Elon Musk - Ansa
Elon Musk darà battaglia in tribunale a un gruppo che include alcuni tra le più grandi imprese che operano sul mercato americano. Il gruppo, la Global Alliance for Responsible Media, è accusato di aver voluto boicottare la piattaforma Twitter nel 2022, ritirando miliardi di inserzioni pubblicitarie, nel momento in cui lo stesso Musk stava acquisendo il social network, oggi denominato X. Tra le aziende che aderiscono all’alleanza ci sono Unilever, Cvs, Mars e molti altri, tra cui la compagnia energetica danese Orsted. "Abbiamo provato la pace per 2 anni, ma ora è guerra", ha dichiarato Musk – fondatore tra l’altro di Tesla - in un post su X. "Il comportamento illegale di queste organizzazioni e dei loro dirigenti è costato a X miliardi di dollari", ha affermato Linda Yaccarino, ad di X, in una lettera aperta agli inserzionisti in cui ha parlato di “boicottaggio illegale”.
La causa, intentata in una corte federale in Texas, arriva un giorno dopo quella iniziata da Musk in California contro OpenAI. Da quando Musk ha acquisito l’ormai ex Twitter e ha promesso di inaugurare una nuova era di “libertà di parola senza restrizioni”, molti inserzionisti hanno limitato i loro budget sul social network, preoccupati per l’aumento della disinformazione e dei discorsi di odio. Se gli altri social media hanno provato in questi anni ad andare incontro alle preoccupazioni delle aziende sui contenuti offensivi online, Musk sembra viaggiare verso un’altra direzione. “Non vedo come questa mossa porterà qualche inserzionista a tornare indietro su X”, ha sottolineato Ruben Schreurs, a capo della strategia di Ebiquity, azienda di consulenza di marketing.
Il gruppo citato da Musk in giudizio rappresenta oltre il 90 per cento del totale di spese pubblicitarie online e ha esortato le aziende a evitare X dopo l’acquisizione da parte di Musk. Diciotto grandi imprese hanno a quel punto interrotto tutte insieme le loro inserzioni sul social network, mentre altre decine di aziende hanno ridotto il loro budget sulla piattaforma di oltre il 70 per cento. Riduzioni drammatiche per i conti di X, che nel secondo trimestre di quest’anno ha avuto entrate negli Usa per 114 milioni di dollari, un calo del 25% rispetto al primo trimestre e del 53% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.