giovedì 21 settembre 2017
Effetti positivi dall'afflusso di lavoratori dai nuovi stati membri dell'Europa e dalla partecipazione femminile. Pil al 2,2% nel 2017, nessuna novità su politiche monetarie
Bce: da migranti e donne ampio contributo alla ripresa
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Donne e immigrati hanno fatto da traino alla ripresa. Parola della Banca centrale europea che, confermando la serie positiva delle previsioni sulla crescita economica, ha rivisto al rialzo le stime del Pil nell'Eurozona portandole al 2,2% per il 2017. Nell'Eurozona "durante la ripresa l'immigrazione ha dato un ampio contributo positivo alla popolazione in età lavorativa, riflettendo soprattutto l'afflusso di lavoratori dai nuovi stati membri dell'Unione europea" scrive la Bce nel bollettino, spiegando che "a sua volta, ciò ha verosimilmente avuto un effetto considerevole sulla forza lavoro, in particolare in Germania e Italia". Francoforte sottolinea poi che "sebbene l'offerta di lavoro nell'area dell'euro stia continuando ad aumentare, negli ultimi dieci anni il suo tasso di crescita ha subito un rallentamento".

Determinante per l'aumento della forza lavoro durante la ripresa economica è stata la partecipazione femminile. La Bce spiega che tale aumento e il modo in cui tale partecipazione differisce da quella maschile "sono riconducibili in larga parte alle divergenze esistenti fra il livello di istruzione degli uomini e quello delle donne". Infatti "nella popolazione femminile in età lavorativa la percentuale di donne con un'istruzione terziaria è più elevata rispetto all'analoga percentuale fra gli uomini". La forza lavoro dell'area dell'euro sta inoltre "subendo un processo di invecchiamento e un numero sempre maggiore di individui rimane in attività lavorativa più a lungo". Negli ultimi quattro anni il tasso di partecipazione delle persone d'età compresa tra i 50 e i 64 anni è salito (di 0,7 punti percentuali per la fascia 50-54, di 3,8 punti percentuali per la fascia 55-59 e di 7,6 punti percentuali per la fascia 60-64). "Ciò è riconducibile all'innalzamento dell'età pensionabile nella maggior parte dei paesi, ma anche ad altri fattori, ad esempio il sempre più elevato livello di istruzione della popolazione", sottolinea l'istituzione di Francoforte.

Nessuna novità sulla politica economica. La Bce ha confermato di voler lasciare invariato l'orientamento e che deciderà in autunno riguardo una calibrazione degli strumenti di politica monetaria nel periodo successivo alla fine dell'anno. Lo scrive l'Istituto di Francoforte nel suo bollettino, spiegando che negli ultimi mesi l'inflazione ha registrato "unlieve aumento" ma nel complesso resta "su livelli contenuti" edi conseguenza, "è ancora necessario un grado molto elevato di accomodamento monetario". La Bce ha abbassato le sue stime sull'inflazione dell'Eurozona per il 2017 a 1,5%, per il 2018 a 1,2% dal precedente 1,3% e per il 2019 a 1,5% dal precedente 1,6%. Riviste al rialzo le stime di crescita per la zona euro per il 2017 al 2,2% dall'1,9% precedente, mentre restano invariata quelle per il 2018 e 2019 rispettivamente all'1,8% e all'1,7%.

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