieme ai colleghi con il sorriso sulle labbra (78% vs 49%) e di riscontrare nella quotidianità un buon equilibrio fra vita lavorativa e personale (75% vs 46%). Ma non è tutto, nelle aziende in cui si vive in maniera eccellente le persone dimostrano ogni giorno di essere molto più attente le une verso le altre (78% vs 49%) e sono guidate da datori di lavoro che offrono benefit particolari (78% vs 43%) e riconoscimenti speciali sulla base delle performance lavorative (67% vs 37%).
«La capacità di creare un ambiente sereno, empatico, da vivere con il sorriso, è uno degli aspetti determinanti per diventare un best workplace – ha precisato Marco Motta, Communication & Marketing Manager di Great place to work Italia –. Ma non è tutto, anche i più concreti benefit e riconoscimenti materiali aiutano a creare quel senso di appagamento che, unito al buon clima sul luogo di lavoro, rende piacevole recarsi in ufficio, come testimoniato dall’83% dei dipendenti delle best company, contro il 51% delle aziende non certificate. Stesso discorso per la motivazione: nelle best company l’82% dei lavoratori ritiene che tutti i collaboratori diano il massimo al lavoro, mentre nelle altre aziende la percentuale scende al 54%. Un dato su cui c’è ancora parecchio da investire nel nostro Paese è però la meritocrazia: infatti le domande con i risultati più bassi, anche fra le best company, sono proprio quelle relative all’equità della retribuzione e alle promozioni, che non arrivano al 70% di risultati favorevoli».
Ma un clima favorevole all’interno dell’azienda permette anche di far crescere il proprio business? Secondo Alessandro Zollo, amministratore delegato di Great place to work Italia, c’è un diretto rapporto tra la soddisfazione e la motivazione dei dipendenti e il giro d’affari: «Le aziende che investono sullo sviluppo della cultura organizzativa, riuscendo a motivare al meglio i propri collaboratori, creano un sistema positivo virtuoso, che permette un concreto ritorno anche sul business. Le imprese che comprendono questo meccanismo, come le best company della nostra classifica, vedono migliorare non solo i rapporti tra colleghi, ma anche tra i lavoratori e i datori di lavoro, e i benefici sono molteplici: migliora il clima interno, cala il turnover, aumenta l’appetibilità dell’azienda da parte dei candidati e migliorano anche gli indicatori finanziari».
Nella categoria «Oltre i 500 dipendenti» i primi tre posti sono andati a Hilton, American Express Italia e Conte.it (Admiral Group). Per il gruppo di aziende con un numero di dipendenti compresi tra “150 e 499” le prime tre posizioni sono state conquistate da Cisco Systems, Zeta Service e Mars Italia. Per la categoria «50-149 dipendenti» ai primi posti ci sono Bending Spoons, Biogen Italia e Nutricia. Per le aziende con “meno di 50 dipendenti” il riconoscimento ai primi tre posti è andato a Cadence Design Systems, Vfs Volvo Servizi Finanziari e Portolano Cavallo.
Great place to work ha consultato oltre 40mila dipendenti. Scelte imprese dove è valorizzato il welfare (+54%), si lavora più serenamente (+47%) e i manager sono visti come corretti ed etici (+46%)
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