lunedì 22 gennaio 2024
Il dato emerge da un'indagine della Banca d'Italia relativo al 2022: quasi 10 euro di aumento in un anno. Assai più economici i conti online che costano solo 37 euro l'anno
L'inflazione colpisce i conti correnti: il costo di gestione supera i 104 euro
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L'inflazione non risparmia i conti correnti con aumenti consistenti nel corso del 2022, l'anno peggiore per la corsa dei prezzi. La spesa per la gestione di un conto corrente bancario di tipo ''tradizionale'' (accessibile cioè sia attraverso lo sportello sia con modalità di home banking) è stata di ben 104 euro, in aumento rispetto al valore registrato nell'anno precedente (94,7 euro). Il dato arriva dall'indagine condotta dalla Banca d'Italia nel corso del 2023 sulla spesa dei conti correnti delle famiglie. L'incremento è legato alla crescita delle spese sia fisse sia variabili.

Assai meno costosa la gestione di un conto corrente bancario on line, rivolto a consumatori che intendono svolgere operazioni prevalentemente attraverso internet. Nel 2022 la spesa di gestione di questi conti è stata di 33,7 euro, appena 0,7 euro in più rispetto all'anno precedente.

Il divario di spesa tra le due tipologie è di 70,2 euro (era di 61,8 euro nella rilevazione precedente), ed è legato alla crescita della spesa di gestione dei conti tradizionali. Secondo l'indagine, l'apporto più significativo all'aumento dei costi di gestione è attribuibile alle spese fisse e in particolare ai canoni; le spese variabili, invece, sono cresciute sia per effetto della maggiore operatività della clientela sia per l'aumento dei costi delle operazioni.

Le spese fisse ammontano a 72,8 euro e rappresentano il 70 per cento della spesa di gestione di un conto. Nel 2022 sono cresciute di 5,9 euro (2,8 nel 2021 e 4,3 nel 2020) principalmente per effetto della maggiore spesa per i canoni di base e in seconda istanza per le spese di gestione ed emissione delle carte di pagamento (debito, credito e prepagate). L'aumento dei canoni di base deriva per intero dal maggiore importo del canone, rimanendo pressochè invariata la percentuale di clienti tenuti al relativo pagamento; anche per le carte di debito e di credito la variazione discende dal maggiore importo dei relativi canoni. Le spese variabili, che incidono per il rimanente 30 per cento, ammontano a 31 euro e sono cresciute di 3,4 euro rispetto all'anno precedente. La variazione delle spese variabili è ascrivibile principalmente all'accresciuto numero di operazioni; le commissioni sono risultate pressoché invariate.

Il rincaro per gestione dei conti correnti registrato nel 2022 è il settimo consecutivo. Dal 2011 al 2022 la variazione delle spese fisse ha contribuito in modo preponderante alla dinamica delle spese di gestione, sia nel corso delle fasi espansive sia in quelle di contrazione della spesa; in particolare, prendendo in esame la fase espansiva, iniziata nel 2016 e tuttora in corso, la somma degli incrementi di spesa ammonta a 27,5 euro, dei quali 21,1 riconducibili alle spese fisse.

La spesa di gestione mostra un'ampia variabilità tra i raggruppamenti della clientela: è meno elevata per i clienti con un profilo di operatività semplificato (giovani, famiglie e pensionati a bassa operatività), maggiore per i profili di consumo più sofisticati. A incidere è soprattutto la diversa composizione del paniere di servizi bancari fruiti, piuttosto che il differente profilo tariffario tra i raggruppamenti di clienti: i divari di spesa, infatti, si attenuano considerevolmente, una volta che si tenga conto della composizione dei servizi fruiti. Il 78,7 per cento dei clienti, che non ha registrato scoperti di conto o sconfinamenti nel corso del 2022, ha detenuto una giacenza media di 7.665 euro (93 euro in più rispetto all'anno precedente); il relativo tasso di remunerazione è stato pari allo 0,2 per cento (0,3 nel 2021).

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