mercoledì 30 novembre 2022
In Occasione della Giornata Pro orantibus un incontro online ha riunito i monasteri italiani di clausura
Un momento di preghiera in musica all'interno di un monastero di clausura

Un momento di preghiera in musica all'interno di un monastero di clausura - .

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Essere pietre vive nell’edificazione della Chiesa, camminare insieme, mettersi in ascolto dello Spirito Santo per essere profezia della sinodalità. Questo l’itinerario che la vita contemplativa è chiamata a seguire oggi, un percorso che si alimenta attraverso una formazione umana e carismatica, che si nutre in primo luogo della testimonianza personale, della crescita in una vita veramente evangelica; un cammino in cui il servizio dell’autorità consiste nel far crescere l’altro e la sinodalità è uno stile comunitario di vita.

È quanto ha sottolineato monsignor José Rodríguez Carballo, arcivescovo segretario del Dicastero per la vita consacrata nel corso di un incontro online, organizzato dal Segretariato assistenza monache e dal suddetto Dicastero in occasione della Giornata Pro Orantibus, cui hanno partecipato 190 monasteri.

L’accento è posto sulla sinodalità, sull’impegno ad ascoltarsi reciprocamente, a lasciarsi interrogare dalla parola dell’altro e dell’altra condividendone gioie e preoccupazioni.

La vita contemplativa, infatti, è chiamata ad un ascolto profondo della realtà per essere risposta all’oggi della chiesa e del mondo. «Nella semplicità della vita, la presenza contemplativa raffigura visibilmente la meta verso cui cammina tutta la chiesa. Essa avanza sulle strade dell’umanità e del tempo con lo sguardo fisso al Signore», ha sottolineato sr Giuseppina Fragasso, vicepresidente del Segretariato assistenza monache nel corso del suo intervento. Le comunità contemplative sono poste come città sul monte, come lucerne che illuminano. Stanno sul monte, un luogo abitato da chi non passa oltre, da chi è capace di un amore che sa prendersi cura dell’umanità ferita.

«Tutte le forme di vita consacrata bevono alla fonte della contemplazione. Tra queste forme, la vita totalmente dedicata alla contemplazione è una storia di amore, di un amore appassionato per il Signore e per l’umanità, è dono inestimabile e insindacabile per la chiesa», ha detto citando la costituzione apostolica Vultum Dei Quaerere. Proprio i due recenti documenti della chiesa per la vita contemplativa, Cor orans e Vultum Dei Quaerere, sono stati al centro degli interventi delle presidenti federali.

La loro attuazione sta avviando processi di rinnovamento e aprendo cammini di comunione, incontro e formazione. «Lo Spirito Santo che agisce nella storia, invita a vivere il cambiamento non come un fallimento, ma come un’occasione per mantenere vivo il dono che abbiamo ricevuto», ha commentato madre Maria Amata Laganà, del monastero delle Visitandine di Ortì. I documenti hanno offerto la possibilità di leggere la realtà con uno sguardo di fede che sta aiutando i monasteri a vivere le situazioni di precarietà dando testimonianza di una vera vita contemplativa. «A tempi nuovi non si può rispondere con strumenti vecchi», ha osservato madre Chiara Francesca Lacchini, del Monastero San Romualdo delle clarisse cappuccine. Vultum Dei Quaerereha avviato processi, a partire dalla formazione, evidenziando la necessità di avere consapevolezza di essere popolo di Dio in uscita, chiamato a uscire dai propri schemi, dalla propria mentalità, a lasciarsi formare dallo Spirito Santo, dalla storia. «È un invito a vivere la grande sfida della povertà».

Anche madre Margherita Lanfranchi, priora del Monastero delle Carmelitane Scalze di Venezia, ha sottolineato l’importanza della formazione, attraverso la quale si possono fare scelte comunitarie più responsabili, si è aiutati a leggere i segni dei tempi e a dare risposte adatte. Ha poi espresso gratitudine per i due documenti che stanno fornendo alle contemplative i mezzi per vivere questo periodo di passaggio camminando insieme. «È un cambiamento per la vita – ha detto –. Da sole non abbiamo gli strumenti, insieme possiamo affrontare i problemi, abbiamo la possibilità di condividere, di superare l’isolamento».

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