martedì 13 agosto 2024
Alla vigilia di giorni dalle lunge code in auto e rallentamenti, qualche consiglio “religioso” per non farsi vincere dalla rabbia e dall'impazienza. La storia del patrono degli automobilisti
Una coda di auto dirette al mare

Una coda di auto dirette al mare - Ansa

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Se c’è un momento in cui quasi tutti danno il peggio di sé, è quando guidano la macchina. Persone solitamente calme si rivelano nervosissime, eleganti professionisti dal linguaggio forbito cedono al turpiloquio, persone rispettosissime delle regole accelerano di brutto per bruciare un rosso al semaforo. In questo senso il ponte del 15 agosto e il prossimo fine settimana con i primi ritorni dalle vacanze saranno un duro banco di prova. Le previsioni, infatti, oltre alle temperature roventi, anticipano il verificarsi di code in autostrada, che significano lunghi stop con decine e decine di chilometri ancora da fare e il motore che bolle per i continui stop. Come affrontare questi disagi salvaguardando la salute e non rovinando il viaggio di chi è con noi? La risposta, facile facile, chiama in causa la virtù della pazienza, e qui si scivola facilmente nel “predicozzo” tanto giusto quanto probabilmente inutile. Diciamo allora che sarebbe opportuno prepararsi al viaggio già immaginando cosa dovremo affrontare e soprattutto ricordandoci che chi sarà in macchina con noi non ha nessuna colpa dei rallentamenti e quindi possiamo accettare che parli un po’ troppo, voglia ascoltare musica, magari si isoli con le cuffiette nelle orecchie. C’è però anche chi sa usare al meglio i disagi trasformando i problemi in opportunità. Anche di arricchimento spirituale. Così i rallentamenti e gli stop forzati possono essere una buona occasione per fare silenzio dentro di noi, per ricordare nella preghiera chi ci è caro, per recitare un rosario senza fretta, per ascoltare una pagina di Scrittura o un podcast a tema religioso. I più virtuosi inoltre saranno capace di dedicare un pensiero buono da presentare al Signore proprio a chi li sta facendo arrabbiare perché continua a suonare il clacson o ha effettuato una manovra azzardata.

I prossimi giorni potrebbero essere caratterizzati da ingorghi

I prossimi giorni potrebbero essere caratterizzati da ingorghi - Ansa

Il santo protettore

In ogni caso gli automobilisti hanno un loro protettore. Si tratta di san Cristoforo martire in Licia, nell’attuale Turchia intorno all’anno 250 durante la persecuzione dell’imperatore Decio. La ragione riguarda una storia profumata di leggenda e strettamente legata al nome del santo: Cristoforo, cioè, dal greco, “portatore di Cristo”. Nello specifico Cristoforo, raffigurato tradizionalmente come un gigante barbuto che in virtù della sua forza aiutava i viandanti ad attraversare un fiume dalle acque pericolose, un giorno aiutò prendendolo sulle spalle un bambino il cui peso, stranamente aumentava a mano che attraversava il tratto di acqua. Giunto alla riva opposta il piccolo rivelò di essere Gesù mentre il peso sostenuto dal gigante era quella del mondo intero, salvato dal sangue di Cristo. Proprio a partire da quella vicenda san Cristoforo è diventato patrono dei viaggiatori, di chi si sposta con i mezzi più diversi: ferrovieri, tramvieri e automobilisti.

Le preghiere

Essere protetti da un santo significa affidarsi alla sua intercessione. Ecco, dunque, la più nota preghiera a san Cristoforo:
«O San Cristoforo, che hai attraversato le correnti impetuose di un fiume con fermezza e sicurezza perché portavi sulle spalle il Bambino Gesù, fa’ che Dio si senta sempre bene nel mio cuore, perché allora avrò sempre fermezza e sicurezza guidando la mia vettura e affronterò coraggiosamente tutte le correnti in cui mi imbatterò, che vengano dagli uomini o dallo spirito infernale».

Sono molte invece le preghiere dell’automobilista. Questa è stata scritta da papa Giovanni XXIII
«Signore! Concedimi una mano ferma e un occhio vigilante, affinché non ferisca alcuno quando passo. Tu hai dato la vita e io Ti chiedo che nessuna delle mie azioni sia contro questo dono che viene da Te. Insegnami ad usare la mia automobile per i bisogni degli altri, a non disprezzare, per amore della velocità, le bellezze del mondo che Tu hai creato, affinché possa con gioia e cortesia continuare la mia strada».
Molto diffusa anche quest’altra preghiera:
«Buon Dio, ci hai invitati a partecipare alle tue azioni creatrici. Ti prego di estendere la Tua benedizione su di me e su questa macchina e su tutti coloro che se ne serviranno affinché essa ci riporti sempre di nuovo ai nostri cari. Aiutami a servirmene in modo rispettoso verso il creato e fa’ che, nel traffico, io mi muova sempre con il dovuto rispetto verso gli altri. Fa’ che io e tutti coloro che partono con me giungano sani e salvi alla meta. Tua sia la lode e il ringraziamento oggi e in eterno».
Sono tanti, dunque, i motivi per affrontare senza arrabbiarsi troppo i disagi legati al traffico. Chissà se leggere queste poche righe potrà essere un buon allenamento per la pazienza. E per rafforzare lo spirito.

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