mercoledì 12 aprile 2023
Il Garante della privacy italiano pubblica le richieste a OpenAI: informativa sulla privacy, diritto di rettifica, apertura solo ai maggiorenni. Il chatbot dovrà adeguarsi entro il 30 di aprile
ChatGPT potrà riaprire, ma solo a certe condizioni

Reuters

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ChatGPT potrà riaprire in Italia, ma solo a precise condizioni. L’Autorità garante per la protezione dei dati personali ha pubblicato le prescrizioni imposte a OpenAI per rendere di nuovo disponibile il suo sistema di intelligenza artificiale generativa nel nostro Paese, l’unico al mondo – fino ad oggi – ad averlo sospeso (lo scorso 31 marzo) per cautele sulla privacy.

Il Garante chiede a OpenAI, la società che ha creato ChatGPT, di adeguarsi a queste richieste entro il 30 aprile per consentirle di riattivare il servizio.

La prima condizione è la pubblicazione di un'informativa trasparente sul trattamento dei dati degli utenti e sui diritti di chi utilizza il servizio. Gli utenti dovranno accettare questa informativa prima di registrarsi per usare il servizio. Se già registrati, dovranno accettare l’informativa per tornare a usare ChatGPT.

Il chatbot dovrà essere riservato ai maggiorenni: per usare ChatGPT gli utenti dovranno dichiarare la propria età e saranno esclusi se dichiareranno di avere meno di 18 anni. Dal momento che questo sistema è facilmente aggirabile da chiunque, entro il 30 maggio ChatGPT dovrà anche proporre al Garante l’introduzione di sistemi di verifica dell’età più accurati da introdurre per settembre.

OpenAI dovrà anche chiarire la base giuridica per l’utilizzo dei dati degli utenti con l’obiettivo di addestrare gli algoritmi, indicando il consenso ottenuto o il proprio legittimo interesse a utilizzare le informazioni registrate.

Il Garante chiede anche che ChatGPT permetta ai cittadini di chiedere la rettifica dei dati personali che li riguardano nei testi generati dall’intelligenza artificiale, o la cancellazione di questi informazioni se la rettifica sarà impossibile. OpenAI dovrà anche permettere ai cittadini di esercitare il diritto di opposizione rispetto all’uso dei propri dati personali da parte dell’algoritmo.

Infine l’Autorità chiede a OpenAi di promuovere una campagna di informazione su radio, televisione, giornali e web «per informare le persone sull’uso dei loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi».

Il Garante avverte infine che «proseguirà nell’accertamento delle violazioni della disciplina vigente eventualmente poste in essere dalla società e si riserva l’adozione di ogni ulteriore o diversa misura che si rendesse necessaria a conclusione della formale istruttoria tuttora in corso».



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