giovedì 8 febbraio 2024
In un colloquio con il settimanale “Credere”, pubblicato nel numero in uscita oggi, Francesco riflette sulle sfide del nostro tempo. Tra i temi affrontati anche il ruolo delle donne e le benedizioni
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Pubblichiamo un estratto dell’intervista che papa Francesco ha rilasciato alla rivista Credere. Il testo integrale si trova nel numero in uscita oggi.

Santo Padre, ci avviciniamo al Giubileo del 2025. Lei ha voluto un anno di preparazione incentrato sulla preghiera. Perché?

Ho chiesto di intensificare la preghiera per prepararci a vivere bene il Giubileo che è un evento di grazia. Abbiamo bisogno di riscoprire il valore e il bisogno della preghiera, a livello personale, nella vita della Chiesa e del mondo. È il Signore che ci ha detto di pregare! “Pregate, pregate, chiedete e vi sarà dato”. Non dimentichiamo questo! Non dimentichiamo di bussare alla porta!

Santità, negli ultimi tempi l’abbiamo vista affaticata, muoversi col bastone e in carrozzina. La “cultura dello scarto” penalizza chi non sta al passo. Lei come vive la sua fragilità, le limitazioni?

La Chiesa si governa con la testa, non con le gambe. Certo, nonostante le limitazioni si può andare avanti. Quanto a questo tema, dobbiamo aiutare nella pastorale le persone che sono limitate: evitare di nasconderle e “archiviarle”. E si potrebbe pensare a qualche attività nella Chiesa per queste persone, perché possano sentire l’appartenenza. Un cristiano non è mai “archiviato”. La “cultura dell’archivio” non è una cosa cristiana.

Nessun Papa prima di lei aveva dato tanto spazio e incarichi tanto rilevanti alle donne all’interno della Curia romana. Lei ripete più volte che la questione del “volto femminile” della Chiesa non è soltanto un riequilibrio di potere. Cosa deve ancora scattare perché si realizzi una vera partecipazione delle donne alla vita della Chiesa?

È importante qui tenere presente il principio petrino e il principio mariano. Il principio petrino riguarda il ministero: Pietro, i vescovi e i presbiteri. Il principio mariano è ecclesiale, è l’appartenenza alla Chiesa: perché la Chiesa è donna, è sposa. Pietro non è donna, non è sposa. È più importante la Chiesa-sposa che Pietro-ministro! Aprire alle donne il lavoro in Curia è importante. Anche le donne che aiutano il ministero: c’è per esempio una congregazione di suore peruviane che vanno nei piccoli paesi dove non c’è il prete, portano avanti le parrocchie, battezzano (anche un laico può farlo), danno la Comunione, fanno i funerali... finché non arriva un parroco. Ma non è la ministerialità della donna la cosa più importante, fondamentale è invece la presenza della donna. Nella Curia romana ora ci sono diverse donne e ce ne saranno di più, perché fanno meglio di noi uomini in certi incarichi. La governatrice ad esempio, suor Raffaella Petrini, sta facendo cose bellissime. Anche le donne che sono nel Dicastero per eleggere i vescovi... sono tutti posti che hanno bisogno delle donne. In questo c’è un processo in corso. Ci sono diverse segretarie, pensi a suor Alessandra Smerilli al Dicastero dello sviluppo umano integrale, altre al Dicastero dell’evangelizzazione, dei religiosi...

Credere. Per vivere l’avventura della fede è la testata della nostra rivista. Vogliamo aiutare la gente nel suo cammino di fede e a vivere il Vangelo con gioia. A lei cosa dà gioia in questo momento?

Mi dà gioia la gente! Io quando sono con la gente sono felice. Quando sono con l’amministrazione (del Vaticano, ndr), sì faccio quello che devo fare, ma quando sono con la gente, è un’altra cosa... Mi piacerebbe poter andare per strada liberamente, ma non è possibile. L’ho fatto alcune volte, per andare dall’ottico o per andare a comprare dei dischi, ma di nascosto. Io imparo dalla gente! Quando trovi un padre di famiglia con un guadagno mensile al limite, che viene a confessarsi e ti dice che quando torna a casa è stanco e non può stare con i figli perché già dormono e la mattina si alza prima che si sveglino; e poi ti confessa che il suo piacere, la domenica, è giocare con i figli... lì impari! La gente soffre tanto... noi chierici a volte viviamo nell’agio... occorre vedere il lavoro, la sofferenza della gente...

Santo Padre, dopo la pubblicazione della dichiarazione Fiducia supplicans ci sono state tante reazioni. Al di là delle singole questioni, qual è il cuore del documento?

I peccati più gravi sono quelli che si travestono di un’apparenza più “angelica” (cfr. 2Corinzi 11,14). Nessuno si scandalizza se do la benedizione a un imprenditore che magari sfrutta la gente: e questo è un peccato gravissimo (qui la voce si fa molto seria, ndr). Mentre si scandalizza se la do a un omosessuale... Questo è ipocrisia! Ci dobbiamo rispettare tutti. Tutti! Il cuore del documento è l’accoglienza.

Alcuni obiettano: come si può benedire una coppia di gay che si presenta?

Ma io non benedico un “matrimonio omosessuale”, benedico due persone che si vogliono bene e chiedo loro anche di pregare per me. Sempre nelle confessioni, quando arrivano queste situazioni, persone omosessuali, persone risposate, prego e benedico sempre. La benedizione non va negata a nessuno. Tutti, tutti, tutti. Attenzione, parlo di persone: chi è capace di ricevere il Battesimo.

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