Georges de La Tour, San Giuseppe falegname con Gesù Bambino (1642 ca.), olio su tela, particolare - Archivio
Un Anno tutto dedicato a san Giuseppe durante il quale «ogni fedele sul suo esempio possa rafforzare quotidianamente la propria vita di fede nel pieno compimento della volontà di Dio». E il decreto della Penitenzieria Apostolica - che accompagna la Lettera apostolica «Patris corde» - illustra come i fedeli potranno ottenere l’indulgenza plenaria, concessa in questa occasione.
Per ottenere l’indulgenza plenaria, ricorda il decreto, servono la confessione sacramentale, la comunione eucaristica e la preghiera secondo le intenzioni del Papa.
La Penitenzieria Apostolica sottolinea che la concessione dell’indulgenza vale anche per i fedeli, che con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, parteciperanno all’Anno di San Giuseppe nelle occasioni e nelle modalità indicate.
Indulgenza che «nell’attuale contesto di emergenza sanitaria, è particolarmente estesa agli anziani, ai malati, agli agonizzanti e a tutti quelli che per legittimi motivi siano impossibilitati ad uscire di casa, i quali - con l’intenzione di adempiere le tre solite condizioni - nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene, reciteranno un atto di pietà in onore di san Giuseppe, conforto dei malati e patrono della buona morte, offrendo con fiducia a Dio i dolori e i disagi della propria vita».
Anche chi «affiderà quotidianamente la propria attività alla protezione di san Giuseppe e ogni fedele che invocherà con preghiere l’intercessione dell’Artigiano di Nazaret, affinché chi è in cerca di lavoro possa trovare un’occupazione e il lavoro di tutti sia più dignitoso», potranno ottenere l’indulgenza.
Così come «quanti mediteranno per almeno 30 minuti la preghiera del Padre Nostro, oppure prenderanno parte a un ritiro spirituale di almeno una giornata che preveda una meditazione su san Giuseppe».
Anche pregare per «la Chiesa perseguitata ad intra e ad extra e per il sollievo di tutti i cristiani che patiscono ogni forma di persecuzione», utilizzando le «Litanie a san Giuseppe» o l’«Akathistos a San Giuseppe», permetterà di ottenere l’indulgenza, così come per coloro che «reciteranno qualsivoglia orazione legittimamente approvata o atto di pietà in onore di San Giuseppe» in particolare il 19 marzo, il 1° maggio, nella Festa della Santa Famiglia, nella Domenica di San Giuseppe (secondo la tradizione bizantina), il 19 di ogni mese e ogni mercoledì, giorno dedicato alla memoria del santo».
Importante diventa anche la recita del Rosario nelle famiglie e tra fidanzati, che il decreto della Penitenzieria indica come condizione valida per ottenere l’indulgenza, così come «il compiere sull’esempio di san Giuseppe, un’opera di misericordia corporale o spirituale».