I palermitani la chiamano da sempre con affetto e semplicità "la santuzza", ma santa Rosalia aveva importanti ascendenze nobiliari. Apparteneva a una delle famiglie più importanti del territorio durante il dodicesimo secolo: suo padre Sinibaldo, secondo la tradizione, era signore di Quisquina e discendente del re Carlo Magno. Eppure, la giovane decise di trascorrere la sua vita da eremita in una grotta. La memoria di santa Rosalia viene celebrata il 4 settembre, ma il 15 luglio si ricorda il ritrovamento delle sue reliquie e la scomparsa della peste dalla città grazie alla sua intercessione nel 1625.
Da allora, ogni anno i palermitani ricordano quell’evento miracoloso con una grande festa, che inizia il 10 luglio e si protrae per cinque giorni, famosa in tutto il mondo come “U Fistinu”. È la festa che, come scrive il Villabianca, “il popolo considera appannaggio tutto suo: tempo / spazio sacro del suo parlare con la Santa”.
In questo breve video per Avvenire, l'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, racconta la figura della santa patrona principale della città.