Mario Draghi presenta in conferenza stampa a Bruxeless il suo rapporto sulla competitività dell'Ue - Ansa
L’Europa dovrà cambiare
"Serve – dice l’ex premier italiano - un cambiamento radicale, urgente e concreto. Ne va dell'esistenza dell'Ue". Si tratta dunque di "attuare il rapporto o rassegnarsi a una lenta agonia". Il monito è netto: "i valori fondamentali dell'Europa – si legge - sono prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L'Ue esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se non sarà più in grado di garantirli ai suoi cittadini avrà perso la sua ragion d'essere".
Il quadro è inquietante. "Si è aperto un ampio divario- scrive l’ex banchiere centrale nella prefazione– tra l’Ue e gli Usa, spinto principalmente da un più pronunciato rallentamento nella crescita della produttività in Europa. Le famiglie europee hanno pagato il prezzo in termini di perdita di tenore di vita. Sulla base pro capite, il reddito disponibile reale è cresciuto quasi il doppio negli Stati Uniti rispetto all’Ue dal 2000". Il problema è che "sono scosse le fondamenta su cui ci siamo basati": c’è "maggiore concorrenza dall’estero e minore accesso a mercati terzi" per le imprese europee, inoltre l’Europa
Il rapporto identifica tre aree primarie su cui intervenire. La prima è la necessità che "l’Europa torni a concentrare i suoi sforzi collettivi sul superamento del divario tecnologico con Usa e Cina, soprattutto nelle tecnologie avanzate". L’Europa spende troppo poco in ricerca e innovazione e frappone troppi ostacoli burocratici. Risultato: tra il 2008 e il 2021 il 30% delle società "unicorno" (le nuove imprese di altissima innovazione) fondate in Europa si sono spostate all’estero, per lo più negli Usa. Secondo punto, fare della decarbonizzazione "un’opportunità per l’Europa". Senza un chiaro coordinamento, "c’è il rischio che la decarbonizzazione possa opporsi alla competitività e alla crescita", con l’occhio anzitutto ai costi ancora troppo alti dell’energia. Terzo, l’urgenza di "incrementare la sicurezza e ridurre le dipendenze", ad esempio sul fronte di chip e materie prime. Il rapporto chiede una "politica estera economica" per negoziare con partner affidabili, ed espandere miniere presenti in Europa (come quelle di litio in Portogallo). Quanto ai chip, il rapporto Draghi chiede una posta di bilancio Ue ad hoc. E poi, con l’aggressione russa all’Ucraina sullo sfondo, inevitabile parlare di difesa. L’industria del settore <è troppo frammentata, ostacolando la sua capacità di produrre in scala, e soffre della mancanza di standardizzazione e interoperabilità>. Alcuni esempi: in Europa si producono 12 tipi diversi di carri armati, negli Usa uno solo. L’Europa è seconda per spesa militare, ma la frammentazione riduce nettamente la sua forza reale e il 78% degli appalti di difesa vanno a Stati terzi.
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