Come giustamente rileva il blog autologia.net, far allacciare le cinture di sicurezza al conducente e al passeggero anteriore di ogni automobile è stata un’impresa per la quale si è lavorato decine di anni. Oggi le persone che rispettano sempre questo obbligo previsto dal codice della strada, che spesso può salvarci la vita, secondo l’Istituto Superiore della Sanità sono cresciute in modo accettabile al nord (lo fa l'82% di chi viaggia) e molto meno al sud (36%). Se però parliamo delle cinture di sicurezza dei sedili posteriori, sono ancora troppi gli italiani che non rispettano la norma; mediamente solo 1 su 2 (55,9%). È questo il dato allarmante emerso da un’indagine commissionata da Facile.it e realizzata da mUp Research in collaborazione con Norstat su un campione rappresentativo della popolazione nazionale adulta. Per convincerci dei rischi che corriamo, forse dovrebbe essere obbligatorio guardare almeno una volta al giorno il video realizzato da Biomeccanica Forense, che mostra come, a seguito di un urto frontale, il passeggero posteriore non cinturato prosegua inerzialmente in avanti, impattando contro lo schienale del sedile antistante e provocando possibili conseguenze lesive a sè e al conducente.
Giova comunque ricordare che il mancato uso delle cinture anteriori e/o posteriori, oltre a mettere in pericolo l’incolumità di chi si trova all’interno della vettura in caso di incidente, causa una multa che va dagli 80 ai 323 euro. Se a violare la norma è il conducente, vengono anche tolti 5 punti della patente (10 per i neopatentati). Da non sottovalutare, inoltre, le possibili conseguenze sul piano dell’RC auto. Infatti, In caso di danni alle persone trasportate, qualora venisse accertata l’assenza dell’uso delle cinture di sicurezza, la compagnia assicurativa potrebbe non rimborsare o applicare il diritto di rivalsa per trasporto effettuato in mancanza di conformità alle leggi vigenti.