lunedì 23 novembre 2020
Molti sacerdoti anziani e già malati ma anche un prete di soli 47 anni, a Ragusa, tra le nuove vittime nel clero italiano in tutta Italia, già molto numerose in un solo mese.
Don Raffaele Campailla, 47 anni, della diocesi di Ragusa, morto di Covid il 21 novembre

Don Raffaele Campailla, 47 anni, della diocesi di Ragusa, morto di Covid il 21 novembre

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Sembra di essere tornati alle settimane tra marzo e aprile quando, di pari passo con i bollettini del Covid nei quali i morti si contavano a centinaia, arrivava a cadenza quotidiana anche la notizia della morte di uno o più sacerdoti. In una decina di giorni sono scomparsi ben 15 sacerdoti colpiti dal virus, molti anziani e già affetti da altre patologie, ma con il Covid che ha rotto un equilibrio fragile portanto alla morte. Con loro – il conteggio si limita al clero diocesano – il totale dall’inizio della pandemia sale così a 158. Dall’inizio della seconda ondata della pandemia, a fine ottobre, i sacerdoti portati via dal contagio sono già 34.
In diocesi di Firenze sono morti due preti. Il 19 novembre a 93 anni è morto don Antonino Spanò, da 60 anni nella parrocchia di San Bartolomeo nella Badia a Ripoli. Siciliano di Sciacca, fu ordinato a Firenze nel 1950. Parroco dal 1964, aveva promosso la nascita della Misericordia di Badia a Ripoli, che oggi è tra le realtà di volontariato sociale e sanitario più autorevoli di Firenze. Due giorni dopo nuovo lutto nel clero diocesano fiorentino per la morte di monsignor Paolo Ristori, 89 anni, per 22 segretario del cardinale Florit e poi a lungo preposto di Santa Maria del Fiore. Fiorentino doc, dal 1973 al 2009 era stato arciprete della Cattedrale, che ha accolto il suo funerale celebrato dal cardinale Betori.

A Torino il 20 novembre è morto don Guido Bonino, 88 anni. Torinese, parroco di Ciriè per 19 anni fino al 2014, era alla guida della parrocchia di Santa Croce a Torino. Negli anni 60 aveva conosciuto il Movimento dei Focolari, come un altro sacerdote torinese scomparso di recente sempre per il contagio da Covid, don Vincenzo Chiarle parroco di Vallo.

Nella diocesi di Bolzano si aggiungono sempre nuove vittime tra i preti: il 23 novembre si è spento don Franz Eberhöfer, 90 anni, parroco a Moso in Passiria e poi a Coldrano in val Venosta. A 87 anni il Covid si era portato via un altro sacerdote il 19 novembre: don Anton Leitner, per 41 anni parroco a Prato Isarco e poi a Campodazzo. Negli anni 60 era stato anche in missione nel Malawi.
Aveva 86 anni, da trent’anni era cappellano del Policlinico di Modena: don Antenore Ternelli, morto il 20 novembre, era una vocazione adulta essendo stato ordinato nel 1992, a 59 anni.

Il 22 novembre la diocesi di Mondovì ha perso una delle figure più amate del suo clero: monsignor Mario Rizzo, 93 anni, 66 da parroco. Nato a Vicoforte, ordinato nel 1957, ha speso il suo ministero nei centri della Valle Ellero: dal 1960 era parroco di Frabosa Mondagnola, e dal 1974 di Frabosa Sottana. Nel 2013 aveva consegnato a un libro – «Scelto fra gli uomini» – i suoi ricordi di gioventù e del ministero sacerdotale.

Il clero della diocesi di Milano è tornato a piangere un suo sacerdote: il 19 novembre è morto don Carlo Luigi Travaglino, 80 anni. Sacerdote di grande cultura e sensibilità letteraria, scrittore e saggista egli stesso, fino ai 57 anni aveva insegnato nei collegi arcivescovili per poi, nel 1997, diventare parroco di Cabiate, in Brianza, fino al 2015. Tra i suoi titoli, «La locanda del tempo» (Centro Ambrosiano) e «Quando i bambini si stancano di doverci spiegare tutto» (Mimep-Docete) oltre alla cura dell’edizione italiana del best seller di Jean Mercier «Il Signor parroco ha dato di matto» (Edizione Paoline) grazie alla sua conoscenza della lingua e della letteratura francese.

La diocesi di Ragusa ha perso due preti in poche ore. Il 20 novembre a 79 anni se n’è andato don Romolo Taddei fondatore del locale Consultorio familiare di ispirazione cristiana. La diocesi siciliana lo descrive come «sacerdote di grande fede e spiritualità che ha fatto delle giovani coppie e delle famiglie il cardine del suo ministero». Psicoterapeuta, era noto ben oltre i confini diocesani come autore di sussidi diffusi tra corsi fidanzati e gruppi sposi. Aveva solo 47 anni invece don Raffaele Campailla, morto il giorno dopo. Originario di Comiso, è uno dei più giovani preti portati via dal virus, un «cuore generoso e appassionato», come lo descrive la diocesi guidata dal vescovo Carmelo Cuttitta. La Chiesa in Sicilia ha perso anche un altro prete diocesano: il 20 novembre a Palermo è morto don Alessandro Manzone, 70 anni, parroco di Maria Santissima Madre della Misericordia. Ordinato nel 1976 dal cardinale Pappalardo, le sue esequie sono state celebrate dall’arcivescovo Lorefice.

Un esempio di vita dedicata a una comunità è quello di don Sergio Boffici, 96 anni, 54 dei quali come parroco di Castelfranco di Sopra, morto il 16 novembre. «Rappresenta la classica figura del parroco di tutti – ha detto di lui il vescovo Mario Meini, vicepresidente della Cei –: di Dio, della Chiesa e di ogni persona, specialmente dei malati e dei poveri. Uomo di preghiera e di carità. Anche anziano e in carrozzina, ha sempre tenuto la porta di casa aperta per la preghiera, le confessioni e la carità».
Anche la diocesi di Ischia è stata toccata da un lutto nel suo clero: il 19 novembre a 82 anni appena compiuti è morto don Angelo Iacono, parroco di Santa Maria del Carmine a Serrara Fontana. «Fino all’ultimo ha svolto il suo ministero – ha detto il vescovo Pietro Lagnese –: benché già debilitato fisicamente non ha smesso di celebrare e visitare i malati portando loro il conforto dei sacramenti».

La diocesi di Trento il 16 novembre ha perso don Luigi Roat, 88 anni, sacerdote da 62. Dopo incarichi in varie parrocchie – l’ultima quella di Novaledo per 16 anni, fino al 2012 – si era ritirato nella sua Brenta di Caldonazzo, ma ultimamente risiedeva nella Casa del clero. Profondo cordoglio ha suscitato in diocesi di Como la morte il 18 novembre di don Bartolomeo Franzi, 86 anni, per 28 (fino al 2015) prevosto di Moltrasio, paese affacciato sul Lario. Già cappellano dell’Ospedale di Bormio, "don Meo" – come lo chiamavano tutti – aveva solennizzato il 60° di sacerdozio l’anno scorso concelebrando con il Papa a Santa Marta. Originario di Albiolo, si era ritirato 5 anni fa nel suo paese, ma con una presenza ancora attiva in parrocchia.

QUI I RITRATTI DEI SACERDOTI MORTI A CAUSA DELLA PANDEMIA

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