sabato 11 aprile 2020
Gli studi della dottoranda dell'università di Lucerna sulla responsabilità di banche e investitori nella costruzione di una società che promuove la vita e l’equtài
Noemi Miriam Honeberg

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Il rapporto fra economia reale e finanza. Di questo si occupa Noemi Miriam Honegger, dottoranda di ricerca presso l’Istituto di etica sociale dell’Università di Lucerna in Svizzera, uno dei centri finanziari più importanti al mondo. Sposata, violinista, Noemi lavora insieme ad altri giovani ad uno dei 12 villaggi dell’Economy of Francesco dedicato al tema Finanza e Umanità. «Nei miei studi di teologia e di economia, mi sono concentrata sull’etica e sull’organizzazione del sistema economico in relazione alla giustizia sociale. Il mio dottorato di ricerca riguarda il ruolo della finanza nell’economia e nel mondo di oggi, in particolare il rapporto tra settore finanziario ed economia reale da un punto di vista etico».

Non è un argomento semplice quello di cui si occupa Noemi, che ci spiega: «Oggi la finanza ha un impatto decisivo su produzione, infrastrutture, mercato del lavoro, sistemi pensionistici e assicurativi. L’emergenza globale che stiamo vivendo oggi a causa della pandemia mostra ancora una volta – basta vedere le reazioni dei mercati – che l’economia reale e il settore finanziario sono strettamente collegati e che gli shock finanziari impattano sul sistema economico nel suo complesso. Dopo la crisi finanziaria del 2007/2008 – che svelò chiaramente un sistema interconnesso a livello globale molto fragile – in tanti cominciarono a sostenere che la finanza doveva rivedere il suolo ruolo e mettersi al 'servizio' del settore reale. Eppure lo scollamento fra i due settori è ancora molto evidente. Il mio progetto di ricerca parte dunque da una domanda fondamentale: come dovremmo ridefinire il settore finanziario, in quanto parte integrante di un sistema economico che vuole essere capace di promuovere la vita delle persone, garantire la giustizia e salvaguardare l’ambiente? Nella mia ricerca applico un metodo basato sulla narrazione. Mi sono domandata qual è, oggi, la narrazione, il concetto dominante di finanza, analizzando se e come i diversi contesti studiati (dalla letteratura al dibattito politico, ad esempio) considerano la diretta responsabilità degli attori finanziari (banche, istituti di credito, ecc) nella costruzione di una società in grado (o no) di promuovere la vita, l’equità, la sostenibilità. In aggiunta, analizzo anche il modo in cui i diversi attori finanziari si vedono, si raccontano, prendono decisioni e agiscono». Dunque affinché anche la finanza possa diventare un reale motore di cambiamento sostenibile c’è bisogno anche di una nuova narrazione: nuove modalità di comunicazione e dialogo su questi temi. «Le narrazioni non sono mai neutrali, amplificano gli atteggiamenti delle persone e influenzano le scelte personali e collettive, anche in ambito economico. Non tutte favoriscono chiarezza sulle responsabilità delle singole parti che compongono un sistema complesso come quello economico. E andando avanti nei miei studi di ricerca - che non sono ancora terminati - mi sembra molto evidente che anche la finanza, in quanto potente 'driver' economico, debba essere ripensata, animata e ri-orientata».

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