venerdì 3 gennaio 2025
I cristiani sono il 30% della popolazione del Pianeta, ma se si guarda a chi è fuori dal proprio Paese di origine la percentuale sale. Di questi circa uno su tre è musulmano, il 10% ateo
Festa dei popoli in San Giovanni in Laterano

Festa dei popoli in San Giovanni in Laterano - Siciliani

COMMENTA E CONDIVIDI

Di tutti i 281 milioni di migranti internazionali del pianeta, intesi come coloro che risiedono al di fuori dal Paese in cui sono nati, quasi la metà è di fede cristiana. Meno di uno su tre è musulmano: e se si limita il campo di osservazione alla sola Europa, le proporzioni divergono in maniera ancora più sensibile. È, infatti, cristiano il 56% dei migranti presenti nel Vecchio Continente e solo il 18% è di fede islamica. Tra chi ha lasciato il proprio Paese di nascita e ora vive altrove, poco più di uno su dieci a livello globale si identifica come ateo o agnostico. Sono alcuni dei risultati dell’ultima indagine dedicata alla composizione religiosa dei gruppi di migranti internazionali del pianeta, elaborata dal Pew Research Center, autorevole istituto di ricerca di Washington. Diffuse ad agosto, le stime si basano sull’incrocio di dati messi a disposizione dalla Divisione Popolazione delle Nazioni Unite con quelli di duecentosettanta diversi censimenti e sondaggi, tra cui il World Values Survey, l’European Social Survey e altri rilevamenti del Pew Research Center stesso. Il periodo di riferimento è quello tra il 1990 e il 2020, anno quest’ultimo a cui si riferiscono i dati globali più aggiornati. Il cristianesimo continua dunque ad attestarsi come la religione più diffusa al mondo, ma fra chi migra lo è ancora di più. La percentuale di cristiani tra i migranti è del 47%, di gran lunga più alta rispetto a quella dei cristiani sul totale degli abitanti della terra, che si ferma al 30%.

L’indagine del Pew Research Center rileva anche le destinazioni più comuni scelte da chi avvia un progetto migratorio: a guidare la classifica dei primi dieci Paesi verso cui si dirigono i migranti di fede cristiana ci sono gli Stati Uniti, seguiti da Germania, Russia (ma lo studio si limita al 2020, dunque a prima dell’invasione dell’Ucraina e dell’avvio della guerra) e Gran Bretagna. L’Italia si colloca all’ottavo posto, ospitando il 3% dei migranti cristiani globali, pari a 3,6 milioni di persone. Il Bel Paese non compare affatto, invece, tra i Paesi di più frequente destinazione per i migranti musulmani. Nella top ten delle mete, in questo caso, ci sono Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, poi in terza posizione la Turchia, quindi Germania, Stati Uniti, Giordania, Iran e in chiusura Francia, Malesia e Kuwait. A proposito dei luoghi da cui invece si parte, è il Messico il Paese d’origine più comune per i migranti cristiani, seguito da Russia e Filippine. La Siria, l’India (sorprendentemente) e l’Afghanistan sono i tre Paesi dai quali più comunemente sono partiti i migranti musulmani. Negli ultimi tre decenni, il numero totale di persone che vivono fuori dal proprio Paese di nascita è aumentato in maniera consistente, complessivamente dell’83%. A seconda del verificarsi di crisi regionali, disastri naturali, scoppio di conflitti e conseguenti spostamenti di massa di popolazioni, la composizione religiosa dei flussi migratori può ovviamente cambiare drasticamente, da un anno all’altro. Ma, sottolineano i curatori dello studio, «lo stock totale di migranti cambia più lentamente, riflettendo modelli che si sono accumulati nel tempo. Infatti, la loro composizione religiosa complessiva è rimasta relativamente stabile sin dal 1990». Significa che, pur a fronte di incrementi importanti nei numeri assoluti nell’arco di tre decenni, il “peso” di ciascun gruppo appartenente ad una specifica confessione religiosa è rimasto pressoché inalterato, con variazioni di pochi punti percentuali. Cristiano era, infatti, il 47,5% del totale dei migranti nel 1990, percentuale pressoché identica a quella che è stata riscontrata nel 2020. Anche per i migranti di fede musulmana il passare del tempo non ha spostato di molto gli equilibri, con soli due punti percentuali e mezzo in più nel 2020 rispetto a trent’anni prima.

Si discosta da questo modello la situazione nazionale dell’Italia: nell’ultima rilevazione di quattro anni fa i migranti presenti nel nostro Paese erano per il 56,2% di fede cristiana (3 milioni e 600mila persone) e per il 24,2% di fede musulmana (un milione e mezzo). Nel 1990, i cristiani erano percentualmente meno, circa il 47% dell’allora totale dei migranti, e i musulmani erano invece di più, il 31,2%. Dunque, pur cresciuta in valori assoluti, la quota di migranti musulmani presenti in Italia è calata sensibilmente in rapporto agli altri gruppi confessionali, di ben sette punti percentuali.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: