Viaggiare, amare, incontrare, ascoltare, cantare, annunciare, faticare, abbracciare e ripartire: negli anni dovrei averci fatto l’abitudine, ma non è così. Il mistero della vita è più forte, mi supera sempre, mi interroga sempre, mi risveglia sempre. E stavolta ripartire, per tornare, è più difficile.
Questi giorni e questi giovani centro americani hanno lasciato una traccia indelebile nei nostri cuori. La fede forte, il calore, il colore, una musica sempre di qualità, la semplicità, l’allegria, il rispetto, la cura, un’aria vivace ma tutt’altro che superficiale: ci sono pochi mix di vita belli e luminosi come questo. Ed è ciò che porteremo con noi nella nostra Europa da risvegliare. Questa Gmg, così centrata su Maria e sul discernimento vocazionale, ha fatto il miracolo di riuscire a interrogare un popolo di giovani con le domande giuste, rendendole chiare, lineari e urgenti.
Monsignor Ulloa poco fa ha ricordato a noi italiani che «solo chi scopre e vive appieno la propria vocazione cammina sulla strada della felicità». Che verità! Gli eventi serali, così come i nostri sei concerti, sono stati efficaci perché inseriti in un contesto dove ogni adulto presente, dai volontari ai vescovi, ha preparato e predisposto ogni giorno il cammino in unità.
E poi la veglia, dove papa Francesco ha superato se stesso, amandoci come padre, con tenerezza, ma senza compromessi. Il culmine? L’Adorazione nella veglia, con le domande giuste nel cuore. «Non perché vivo, ma per chi vivo? Per chi viviamo?». È vitale rispondere a questa domanda. «Perché solo ciò che si ama può essere salvato». Un concetto da cantare a reti unificate, una musica di speranza e di vita di cui c’è inappellabilmente bisogno! E mentre suoniamo un’ultima volta da questo immenso palco, mentre osservo lo spettacolo indimenticabile di questo mare di giovani, sento un amore viscerale per ognuno di loro, 'l’oggi di Dio!', come ha detto il Papa. Un presente che va amato e accompagnato anche attraverso la musica, il collante di questa nostra esperienza panamense. Una musica libera, energica, positiva, di cui qui in America Latina hanno più chiaro il valore e la responsabilità. Non sono solo canzonette. «Per questo abbiamo profondamente voluto che ci foste», ci dice Sophie Corbell al termine dell’ultima nostra esibizione sabato sera - coordinatrice artistica della Gmg. «I nostri ragazzi dell’America Latina ci avevano chiesto 'musica musica musica', una musica che libera, e ci serviva qualcosa esattamente come voi!». E a noi serviva tutto ciò. Perché tutti abbiamo una missione, e questa straordinaria Gmg mi ha ricordato meglio qual è la mia. (7. fine)