Le fonti rinnovabili saranno la principale fonte di produzione di elettricità, a livello mondiale entro l'inizio del 2025, quando supereranno il carbone. Sono le previsioni dell'Agenzia internazionale per l'energia (Aie).
Si prevede che le energie rinnovabili costituiranno più di un terzo della produzione totale di elettricità entro l’inizio del 2025, superando il carbone. È questa la stima dell’International Energy Agency, l’agenzia internazionale per l’energia (Iea), che ha elaborato il suo report annuale su sviluppi e politiche del mercato elettrico. L’Agenzia prevede che la quota delle rinnovabili – che, però, comprende tre diversi tipi di energia: solare, eolica e idroelettrica – nella produzione totale di elettricità salirà al 37% nel 2026 rispetto al 30% del 2023, grazie, soprattutto, alla riduzione dei costi del solare fotovoltaico. Nel contempo per la produzione di energia elettrica da carbone si vedrà, invece, una riduzione media annua dell’1,7% fino al 2026.
La quota dei combustibili fossili nella produzione di energia elettrica passerà dal 61% nel 2023 al 54% nel 2026, scendendo sotto la soglia del 60% per la prima volta da quando l’Agenzia ha iniziato a tenere i registri nel 1971. In sintesi, il report dell’agenzia internazionale per l’energia parla di un «declino strutturale» nel quale stanno entrando le emissioni di gas serra.
Va detto che la produzione di energia è attualmente la principale fonte di emissioni di anidride carbonica (CO2) nel mondo, ma al tempo stesso quello energetico è il settore che guida la transizione verso emissioni nette pari a zero attraverso la rapida espansione delle fonti di energia rinnovabile come l’energia eolica o solare. L’elettricità non è solo fondamentale per il funzionamento delle società e delle economie moderne, la sua importanza cresce in un mondo sempre più elettrificato, dove sono sempre più diffuse le tecnologie che funzionano con l’elettricità: è il caso delle auto e degli scooter elettrici per la mobilità cittadina o dell’utilizzo delle pompe di calore per riscaldare le case. Nei dati si legge che la crescente importanza dell’elettricità nella domanda lorda di energia è salita già al 20% nel 2023 rispetto al 18% del 2015 e questo aumento è dovuto proprio alla crescita nelle vendite dei veicoli elettrici e all’installazione di pompe di calore a livello globale.
Si prevede che la domanda di elettricità aumenterà in media del 3,4% dal 2024 al 2026, con circa l’85% della crescita della domanda proveniente da Cina, India e Sud-Est asiatico, dopo che la crescita era leggermente rallentata al 2,2% nel 2023.
Il direttore esecutivo dell’Iea Fatih Birol ha osservato che il settore energetico attualmente «produce più emissioni di anidride carbonica di qualsiasi altro [settore] nell’economia mondiale», quindi le tendenze sono incoraggianti. «Ciò è in gran parte dovuto all’enorme slancio dietro le energie rinnovabili, con il solare sempre più economico in testa, a cui si unisce il sostegno all’importante ritorno dell’energia nucleare, la cui produzione è destinata a raggiungere il massimo storico entro il 2025», ha affermato Birol. Nello specifico entro l’anno prossimo anche la produzione globale di energia nucleare è destinata a raggiungere il massimo storico, segnando una rinascita di quella può essere considerata un’alternativa energetica a basse emissioni di carbonio rispetto ai combustibili fossili. Si prevede che la produzione delle centrali nucleari aumenterà di circa il 3% già quest’anno arrivando a 2.915 TWh, superando il precedente picco di 2.809 TWh nel 2021, ha affermato l’Iea.
La crescita sarà trainata dai nuovi reattori in Cina, India, Corea del Sud e Europa, nonché dal ritorno degli impianti in Francia che erano stati chiusi lo scorso anno per manutenzione e dalla riconnessione alla rete di diversi impianti in Giappone che erano stati chiusi dopo il disastro del 2011, quando i reattori dell’impianto di Fukushima Daiichi furono danneggiati da uno tsunami, spingendo Germania e Giappone a ritirarsi dal settore. L’industria è stata aiutata dalla spinta globale per ridurre le emissioni di anidride carbonica, nonché dalle preoccupazioni diffuse sulla sicurezza energetica in seguito all’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022, che ha sconvolto i mercati del gas.