martedì 30 aprile 2019
Sarà aperto domani a Trivolzio dal cardinale Piacenza. Medico, divenne religioso professo: curava anima e corpo
Si apre l'Anno giubilare di san Riccardo Pampuri
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«Fare tutto, anche le cose minime, con amore grande». Domani a Trivolzio, in provincia di Pavia, si aprirà ufficialmente l’Anno giubilare di san Riccardo Pampuri, indetto a trent’anni dalla canonizzazione del 'Dottorino Santo', avvenuta il 1° novembre 1989, giorno di Tutti i Santi.

Le celebrazioni, in realtà, sono iniziate già ieri e proseguono questa sera alle 20.30, sempre a Trivolzio, paese natale di san Riccardo, con le Messe di preparazione celebrate da don Luigi Pedrini, vicario generale della diocesi di Pavia. Domani, come detto, ci sarà l’apertura ufficiale dell’Anno giubilare alla presenza del cardinale Mauro Piacenza, che è il Penitenziere Maggiore, che visiterà nella prima mattinata la locale residenza per anziani intitolata al Santo, quindi ci sarà la venerazione della reliquia del cuore di san Riccardo e la benedizione. Il cardinale Piacenza celebrerà poi la Messa nella chiesa parrocchiale alle 11 presente il coro di Trivolzio, mentre nel pomeriggio è prevista un’altra Messa animata questa volta dal coro Comunione e Liberazione di Pavia (il movimento è molto devoto al santo, come lo era il loro fondatore don Luigi Giussani). Alle 20.30 di domani si svolgerà la preghiera per gli ammalati.

Tra gli altri appuntamenti dell’Anno giubilare, vanno ricordati i pellegrinaggi nel mese di maggio dei quattro vicariati della diocesi di Pavia e il ritiro spirituale dei sacerdoti pavesi, il 16 maggio, predicato dal vescovo di Pavia Corrado Sanguineti. È sempre stata consuetudine, e lo sarà anche nel corso di questo Anno giubilare, raggiungere Trivolzio a piedi: pellegrini giungeranno da Abbiategrasso, Cesano Boscone, Legnano e Assago.

A presiedere la Messa nella quale fu canonizzato il santo pavese fu Giovanni Paolo II che, proprio in quella occasione, ebbe a dire: «In appena trentatré anni, quali quelli del Cristo da lui amato sopra ogni cosa, la vita di san Riccardo Pampuri fu tutta un dono, a Dio e ai fratelli». E mai frase fu più aderente all’esistenza di san Riccardo: Erminio Filippo Pampuri, diventato poi fra Riccardo una volta ordinato religioso, fu medico di corpi e anime, prestò servizio sanitario durante la prima guerra mondiale dal 1915 al 1920 prima come sergente e poi da ufficiale aspirante medico. Si laureò poi in medicina e chirurgia all’Università di Pavia con il massimo dei voti il 6 luglio del 1921 ed iniziò subito ad esercitare la professione, in particolare a Morimondo dove fu medico condotto particolarmente amato dalla gente. Donare era uno dei suoi tratti distintivi: le sue visite agli infermi avvenivano ovunque ed a qualsiasi ora ed Erminio consegnava loro alimenti, farmaci, coperte indumenti e spesso anche del denaro. Entrato nell’Ordine a Milano il 22 giugno 1927, dopo l’anno di noviziato compiuto a Brescia, il 24 ottobre 1928 professò i voti religiosi. Troppo presto, in seguito alla recrudescenza di una pleurite contratta durante il servizio militare, degenerata in broncopolmonite, il 18 aprile 1930 fu trasportato da Brescia a Milano, dove morì santamente il 1° maggio a 33 anni di età. Venne beatificato da Giovanni Paolo II il 4 ottobre 1981. Poi, riconosciuta miracolosa la guarigione avvenuta il 5 gennaio 1982 ad Àlcadozo (Àlbacede, Spagna) per l’intercessione dell’allora beato Riccardo Pampuri, venne approvato il miracolo: a guarire in maniera inspiegabile fu un ragazzino di dieci anni, Manuel Cifuentes Rodenas, ferito gravemente all’occhio sinistro. Mentre lavorava nell’orto di famiglia con il padre. Il ragazzino, che doveva sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico, risanò in una notte, dopo che il padre aveva posto tra le bende un’immagine del santo pavese.

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