La ricercatrice venezuelana Eveling Sánchez Mendoza
«In Venezuela la crisi economica è peggiorata negli ultimi anni e il numero di persone in stato di povertà è aumentato. Una economia quella del Paese – ci spiega Eveling Sánchez Mendoza – che dipende in larga misura dal petrolio di cui è uno dei principali produttori ed esportatori mondiali, insieme ad altre risorse minerarie. Ma lo sfruttamento dei giacimenti, sta creando danni irreversibili alla nostra casa comune, la Madre Terra. Non ho alcuna intenzione di arrendermi alla disperazione, voglio essere parte della soluzione, proporre alternative che cercano il bene comune».
Immaginiamo Eveling essere un’attivista impegnata in qualche organizzazione e, aspettandoci una risposta diversa, le chiediamo di cosa si occupa. «Di management. In particolare, sto conducendo una ricerca sulla sostenibilità del management all’Università Centrale del Venezuela. Le strategie adottate dalle imprese seguono linee guida stabilite dagli "alti dirigenti" delle aziende che si concentrano sul raggiungimento degli obiettivi predefiniti dalla vision dell’organizzazione. Strategie di gestione che sono ben progettate e continuamente monitorate. Il mio studio indaga appunto i criteri chiave che consentono una progettazione e un monitoraggio efficienti delle strategie di management in alcuni tipi di imprese (le società di revisione) per garantire un’efficace gestione aziendale. Ho cercato di identificare i principali modelli e gli elementi fondamentali necessari per progettare e monitorare le strategie adottate dalle società di servizi finanziari. Ho inoltre studiato i meccanismi utilizzati dall’alta dirigenza per definire le strategie e di descrivere i criteri di valutazione utilizzati. Per le società che ho studiato, disporre dei criteri chiave per effettuare una valutazione completa della loro gestione è uno strumento indispensabile per misurare i risultati e riconoscere le principali cause che possono portare a fallimenti, per cercare risposte che re-orientino processi decisionali e per adottare appropriate misure correttive, anche in termini di responsabilità e sostenibilità manageriali». Gli studi di Eveling ci consentono di fare una considerazione più ampia in un ambito su cui oggi si riflette poco. Molti economisti dichiarano che se non cambiamo in fretta paradigma, oltre a distruggere il pianeta, distruggeremo anche i beni comuni e i beni relazionali.
Una riflessione che spinge a considerare l’insostenibilità ambientale come un fenomeno che parla anche di altre insostenibilità. Ad esempio la governance delle imprese. Se da una parte, infatti, ci sono molti giovani che non lavorano, dall’altra ce ne sono troppi che lavorano troppo, sfruttati da un modo di intendere il management e l’impresa che li sottopone a ritmi insostenibili e accelerati. Se quindi le imprese non riconsiderano i rapporti interni di lavoro, non liberano spazio e tempo per i lavoratori, ridisegnando un management a misura di persona è difficile che riescano a rispettare e salvare il pianeta. «Sento che la spiritualità di Francesco – conclude Eveling – continua ad ispirare uomini e donne in tanti ambiti della vita e del lavoro; persone che vogliono fare della loro vita un dono per gli altri, soprattutto per gli ultimi. Anche io vorrei che la mia vita fosse generativa di impegni belli e utili per chi incontro. E come ricercatrice e studiosa voglio mettere il mio lavoro al servizio dei fratelli più vulnerabili. Voglio costruire una nuova economia».