Le Organizzazioni non governative (Ong) sono sempre più al centro del dibattito politico e sociale concernente soprattutto l’Unione Europea. L’emergenza rifugiati e migranti ha accentuato la necessità e l’importanza del ruolo di queste associazioni. Ma non solo. Le associazioni non profit si occupano di svariate cause che vanno dalla salvaguardia dall’ambiente alla protezione delle specie animali. In realtà le Ong sono delle vere e proprie aziende che, seppure senza scopo di lucro, hanno al loro interno dipendenti da organizzare, budget da rispettare e un “funzionigramma” preciso. E il tutto deve essere una macchina in grado di scattare in modo efficiente ed efficace alla minima emergenza. È in questo contesto che nascono e si consolidano figure manageriali specialistiche, i manager del non profit. E tra questi, le due figure sempre più richieste sono l’Ong Country Director e l’Ong Project Leader.
«Quando si decide di lavorare per una Ong – spiega Christian Vasino, ceo e fondatore di Chaberton Partners - bisogna considerare che, a differenza di molti altri lavori, la questione più importante è la mentalità con cui lo si intraprende: occorre che il manager, come primissima cosa, condivida pienamente, vorrei dire ‘intimamente’, la missione ‘aziendale’. In sintesi, direi che skills professionali e ideali devono coincidere. Lavorare per un ente non governativo, o comunque non profit, impone infatti di credere al massimo in ciò che si sta facendo, all’idea che si sta sostenendo, perché spesso e volentieri collaborare con una Ong significa portare avanti una "battaglia", ed è molto difficile combattere per qualcosa in cui non si crede».
Attualmente, le Ong “multinazionali”, presenti cioè in più Paesi (cioè la maggior parte di questi enti) cercano innanzitutto un Ong Country Director che guidi l'ufficio locale. La sua principale responsabilità è l'effettiva traduzione delle priorità internazionali nelle realtà nazionali. È il rappresentante nazionale dell’ente ed è responsabile della cooperazione costruttiva e fiduciosa tra gli interessi locali e internazionali. «Un Ong Country Director - precisa Vasino - ha come prima responsabilità l’attuazione del piano di sviluppo nazionale per assicurare una traduzione efficace delle priorità internazionali nelle realtà locali, che rispetti le specifiche nazionali e un'adeguata pianificazione delle risorse. Inoltre, deve riportare continui feedback all'organizzazione globale e sorvegliare le finanze dell'ufficio, presentando relazioni finanziarie periodiche al direttore internazionale incaricato. Deve inoltre aumentare la percezione locale dell'azienda e rappresentare l'organizzazione nel Paese, nonché gestire il team in collaborazione con i direttori internazionali responsabili, e motivare e assistere il personale in base alla strategia internazionale delle risorse umane. Ultima cosa, ma non meno importante, deve garantire una cultura agile e resiliente dei valori aziendali in loco e rafforzare la capacità di innovazione». Questa figura si sta facendo strada soprattutto in America e nel Nord Europa, dove si trovano le sedi delle più grosse associazioni non profit, non solo per Ong umanitarie, ma anche per quelle che si occupano di salvaguardia dell’ambiente e degli animali. Lo stipendio medio annuo può aggirarsi intorno ai 105mila euro lordi.
L’Ong Project Leader ha invece il compito di attirare e costruire consapevolezza in merito a una precisa causa. Determina il mercato di riferimento e quali saranno i media più sensibili all’argomento, da quelli tradizionali ai social. È sua la responsabilità di creare un forte impatto sull’opinione pubblica, ottimizzando la comunicazione del progetto a livello locale e internazionale. Tra i principali compiti di un Ong Project Leader ci sono l’assegnazione di risorse e forniture per garantire che lo staff e i volontari possano completare le proprie responsabilità al massimo potenziale, la guida e la gestione del progetto, motivando i dipendenti a rimanere ottimisti anche di fronte a sfide difficili, incoraggiando buone prestazioni e valori, e costruendo la consapevolezza di ciò che si sta facendo. Accanto a questi compiti vi sono poi altre mansioni più tradizionali come occuparsi del retargeting del sito Web, della creazione di una newsletter, impostare e organizzare eventi pubblici di sensibilizzazione, utilizzando le abilità interpersonali, comunicative e di ascolto essenziali. La sua retribuzione annua si aggira intorno agli 85mila euro lordi. I consulenti chiamati per specifici progetti di breve durata, possono arrivare a un lordo mensile di 12.500 euro. «Portare avanti una causa nel campo del non profit - rimarca ancora Vasino - significa avere una mentalità sensibile verso un futuro sostenibile, adottando politiche di governance e gestione finanziaria sane, etiche e legali, nonché assicurandosi che la non-profit disponga di risorse adeguate per perseguire con efficacia la propria missione. Un Ong Project Leader deve possedere eccellenti capacità comunicative verbali e scritte, conoscere bene i meccanismi delle raccolte fondi, deve possedere eccellenti capacità organizzative e di pianificazione, avere una piena comprensione delle esigenze dei media e delle relazioni con i media. Deve inoltre essere proattivo, affidabile, responsabile e preciso e deve possedere un ampio grado di creatività e libertà, nonché dimostrarsi auto-motivato, con un approccio alla gestione positivo e professionale».
Dalla gestione delle risorse finanziarie alla costruzione dell’identità locale: ecco quali sono le figure più ricercate nel non profit
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