Un dettaglio del mosaico di Giovanni il Battista, nella Basilica di Santa Sofia in Istanbul - Wikimedia
La festa, quest’anno, sarà 'triplice'. San Giovanni Battista, patrono di Firenze, Genova e Torino sarà ricordato nelle rispettive Cattedrali con un messaggio comune degli arcivescovi.
L’iniziativa delle Chiese si affianca così a quella delle città, che hanno deciso un programma comune di celebrazioni patronali compatibile con la necessità di evitare assembramenti. Il cardinale Giuseppe Betori, il cardinale Angelo Bagnasco e l’arcivescovo Cesare Nosiglia leggeranno in chiesa lo stesso messaggio per ricordare una festa che «quest’anno, in segno di unità nella prova a causa del coronavirus e di comune volontà di ripresa, Firenze, Genova e Torino hanno deciso di celebrare insieme, nella dimensione civile e in quella religiosa, con meno occasioni di incontro nelle strade e nelle piazze rispetto agli anni passati, ma con nel cuore il forte desiderio di dare avvio con impegno generoso a un cammino di rinascita».
Il testo sarà letto domani nelle arcidiocesi durante le Messe in suo onore.
Nel messaggio gli arcivescovi ricordano la figura di Giovanni il Precursore, un modello di vita a servizio della verità, a cui fu fedele fino al martirio. Betori, Bagnasco e Nosiglia ricordano poi il grande sforzo comunitario delle Chiese nel momento dell’emergenza, e chiedono di prepararsi al «grave compito del rilancio per le nostre città». Ci sarà uno spettacolo comune, promosso dalle tre amministrazioni civiche: nella sera di domani, 24 giugno, andrà infatti in onda «La Notte di San Giovanni», in diretta tv su Rai Premium (canale 25) alle 21 circa, in streaming su RaiPlay e sulla piattaforma digitale www.sangiovannix3.it.
Lunedì l’arcivescovo di Torino, annunciando il messaggio comune con gli altri arcivescovi, ha presentato anche la «Lettera alla Città» che tradizionalmente rivolge nei giorni di San Giovanni. Si intitola «Molto oltre la paura»; e porta in copertina la miniatura da un codice custodito nella Biblioteca Nazionale di Torino: Gesù che sul lago di Tiberiade tende la mano a Pietro che cominciava a sprofondare perché aveva dubitato…
Anche oggi si tratta di «andare oltre la paura» e anzi di scoprire le opportunità che il contagio ci ha offerto. Nosiglia ha voluto sottolineare la grande ondata di solidarietà in cui l’intera città e i suoi territori si sono coinvolti, per alleviare i disagi e le sofferenze derivati dal contagio. La parte centrale della Lettera è però dedicata ai problemi che Torino dovrà comunque affrontare e che riguardano soprattutto l’occupazione. Il lavoro, ricorda l’arcivescovo, è il principio di ogni 'bene sociale', perché da esso dipende il valore centrale della dignità della persona. La questione occupazionale non è «uno dei problemi», ma dev’essere al centro di ogni strategia e di ogni politica di rilancio. Anche perché, ed è cronaca di questi giorni, si è visto che sul lavoro e sui lavoratori c’è chi specula considerando gli investimenti sul territorio solo in funzione del proprio tornaconto immediato, come nel caso della ex Embrico, la fabbrica di Chieri.